mercoledì 30 novembre 2011

Ghirlanda di Natale con lavanda

Oggi, proprio allo scadere dei termini, partecipo al Christmas contest di Mamma Felice.
Aveva ragione lei, Natale è arrivato in un attimo, ma io rincorro il tempo, come forse molte di voi, per cui solo ieri sera mi sono ritagliata un momento per creare la mia ghirlanda di quest'anno.



martedì 29 novembre 2011

Progetti in progress

cari lettori,
in questi giorni sono veramente presa, mi ritaglio a fatica un momento per scrivere e puntualmente non so cosa pubblicare, perchè ci sono tantissime iniziative interessanti in scadenza, tante cose di cui vorrei scrivere, tanti post in bozze da finire, e poi vorrei metter mano al blog per organizzare meglio i contenuti e cambiare alcune cose e ...il tempo è sempre tiranno.

Oggi però non ho dubbi sulla scelta di cosa abbia priorità: vi anticipo che su Appuntamenti CreAttivi qualcosa sta per accadere... siete curiosi?
Seguite questo nostro progettino e ne saprete presto di più!


Stiamo lavorando per voi... <3



Aggiornamento del 1 dicembre:
è on line il tema di dicembre e il contest delle Feste.
Partecipate numerosi!!!


vieni a trovarci!

lunedì 28 novembre 2011

Una sera a Savona, tra caruggi pieni di storia


Nel week end siamo stati in Liguria, il mare più vicino per noi, meta che amiamo molto e legata a molti ricordi di infanzia. Venerdì sera alle 11 abbiamo prenotato un hotel a Varazze e via, senza pensarci troppo, avevamo un compleanno da festeggiare e voglia di evadere. Questo post è nato mentre ero in coda per cenare sabato sera, ho pensato fosse bello mostrare i nonluoghi di una città da scoprire, con un fascino tutto suo: Savona.


venerdì 25 novembre 2011

libri: il viaggio di Maris

Cari amici del Venerdì del libro,
oggi viaggiamo tra le pagine del libro di una delle partecipanti del nostro appuntamento settimanale, Maris, del blog Cara Lilli.... Questo è il suo primo libro:

Il viaggio*
di Maristella Bocciero

Possiamo conoscere meglio l'autrice in questa intervista.

Si tratta di un racconto breve ma intenso.
Nello spazio di un viaggio in treno da Milano a Napoli, Nadia, la protagonista, ci racconta molto di lei: ricordi di infanzia, amori, scelte di vita, una terra che ha lasciato ma ama molto, una bellissima storia di sorellanza con la cugina del cuore, amica, confidente, compagna di viaggio.

Il racconto ha un buon ritmo, passato e presente si competrano, microstorie si intrecciano sul filo dei ricordi. Sentimenti hanno modo di esprimersi, chiarirsi, lasciare Nadia lontana da cosa la preoccupa e darle modo di costruire solide speranze e tanti sogni. Il personaggio è ben descritto e l'immedesimazione scatta subito, sembra quasi di essere seduti accanto a questa passeggera che racconta di lei e del suo mondo emotivo, stempera l'ansia per una situazione preoccupante tuffandosi nei ricordi più rassicuranti del passato, con lo spirito ottimista di chi ha fede nel fatto che tutto si sistemerà. Accadrà davvero?
Il tempo scorre e il treno raggiunge la stazione d'arrivo: termina quando non te lo aspetti questo racconto, cosa che apprezzo sempre molto in un libro, non voglio aggiungere altro per non guastare la sorpresa a chi lo acquisterà.

Una prima prova che lascia sperare seguiranno altri racconti, per chi volesse intanto acquistarlo "Il viaggio", si scarica dalla pagina di dona con un libro, dove è anche possibile leggere una generosa anteprima.

Per chi non ne avesse mai sentito parlare, dona con un libro è un'iniziativa editoriale che vuole dare spazio a nuovi autori e sostenere onlus e realtà solidali. Il libro di Maris sostiene Famiglie SMA, un'altro buon motivo per acquistarlo!

Doppi complimenti a Maris, per la ricchezza di emozioni del suo primo libro pubblicato e per questa scelta generosa.

Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui
potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa ideea, l'elenco dei blog che aderiscono all'iniziativa e le istruzioni per partecipare.
E non dimenticate la nostra biblioteca su Anobii  

Buon fine settimana! 


*link sponsorizzato, nessun ricarico per gli acquirenti.

giovedì 24 novembre 2011

Ninestrone di affetti

Oggi partecipo al contest di Io&Nina, Ninestrone 2011:

"Raccontate dunque, inventate, disegnate, fotografate, cucinate o silenziosamente mostrate la vostra sinfonia-minestrone, un tutti insieme appassionatamente che è attorno a voi, di fronte agli occhi, o nei meandri dei pensieri. Quell'insieme di ingredienti che vi fa sentire a casa anche quando non ci siete dentro,che vi conforta con piacevole tumulto, un disordine armonico che voi ben riconoscete, perché contribuisce alla riuscita della vostra personale sinfonia."

Mi è subito piaciuta l'idea, ma a lungo non ho trovato un filo di pensieri che mi portasse a focalizzare quali ingredienti mettere nel mio ninestrone, un po' perchè ero in altre faccende affacendata un po' non riuscivo a darmi una risposta: cosa mi fa sentire a casa? ... sì, perchè "casa" per me è un concetto sempre più slegato dal reale e sempre più vago e che nel tempo si è evoluto.

In questi giorni stiamo ultimando la prima parte dei lavori di ristrutturazione di casa ed è stato in pratica come traslocare, rinchiudendo 11 anni della nostra vita in scatoloni finiti a DDD nel garage e poi son stati spostati da un piano all'altro; in mezzo una lunga trasferta all'estero, al ritorno casa non era più la stessa: che strano effetto. Devo dire che mi piace avere una casa nuova, piena di vecchi oggetti, che ospiterà ricordi senza tempo. Finendo di riempire i mobili della cucina nuova al piano di sopra pensavo a questo contest e mi interrogavo sul significato di "casa", per me, oggi.

Mi risuonava nelle orecchie questa canzone:



(non riesco proprio a caricare la versione italiana, la trovate qui)
che però mi ricordavo tutta diversa e nelle mie orecchie suonava più o meno così:
voglio andare a casa, ma casa dov'è?
La casa è dove posso stare in pace, posso stare con te... 
La casa è dove possiam stare insieme, stare insieme con te... 
(si intuirà che non pensavo a connessioni col Divino, ma molto più terra terra con le persone che amo, con mio marito, che è spesso via, e la nostra cucciola).

La nostra dimora, come coppia e ora famiglia, è cresciuta con noi ed è diventata casa solo col tempo. Era il luogo dove far crescere il nostro amore, crescere noi, coltivare sogni che poi ha ospitato davvero e si è adattata con un'impressionante duttilità. Le siamo molto legati, sotto sotto, è il nostro nido e sentire gli uccellini che cantano al mattino quasi in ogni stagione - anche oggi, anche se fa freddo! -, o aprire la finestra e vedere molto verde oltre alle case anche se siamo a pochi chilomentri da Milano ci ha spinti a ristrutturare anzichè lasciarla.

Spesso in questi ultimi anni siamo stati via, anche per mesi, come chi mi segue avrà letto, e abbiamo imparato una gestione nuova degli spazi, abbiamo scoperto che ce ne serve meno di quanto credessimo per essere felici, anche per questo ha smesso di avere senso cercare una casa più grande, ora. Anche prima capitava di andare in trasferta per lavoro (sia io che lui), ma mai così a lungo, non così spesso e non così lontani. E quando ho chiesto anche a mio marito che significasse per lui "casa" mi ha risposto che anche lui non avrebbe saputo dirlo... perchè ormai siamo sempre meno legati agli oggetti, alle abitudini, a quello che è stato familiare per una vita e poi d'improvviso ha un valore diverso. I miei muri colorati, i miei utensili da cucina, le piantine di aromi freschi, non mi mancano più quando sono via, c'è sempre qualcosa di nuovo da vivere e scoprire che mi distrae da tutto. E questo da un certo punto di vista è confortante, perchè ti accorgi che conta davvero altro, dall'altro ti lascia un po' spaesato, quasi avessi potato rami secchi ma anche qualche radice... ma è lo straniamento di un momento: la pianta cresce florida e nuovi getti lo testimoniano, sarà una di quelle piantine grasse senza spinte che mettono radici ovunque, appena appoggi una fogliolina al terreno e in estate diventano un manto di fiorellini colorati.

Casa diventa una casa in affitto o un micro appartamento in un residence per qualche settimana, perchè ...ci siamo noi tre.

Casa per me oggi è sentire la voce di mia figlia che riempe di parole ogni luogo!
Casa è stare insieme, casa è dove porta il cuore... e il nostro è un cuore nomade, anzi migratore, perchè ritorna sempre alla base.

Casa sono gli affetti, per me, è una sottile armonia fatta di piccoli elementi variabili è tante cose che ci accompagnano, oppure nessuna perchè solo le persone sono insostituibili.

Se penso alla mia infanzia casa era tornare da scuola e trovare mia madre, sempre, che mi chiedeva come fosse andata. Poi pranzare con mio padre, se gli orari coincidevano. Casa era anche sentire l'odore di pipa. Della mia prima casa ricordo il mio letto cassapanca un poster con tante belle colline verdi piene di fiori... Poi sono nati mio fratello e mia sorella, e casa è stata a lungo un ...casino (e chi ha fratelli capirà...)! Ci siano trasferiti in una casa più grande. Da adolescente casa era anche accendere la radio sulla mia stazione preferita... la ascoltavamo tutti nel palazzo, qualcuno incise anche il nome sulla porta dell'ascensore, c'è ancora. Oggi ascolto la stessa radio, qualche volta anche via web quando soggiorniamo all'estero, così come quando torno faccio lo stesso con alcune radio a cui mi sono affezionata.


Poi casa è stato dormire nel proprio letto, un letto vero, confortevole! Ho adorato fare la back packer da giovanissima e anche fare campeggio, ma dopo tanti giorni in giro, specie quando viaggiavamo in moto, era proprio bello tornare ad avere un vero letto in cui dormire! E quando i viaggi hanno iniziato a toccare mete extraeuropee diventava bello avere un posto dove non esser pieni di sabbia o fare una doccia decente senza insetti strani che sbucano dallo scarico della doccia o da inquietanti fessure nelle pareti, e avere vere mura intorno...
O riavere a disposizione la propria cucina, dove sperimentare con le spezie nuove, quando torno da un luogo per un po' la mia cucina è monotematica, voglio conservare i sapori nuovi che ho conosciuto, poi diventano cavalli di battaglia, e nel tempo ho collezionato un bel mix. Via via è stato meno importante di chi fosse la cucina: io cucino ovunque! Una volta il proprietario di un campeggio sapendoci italiani ci ha chiesto di cucinare pizza per tutti da lui ed è stato molto divertente! Chi mi conosce bene sa che quando vado a mangiare da qualcuno se me lo chiede o permette cucinerò anch'io.

Poi è nata nostra figlia e tante tante cose sono cambiate.
Noi soprattuto, io tantissimo.

Quella che ero aveva una tazza preferita, casa era anche farsi una tisana in quella tazza. Adesso ho tante tazze, la preferita di turno, viene dalla collezione di in una vita (alcune mi son state regalate regalate) e ogni giorno posso usarne una diversa, assaporare un tè speziato con la suggestione di un luogo visitato o raccontato dal dono di una persona cara.

Casa è stata per un lungo periodo scendere al piano di sotto prima di cominciare a studiare e andare a prendere il caffè dalla mia nonna paterna, e mentre chiaccheravamo berlo nelle tazzine con riccioli d'oro zecchino e in questi giorni ho ritrovato in fondo a un armadio. Che bello vederle così vissute, così consumate, così vive...



Adoro gli oggetti che tramandano una storia. L'altra nonna sa che se mi vuole rendere davvero felice a Natale o al mio compleanno deve regalarmi qualcosa di suo, qualcosa chiuso in un armadio che non usa più e raccontarmene la storia, e a volte mi arrivano in dono veri tesori, cose d'altri tempi, per esempio ricordi di quando c'era anche mio nonno e si facevano pranzi incredibili con tantissime persone. Come era bella la casa dei miei nonni il giorno di Natale, sempre con un albero enorme ai miei occhi di bimba, lo ricordo pieno di uccellini di vetro colorati.

I ricordi sono pieni di case...

Se conta quello che è nei meandri dei pensieri e conforta con piacevole tumulto, un disordine armonico che voi ben riconoscete, perché contribuisce alla riuscita della vostra personale sinfonia, casa sono sicuramente alcuni amici. Quelli che capiscono quando chiedi aiuto e te lo danno (quelli che ti caspiscono, punto), che ti accolgono, non ti giudicano, condividono cosa vivi arrivando al momento giusto, capendo da un silenzio che qualcosa non va e che ti serve un abbraccio. Quelli che resistono ai mutamenti, allo scorrere tempo, alle scelte che ti portano su strade diverse nella vita, quelli che reincontri a qualche tappa. Quelli dei piccoli gesti spontanei, degli sms che contengono qualcosa di sentito, e generosi, che mi mandano spezie quando vanno in qualche luogo esotico, questo affetto sincero mi riempe di gioia ogni volta.

Sì, casa sono sicuramente gli affetti, rileggendomi direi che è questa la mia ricetta.

Ninestrone fatto di ricordi, riflessioni e sentimenti, il mio.
Oggi sono romantica (troppo?), perdonatemi: oggi sono felice, sono ottimista, sono aperta al cambiamento, per primo mio.

Buona giornata, augurandovi di passarla con le persone che amate.

un libro mi disse... il quiz del giovedì

Torna il quiz del giovedì, che dirà oggi il libro misterioso?

Quinta frase a pag 56 del primo libro del mio scaffale ****** (ho diviso i miei libri per provenienza, ma oggi niente indizi se no diventa troppo facile!), è un tomo azzurro di ben 621 pagine! (ed è l'edizione economica chissà quella non quanto era lunga!)

 Lettera lunga relazione che abbracciava quindici anni di avvenimenti.

Non vi dice niente?
Aggiungiamo un paio di frasi...

Notizie di tutta la famiglia, particolareggiate. Del padre, Zé Esteves, in cammino verso l'ottantina, ma sempre ben portante e di Tonha, la seconda moglie (più giovane di Perpétua, dell'età di Tieta, ma rifinita nella povertà e nella trascuratezza, semplice appendice del vecchio).
Se lo avete letto ora vi dirà qualcosa...
L'ho divorato l'estate che aspettavo eSSe, lettura estiva in cui immergersi, si sarà capito che è una classica saga familiare ***** ;-)

E ora vediamo chi indovinerà per primo!
Buon giovedì!

Le non regole, liberamente interpretabili:

Copia la tua citazione, indicativamente la quinta frase (se è di senso compiuto, se no quella più vicina che lo sia, o se è troppo breve anche quella successiva) della pagina 56 del libro che hai più vicino o di uno che ti va di metter sotto un riflettore. Se non c'è una pagina 56, somma le cifre (11, 2..)
Linkati qui nei commenti, se vuoi
Linka a questo post il tuo, se vuoi
Personalizza il gioco come vuoi
Gioca e divertiti!
Se ti piace diffondi!

Buona divertimento e buona lettura!





Gli altri quiz del giovedì sul mio blog

mercoledì 23 novembre 2011

Muffins al grano saraceno

Come promesso ho sperimentato ancora partendo dalla mia torta al grano saraceno
Ecco dei leggerissimi muffins con cuore di marmellata alle fragoline, deliziosi e ipocalorici!




Ingredienti
per l'impasto di 12 muffin circa:
150 grammi di farina di grano saraceno (la mia era macinata a pietra);
75 grammi di farina di riso;
100 grammi di zucchero integrale di canna;
30 grammi di olio vegetale (girasole, riso, oliva ma leggerissimo);
400 grammi di acqua (se la volete più proteica aggiungete latte vegetale);
mezzo cucchiaino di vaniglia in polvere (o scorzette di limone non trattato, o... quel che preferite per aromatizzare leggermente);
mandorle tritate e in scaglie, circa 30 grammi in totale;
9 grammi (mezza bustina) di lievito per dolci a base di tartrato di sodio, bicarbonato, amido di mais
per la farcitura:
circa 50 grammi di marmellata di fragoline di bosco

Note: aggiungo tutto progressivamente nel contenitore dove impasterò posto sopra a una bilancia per questo tutti i valori sono espressi in grammi



Segunendo le indicazioni delle mia ricetta precedente
mescolare tutti gli ingredienti facendo attenzione a non aggiungere nulla di freddo (l'acuqa corrente lo è in questo periodo, tenetela a temperatura ambiente per un po'), oliare gli stampini per muffin, iriempire per 3/4 dell'altezza, aggiungere mezzo cucchiaino di marmellata al centro di ogni muffin, infornare a forno tiepido, modalità "ventilato" impostato a 180 gradi, per circa 25 minuti. Quando li vedete lievitare e cambiare colore - attenzione perchè il grano saraceno è scuro e può ingannare - passati 20 minuti potete aprire il forno velocissimamente e fare "la prova dello stecchino", usando uno stuzzicadenti in legno (se esce pulito sono cotti).
Sfornare e gustare tiepidi o freddi! Ottimi per la merenda.
E se proprio non vi piace il gusto della farina al grano saraceno? Sostituite con la farina che preferite la sua quota e ...ribuona merenda!



martedì 22 novembre 2011

In evidenza: piccole ma concrete azioni solidali


Nella blogosfera si fanno begli incontri, Claudia è una persona molto carina, la prima nonchè per il momento unica blogger che ho incontrato. C'è una cosa che ammiro molto in lei e che me l'ha fatta piacere subito, l'impegno, di lunga data e continuativo, a favore di famiglie SMA, la disponibilità a impegnarsi concretamente nelle azioni solidali.

In questi giorni ha indetto un giveaway molto particolare, andate a farle visita!

Giveaway nel gergo blogger significa  dono in palio, ma per una volta, riflettevo leggendola, il dono potremmo farlo anche noi partecipanti, a prescindere dal concorso, non vi pare?
Nel blog di Claudia ho trovato un altro link che sostiene un'iniziativa di SMA.

C'è un counter a questa pagina e da ieri lo monitoro, mi ha impressionato il piccolo importo fino ad oggi raccolto, e mi è sembrato fermo... Ho avuto la netta impressione che questa iniziativa fosse stata colpita dal male italico più grave: parlare e basta. E' l'osservazione di una giornata, non rileva lo so bene, ma ho notato che il counter delle condivisioni sui social network correva, poco, ma si muoveva, il conto delle donazioni no. E funziona, perchè si è mosso quando ho fatto la mia. Simbolica, perchè preferisco non aver la scusa del "sono già sostenitrice di.... mi spiace non posso aiutare tutti", mentre qualche euro per tutti lo si trova. In fondo sono quelli che spenderesti per un caffè al bar magari, o una qualsiasi cosa di cui per un giorno puoi fare a meno, no?

Intendiamoci non vuole essere una critica o un parlarsi addosso (tanti fanno in silenzio molto più di quel poco di cui a volte io parlo, e lo faccio sempre con un certo disagio ma sono convinta possa servire le cause cui tengo). Semmai è una riflessione costruttiva, un proporvi, se, come noi siete convinti che tanti piccoli gesti di ognuno possano significare un cambiamento grande nella vita di qualcuno che ha bisogno di aiuto, di fare anche voi quel gesto: ce l'avete un ero in tasca? Bene, rompete gli indugi e donatelo!


La donazioni è con paypal, tutto regolare e sicuro. La causa meritevole.

Un ricordo personale forse vi spiegherà perchè questa iniziativa mi ha subito convinta.
Da ragazzina, appena approdata al liceo, son stata coinvolta da alcuni ragazzi più grandi in un gruppo moto particolare: servivano braccia a rinforzo di un team di volontari, si reclutavano ragazzi per far fare ginnastica a una bimba di pochi mesi, piccoli gruppi di 4, su turni di un'ora a rotazione per quasi tutto il giorno, 7/7.
A 14 anni pensi e fai, in modo molto naif se vogliamo, però ricordo la sensazione forte del primo incontro, la spiegazione dei genitori: "dobbiamo allenare continuamente i suoi muscoli, perchè da sola non li può muovere, e se la malattia progredisce... smetterà di respirare", una di quelle frasi che ti stroncano ("cioè voi state affidando a noi la possibilità di far respirare vostra figlia???" non l'ho detto ma sicuramente l'ho pensato). Non l'ho fatto a lungo e poi ho perso le tracce di quella famiglia, ma le mie ore settimanali, anche se occasionali, mi hanno lasciato ricordi indelebili anche se un po' confusi, e ancora conservo lo shock di vedere un bimbo così piccolo immobile, l'imbarazzo di non saper bene come maneggiare le sue gambine e braccine (ci si metteva in 4 intorno al bimbo e ognuno aveva il compito di muovere in coordinazione con gli altri uno degli arti seguendo una routine), l'ansia di fare correttamente, la paura di farle male perchè i movimenti dovevano essere energici e precisi. Eppure sono contenta di aver fatto questa esperienza, anche se allora non ero molto consapevole forse, pensavo solo che quei genitori non potevano fare tutto da soli e che erano davvero in gamba ad aver organizzato tutto da soli.

Si sapeva poco di tante cose 25 anni fa, non c'era internet, dovevi cercare contatti americani, usare metodi pioneristici, farli tuoi, adattarli. A posteriori ho riconosciuto anche il metodo Doman (mi sono incuriosita alla pedagogia da prima di diventare mamma), perchè nelle routine c'erano anche dei cartelloni da leggere e far vedere per pochi secondi con simboli, colori, scritte.
La bimba aveva una forma di distrofia grave, che come la SMA blocca i muscoli.

Molto spesso le famiglie cui capitano queste malattie tra capo e collo dipendono in molti sensi dal volontariato e per fortuna oggi c'è internet!

In questo caso viene richiesto di supportare l'acquisto di ipad, che in questo caso non è solo un bell'oggetto ma diventa un alleato prezioso:
L’associazione raccoglie le famiglie di bambini affetti da SMA e combatte ogni giorno a favore della ricerca per cercare una cura e rendere più bella e piena la vita dei piccoli affetti da SMA. I bambini SMA 1 hanno gravi deficit motori ma la loro volontà di comunicare è la stessa dei loro coetanei, tuttavia la produzione verbale è, ovviamente, resa molto difficile a causa delle condizioni cliniche della malattia. Esistono nuovi mezzi informatici che possono permettere ai bambini inseriti in progetti di comunicazione aumentativa alternativa (CAA) o in programmi educativi prescolari di abbattere anche le difficoltà di movimento, fin ora superate grazie a particolari sensori.

Il tablet touchscreen è tra i più noti strumenti tecnologici che sembra essere stato creato apposta per i bambini affetti da SMA. In particolar modo i bambini con la forma primaria di SMA hanno pochissima forza a livello degli arti. Per questo motivo come associazione di riferimento per la SMA stiamo cercando di raccogliere fondi per l’acquisto di Ipad da donare alle famiglie con bambini affetti da SMA 1 che non hanno il privilegio di permettersi questo costoso “amico”.
Per saperne di più consulta il sito web Famiglie SMA
Per le donazioni, anche simboliche, cliccare qui

Grazie Claudia per avermi fatto conoscere questo progetto.

lunedì 21 novembre 2011

Light teraphy: abbagliati dalla luce del Madagascar

Oggi era una giornata no.
Niente di grave, un periodo intenso, tante o troppe cose accadono, alcune che non si incastrano, malanni di stagione che non passano, stanchezza che si accumula. 
Voglia di evasione, voglia di leggerezza.

Cosa meglio di un momento light?
Oggi ho apprezzato tanto quelli di Stima e delle altre illuminate :-) )
Accendiamo i ricordi, quelli più piacevoli ovviamente, e tutto sarà più lieve.

Vi porto con me in Madagascar, quello selvaggio, autentico, poco turistico (almeno allora, la foto è del 2006).

Morondava, costa occidentale.
 

domenica 20 novembre 2011

Torta al grano saraceno

 Un' amica mi ha chiesto di "alleggerire" la ricetta della classica torta al grano saraceno della Valtellina (e altre zone del Nord Italia), eccola!


Sono molto contenta della consistenza, soffice, ma con quella granulosità della mandorla caratteristica. Il gusto anche mi ha soddisfatta, anche se poi ho fatto altre prove variando le proporzioni dei vari ingredienti, di cui vi parlerò più avanti.  E' assolutamente leggera e non contiene alcuna proteina animale, non ha ingredienti che fanno aumentare colesterolo cattivo, ha pochissimi grassi, gli zuccheri usati sono integrali e possono esser ridotti volendo utilizzando del succo di agave. E' indicata per gli intolleranti al latte, ma anche per i celiaci, essendo le farine usate senza glutine. Un dolce leggero e sano, perfetto per la colazione o la merenda.

Ingredienti:
250 grammi di farina di grano saraceno;
50 grammi di farina di riso (se non l'avete fate tutta farina di grano saraceno, sommando ovviamente i quantitativi);
200 grammi di zucchero integrale di canna (o 100 grammi di succo di agave per chi deve fare attenzione a tenere bassi gli zuccheri);
450 grammi di latte di soia (o altro cereale);
50 grammi di olio di riso (sarebbe meglio di girasole, ma non l'avevo, va bene anche l'olio di oliva, anche se così salgono un po' le calorie, ma deve essere di un tipo leggero leggero, se no il dolce diventa amaro);
150 grammi di mandorle tritate (anche se ne avete meno viene lo stesso bene... più ne mettete più le sentirete, alcune ricette ne mettono in dose uguale alla farina, ma a mio parere si appesantisce molto, all'altro estemo se ne mettete p.e. 50 grammi, la torta sarà un po' più soffice e meno "granulosa" però si sentiranno comunque);
mezzo cucchiaino di vaniglia in polvere (o aroma di vaniglia)
1 bustina di lievito (io ho usato un lievito per pane e dolci, a base di tartrato di potassio estratto dalle uve, bicarbonato di sodio, amido di mais, è molto importante scegliere il lievito giusto, per un approfondimento leggere qui)

Procedimento:
Amalgamare con un frustino elettrico tutti gli ingredienti eccetto le mandorle e il lievito e farli un po' "montare": il composto deve essere spumoso, quest'aria che incamerate in questa fase renderà soffice la vostra torta. E' molto importante che nessuno ingrediente sia freddo: se qualcosa proviene dal frigo dovrete scaldarla per evitare che il freddo blocchi la lievitazione. Aggiungere le mandorle tritate e frullare ancora un po'. Infine aggiungere il lievito, amalgamandolo bene. Mettere il dolce in forno ventilato preriscaldato a 180 gradi per circa 40 minuti (come saprete ogni forno è a se'), facendo la prova stecchino quando la torta vi sembra pronta. Attenzione: ricordatevi che il grano saraceno ha una colorazione che può indurvi a pensare che si stia bruciando, osservatela con molta attenzione per evitare di aprire il forno troppo presto...

Quando il dolce è pronto va messo su un piatto, tagliato in senso orizzontale e posto su due piatti.
Sul primo strato si mette della marmellata.
Nel mio caso si tratta di marmellata salutista di mirtilli all'85% frutta dolcificata con succo di agave (solo 27% di zuccheri!), ma potete metterci quella che preferite :-) la torta ha un gusto sobrio è con la marmellata che potrete decidere di renderla molto dolce, p.e. con una classica marmellata di lamponi.
Coprite con il secondo strato e sbizzarritevi con le decorazioni: io ho usato il classico zucchero a velo avendo scelto una marmallata poco dolce. Abbiamo provato a usare dei taglia biscotto per "disegnare" alcune forme simpatiche... poi però la fame ha prevalso e siamo andati sul classico.

Ecco il vostro dolce: buona merenda!

venerdì 18 novembre 2011

Libri: Nella nebbia di Milano

Cari amici del Venerdì del libro,
la nebbia avvolge Milano e province limitrofe in questi giorni, ormai è un evento raro, per cui mi pare l'occasione ideale per parlarvi di un bel libro di uno degli autori che in assoluto prediligo, Bruno Munari.

Nella nebbia di Milano, di Bruno Munari, Corraini Editore

La prima edizione risale al 1968. Il lettore, adulto o bambino, viene completamente coinvolto ed entra attivamente nel racconto, in un percorso fatto di immagini e suggestioni create dall'uso di carte diverse fustellate e disegnate.
Un viaggio dentro la lattiginosa opacità della nebbia di Milano, un approdo nell'allegra vivacità del mondo del circo. 
Scrive Munari:
"D‘inverno la natura dorme e quando sogna appare la nebbia. Camminare dentro la nebbia è come curiosare nel sogno della natura: gli uccelli fanno voli corti per non perdere l'orientamento, scompaiono i segnali e i divieti nella strade, i veicoli vanno piano e si fa appena in tempo a riconoscerli che spariscono."

lunedì 14 novembre 2011

Risotto dolce alla zucca

Lo so, ho pubblicato da poco una ricetta di risotto alla zucca, ma questa è diversa, molto leggera e saporita e ha per noi un valore speciale: è la prima ricetta che ho eseguito nel week end nella cucina nuova! :-)


Ingredienti:
riso baldo
una fetta grande di zucca mantovana
3 carote dolci
1/3 cipolla bianca
poco sale
poco olio EVO leggero


Per prima cosa occorre fare la crema di zucca, nel nostro caso era già pronta dalla sera prima.
Come vi dicevo ieri, della zucca non si butta nulla (ne faccio sempre almeno mezza per volta così posso fare ricette per almeno un paio di giorni), questa ricetta infatti è una secondo uso di una meravigliosa velluatata di zucca e carote.

Per la preparazione del risotto e i suoi trucchi vi rimando a questa mia precedente ricetta, salvo qualche variazione sul tema. In questo caso la crema era così saporita e intensa di suo (pur senza condimentii praticamente, per la bontà della zucca e delle carote), che ho fatto semplicemente il risotto in modo molto più leggero e veloce (il tempo era poco e il lavoro davanti molto... ): ho unto la padella con dell'olio evo leggero, giusto per non far attaccare il riso, aggiunto pochissima cipolla tritata, stufato così per pochissimo, non avevo vino a portata di mano per cui l'ho bellamente omesso, poi aggiunto un po' di acqua e la crema e di tanto in tanto un po' di acqua quando serviva, fn a fine cottura. Alla fine ho mantecato con della margarina vegetale di buona qualità, senza olio di palma (se non l'avete in casa l'olio di oliva e va benissimo) e servito ben caldo.

Il colore ci ha catturati, il sapore anche di più, così vivo, così intenso...




Cuoricini di zucca

La scorsa settimana ci siamo divertite con la zucca, eSSe e io: ho tagliato la zucca a fette sottili e regolari e abbiamo inciso tanti cuoricini con dei tagliabiscotti. Era una giornata grigia, di malanni stagionali e stanchezza, serviva un po' di colore ed allegria: detto, fatto!


domenica 13 novembre 2011

Mainz: in giro per il centro

Mainz è una città abbastanza grande, ma non una megalopoli. Ha un centro storico, in grandissima parte solo pedonale, molto ben organizzato e accogliente per un turista.



Si può raggiungerlo camminando lungo il fiume, dove una lunga passeggiata permette di godersi il sole.

venerdì 11 novembre 2011

Libri: accoglienza e accettazione di se'

Cari amici del Venerdì del libro,
oggi voglio parlarvi di due libri, uno per grandi e uno per bambini.
Ho poco tempo e concentrazione per leggere in questi giorni, per cui recupero dal passato emozioni, ancora ben definite, riguardanti un libro che mi ha davvero lasciato molto:

L'albergo delle donne tristi di Marcela Serrano

"Un albergo ai confini del mondo. Un rifugio dove si intrecciano le storie comuni di tante donne. Un luogo simbolico, in cui staccarsi dal proprio passato e risvegliarsi alle emozioni e alla vita."
Ci riassume l'editore, e in questa sintesi c'è già la promessa di poter partecipare ad un'esperienza molto intensa di alcune donne molto sensibili e bisognose di confrontarsi e condividere il loro mondo emotivo. Questo libro racconta storie coinvolgenti, con una grande intensità, ma non è solo questo che lo rende interessante, bensì l'idea meravigliosa di un luogo del genere.
 "[Elena - la psicologa che ha aperto questo particolare albergo, ndr -] Si fa carico di noi. Il suo obiettivo è quello di guarirci, non di cambiarci, perché proprio il conforto che lenisce le ferite fa scattare il cambiamento, e questo conforto lo provi semplicemente per il fatto di essere stata accolta senza giudizi, senza rimproveri. Dolce rifugio dell'anima mia, recita la preghiera. La totale assenza di ruoli prestabiliti porta lentamente verso la riabilitazione. C'è un raccoglimento, in questa casa, che ha un sapore medioevale e mi fa pensare alla misericordia."
Si racconta ad una nuova ospite, spiegando poi delle regole di convivenza, del contatto con la natura e di come la vita di comunità, ma anche di tante esperienze in solitudine, che si potrà condurre in quel luogo potrà riportare pace interiore.
"Credo, Emilia, che ciò che qui fa bene sia il piacere della solitudine unito alla sensazione forte di essere sempre in compagnia. Il vedere noi stesse allo stato più naturale. Insomma qui si respira un clima d'altri tempi, di secoli passati, che devono essere stati sicuramente più umani."

Le storie delle vite di queste donne davvero si intrecciano e per certi versi diventano universali. Sono tutte anime molto tormentate, alcune sono state squarciate o travolte da esperienze molto drammatiche, altre vivono il disagio di non esser mai state accettate pienamente, di non aver mai avuto il conforto della compassione, il riconoscere la sofferenza e condividerla, da una qualche compagno di viaggio.

Si parla di rapporti importanti, con i partner, con i genitori e i figli, con l'amore, con il sesso. Ci sono belle pagine cariche di emozioni ed anche di erotismo. Si affrontano tanti temi diversi, tante sfaccettature dell'essere donne: di successo, nel fiore degli anni, bellissime, sfiorite, depauperate di ogni sogno, affrante da dolori inconsolabili, tradite, insicure, sole. Il passato il presente formano una trama fitta e altre storie si tessono su quelle precedenti. Dopo i 3 mesi che si possono passare nell'albergo ogni ospite esce diversa: più consapevole di se' e dei propri strumenti.

E' un libro che giudico avvolgente, perchè descrive l'ascolto empatico che ognuna vorrebbe e spesso non trova... 


Tante frasi mi avevano colpito, anche nel quiz di ieri ne trovate una.

Voglio abbinare a questo testo decisamente al femminile - anche se farebbe benissimo a un uomo leggerlo, per cercare di capirci - un piccolo libricino che abbiamo ricevuto in dono un paio di anni fa:


La giraffa vanitosa‎ di Bénédicte Guettier, disegnatrice di molti bei libri per l'infanzia.

E' decisamente molto carino e spiritoso questo libro, sia per i disegni molto colorati e simpatici, sia per la storia: una giraffa stanca delle sue macchie troverà modi diversi, fantasiosi e decisamente poco comuni per mascherarle o... liberarsene!

Questa nota bloggler propone un piccolo laboratorio creativo sul libro.

Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui
potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa ideea, l'elenco dei blog che aderiscono all'iniziativa e le istruzioni per partecipare.

giovedì 10 novembre 2011

un libro mi disse, il quiz del giovedì

Niente capita per caso, o forse siamo noi che seminiamo incosciamente sassolini a noi stessi...
Questa settimana pensavo a quale libro proporre per il quiz odierno e mi è capitato in mano a inizio settimana quello che ho alla fine scelto.
Sapendo di dover sostare in una sala d'attesa me lo son messo in borsa: un libro speciale, che gioia rileggerlo!
Voglio condividerla.

Pagina 56, frase 5:

L'aspetto peggiore della faccenda è immaginare che lui abbia davvero avuto un qualche contrattempo insormontabile e che io, per orgoglio, solo per orgoglio, mi debba sentire obbligata ad andarmene....

Le non regole, liberamente interpretabili:

Copia la tua citazione, indicativamente la quinta frase (se è di senso compiuto, se no quella più vicina che lo sia, o se è troppo breve anche quella successiva) della pagina 56 del libro che hai più vicino o di uno che ti va di metter sotto un riflettore. Se non c'è una pagina 56, somma le cifre (11, 2..)
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Personalizza il gioco come vuoi
Gioca e divertiti!
Se ti piace diffondi!

Buona divertimento e buona lettura!




Gli altri quiz del giovedì sul mio blog

Ha giocato con noi anche Attimi di Letizia

mercoledì 9 novembre 2011

Risonanze

Capita che un giorno ti svegli e non sei in forma. ...capita!
Capita che accadimenti vicini ma che non ti riguardano direttamente facciano innescare strane reazioni in te e un certa ansia si insinui.
Capita che questa ansia, con il suo incedere lento ma implacabile, un po' come l'acqua quando arriva e distrugge, apra la porta a un senso di inadeguatezza e di ...inutilità.
Capita che la gente - beh, non gente qualunque, ma quelli del tuo mondo emotivo - si lascino sfuggire o proprio ti dicano che sei esagerata.

Sì, sono diversamete sensibile, pensavo ieri mentre piangevo come una cretina da sola in macchina dopo aver "parcheggiato" (tu quoque!) chi porterà il germe di tanta diversità nel suo DNA (l'amara verità è che mia figlia mi ha scaricata "mamma VOGLIO andare dalle nonne, vai a fare le tue commissioni - scusa per sganciarmi - da sola") da nonne allibite. Non mi hanno visto durante lo sfogo ma l'hanno sicuramente intuito.

Capita che quando sei poi da solo piangi e non riesci a smettere e ti chiedi perché... perché?
Senti che è solo una strada, un po' tortuosa in verità, che hanno trovato lacrime che erano dentro di te da tempo e volevano uscire per portarsi fuori tante cose che ti fanno male e quasi le benedici (...solo a posteriori, sia chiaro! al momento ti senti male e basta), sperando che poi una volta ripulita l'anima dalla spazzatura emotiva si possa riprendere a stare bene a vedere solo i bicchieri mezzi pieni e non quelli vuoti o i pezzi rotti di quelli che non si riempiranno mai più.

Non sono una persona che cerca di bloccare le lacrime, quando arrivano le lascio fare.
Molti anni fa ho capito che se devono uscire, vogliono uscire, opporsi è solo peggio. Perchè non ci si riesce, perchè fa male, perchè se non escono poi faranno devastazione dentro. Alcuni anni dopo ho imparato che sono solo degli ambasciatori: raccontano che dentro c'è una sofferenza che ha bisogno di trovare una forma di espressione, richiamano l'attenzione su sentimenti e bisogni che premono per essere ascoltati, danno voce al bambino interiore, probabilmente.
Sono stata travolta da risonanze emotive.

Forse avrete come me assistito a qualche documentario scientifico che mostra gli effetti delle risonanze in fisica, questo è tra i più impressionante che io abbia mai visto:




Un accadimento della vita altrui ha pizzicato nervi scoperti, ha innescato riflessioni a catena che hanno causato un devastante effetto domino.

E' che io sono fatta così, e in questo momento della mia vita è anche peggio: sopporto, supporto, accumulo a lungo, e poi... ho bisogno di uno sfogo, che arriva improvviso, quando la misura è colma.

Nel momento in cui ero al culmine della tristezza e non controllavo la piena emotiva ho provato a chiedere supporto e conforto: parte del mio disagio era dovuto al sentirmi sola in certi tormentati pensieri, e sentivo un forte bisogno di condivisione.

Amiche affini molto care, mi hanno chi soccorso, chi teso una mano, ed è stato importante, ha fatto la differenza. Sono molto fortunata da questo punto di vista, ho delle amiche speciali.

Non l'ho però ricevuto dalle specifiche persone da cui lo volevo, non è stato capito cosa mi accadeva. La reazione è stata molto forte in me, ma dopo un confronto, duro e molto schietto (anche con me stessa), finalmente sono potuta andare oltre, e dopo sono stata finalmente meglio. 

Mi spiace se per errore sono finite vittime del vortice emotivo anche persone diverse da quella con cui volevo un chiarimento. Però forse non era un errore vero, forse è stata una mossa inconscia... forse vorrei che qualcuno, che so che ogni tanto passa di qui, sapesse cosa mi si muove dentro. Vorrei che capisse che a volte sono vittima delle risonanze e che fermarsi ai fatti contingenti distrae solo.
Mi piacerebbe molto essere capace di raccontare cosa mi preoccupa, cosa mi fa stare male, su cosa sto lavorando, ma non ci riesco. A volte però lo fa la bambina che è in me, che prova a richiamare l'attenzione, chissà se questo messaggio nella bottiglia arriverà a destinazione.

Ma non è finita qui. Poco prima di andare al funerale, è arrivata una notizia che aspettavamo da mesi, una questione delicatissima si è sbloccata, e questo sarà un grande motivo di stress in meno. Significa anche che da oggi si parte per nuove avventure, in un certo senso ricominciare da zero per il diretto interessato e di conseguenza per tutta la famiglia Cì (di più non posso dire). Vedremo dove ci porterà tutto questo.

"La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai cosa ci trovi dentro..."


martedì 8 novembre 2011

Parchi gioco tedeschi e riflessioni sull'autonomia

Ho sempre avuto l'impressione che l'attenzione per i bambini si misurasse in una città, in una cultura, anche dalla presenza di parco giochi e dalle loro dimensioni.
Che ne pensate di questi?


Si tratta del piccolo (!) playgorund (potete zommare questa mappa, spostandovi verso Nord Ovest, per farvi un'idea di quanto sia grande l'area giochi) del Volkspark, a Mainz. 

lunedì 7 novembre 2011

Croccanti e colorate insalate autunnali

Chi l'ha detto che l'insalata è principalmente un piatto estivo?
Certo bisogna guardare alla stagionalità, ma ci sono tante cose buone da mangiare fresche, e magari crude, anche in autunno e inverno.

Eccone una molto sana, gustosa e colorata. L'abbiamo mangiata ieri sera, è perfetta per una cena leggera e completa.




sabato 5 novembre 2011

Perdersi per Mainz

Abbiamo trascorso in Germania quasi un mese, al seguito del papà di eSSe che era lì per lavoro: quando è fattibile (e non lo è sempre), proviamo a tenere unita la famiglia così. Abbiamo elaborato questa strategia, che è sempre in divenire, per sopravvivere ad anni di lavoro molto poco family friendly e poter stare assieme più spesso, non senza sacrifici, ma fino ad oggi ha pagato. Mi crea imbarazzo parlare di "fatti miei" sul blog, per cui ho sempre solo accennato a queste trasferte in modo vago, ma penso sia bello condividere cosa viviamo, osserviamo, portiamo con noi dopo ogni esperienza da migranti temporanei. Per noi è davvero preziosa la possibilità di confrontarci con culture diverse, per questo voglio scriverne; è un modo per far viaggiare, e conoscere un po' di mondo con noi, chi legge: pronti a partire?

Vorrei mostrarvi la nostra Mainz.

venerdì 4 novembre 2011

libri: la morte presentata ai bambini

Cari affezionati del Venerdì del libro,
oggi desidero presentarvi un libro molto delicato che mi è stato consigliato da una amica di mouse (grazie elle) quando è mancato mio suocero, nonno della piccola eSSe.
E' anche la soluzione all'ultimo quiz con citazione misteriosa.

L'anatra, la morte e il tulipano
di Wolf Erlbruch 
Già da molto tempo l’anatra aveva come un presentimento.
«Chi sei? E perché mi strisci alle spalle di soppiatto?».
«Bene, finalmente ti accorgi di me» disse la morte. «Sono la morte».
L’anatra si spaventò. Non la si può certo rimproverare per questo.
«E adesso vieni a prendermi?».
Mi è molto piaciuto per la delicatezza e naturalezza con cui il tema viene affrontato. Nulla è taciuto, la vita - e quindi la morte - viene raccontata con realismo e ma la schiettezza con cui si affronta il tema non è mai shockante.

La morte segue l'anatra nei suoi ultimi giorni "casomai capitasse qualcosa", e quanto infine capita non è altro che il naturale avvicendarsi delle stagioni e l'arrivo della fine per l'anatra.

La morte, che ha un'espressione imperturbabile, col volto inespressivo di un teschio, con fattezze però quasi umane, accompagna i (piccoli) lettori per tutte le pagine del libro e presenta loro una costante della vita di cui i grandi faticano a parlare ma che, a mio parere, non va taciuta, nemmeno in tenerissima età.

Si impara a conoscerla questa morte, che a tratti è sarcastica ma che alla fine prova dispiacere a salutare l'ennesimo essere vivente, compagno di viaggio per qualche giorno, da cui si accomiata con delicatezza, con gesti carichi di rispetto e tatto.
L'aveva accettata come compagna l'anatra, dicendo che era molto gentile, non fosse stato per quello che era.

Smettendo di essere qualcosa di astratto forse può spaventare meno. Il diventare un personaggio con paure, sentimenti e dubbi, proprio come noi, qualcosa o qualcuno con cui ci si può anche confrontare, pur non fornendo mai risposte ai grandi dubbi sul cosa ci sia dopo, perché "nessuno lo sa", l'avvicina alla nostra esperienza.
Qualcuno ha scritto che si tratta di un libro che rompe l'ultimo tabù: parlare di morte ai bambini in un libro illustrato con immagini non usuali per il pubblico cui è dedicato, e forse è vero, non sono a conoscenza di altri che lo facciano. Come è vero che questo sia un tema non facile da trattare, ma io penso sia bene parlarne. Morire fa parte del ciclo vitale, semplicemente, "così è la vita", come dice la morte alla fine del racconto. 

Le illustrazioni sono perfette per lo scopo che il testo si propone e ne rafforzano in modo efficace il messaggio con delicatezza e garbo. I colori seguono la trama, è davvero come se l'autore ci prendesse per mano e ci facesse affacciare al confine del mondo che conosciamo con i suoi disegni.

Per chi volesse ulteriormente approfondire, questo articolo fa un'analisi molto puntuale.
Vi segnalo anche una carrellata di immagini dell'autore per esplorare il suo stile.

Il libro sfogliato su youtube:



E' difficile per una adulto metabolizzare la morte di un caro, è forse altrettanto difficile parlarne a un figlio, specialmente quando è molto piccolo. Cosa può arrivare a un bambino? Come spiegare cosa è successo e che quella persona cara non sarà più fisicamente tra noi senza spaventare o investire dei propri sentimenti? E nel nostro caso: come rispondere ai tanti perchè che un bimbo di 3 anni pone?

La nostra bambina è sempre attenta a tutto, dettagli insignificanti per molti sono per lei motivo di mille domande, ha colto sicuramente il nostro stato d'animo. Non l'abbiamo portata al funerale, ma è a conoscenza di cosa sia successo. Spero questo non significhi che per amor nostro ha rinchiuso i suoi sentimenti da qualche parte, ogni tanto indago in tal senso, sarebbe profondamente ingiusto se così fosse.

Non pratico il culto dei morti in modo canonico e al cimitero non vado mai, se non ai funerali, per rispetto di chi c'è ancora: non è ai resti umani che voglio vincolare il ricordo di una persona, ma al ricordo delle esperienze che abbiamo condiviso, solo così, io credo, le persone care restano sempre con noi, anche quando muoiono. Tenendo però conto delle sensibilità diverse e che è importante trasmettere le proprie matrici culturali, sono stata molto contenta di accompagnare eSSe al cimitero in questi giorni quando me lo ha chiesto e alla fine ci siamo state due volte in pochi giorni.

Giovedì scorso abbiamo accompagnato mia madre e mia nonna, e questa è stata occasione per ripercorrere tutto l'albero genealogico del ramo materno di mia figlia, visitando le tombe del ramo sepolto nella mia città.
In modo sorprendente, eSSe è tornata contenta dal cimitero e ne ha parlato con gioia al papà, sia perché l'abbiamo "trattata da grande" e abbiamo soddisfatto un suo desiderio (noi abitiamo vicine al cimitero e spesso ci passiamo accanto passeggiando verso il centro, dopo che è mancato il nonno per lei non è più stato solo uno dei tanti giardinetti che attraversiamo camminando ed aveva una certa curiosità), sia perché è rimasta colpita dalla quantità di fiori che secondo lei ne facevano "un bel posto". Era anche incuriosita - in alcuni casi un po' spaventata - dalle statue e tante altre cose che ha visto. Ha riconosciuto il monumento che commemora i caduti delle guerre, ne aveva visto altrove altri simili, per la presenza delle bandiere e per i muri alti con tante scritte (accidenti, i bimbi sono in grado di osservazioni incredibili).

Temevo di più la seconda visita, con il papà, qualche giorno dopo: il lutto è di pochi mesi fa e questo nonno che non c'è più è l'unico morto che ha conosciuto di persona, gli altri li conosce solo dai nostri racconti, invece è andata bene.

E' stato soprattutto qualcosa di positivo per gli adulti, che hanno visto il cimitero con gli occhi di mia figlia, per una volta. Anche se c'è stato un attimo di smarrimento quando abbiamo scoperto che accanto a mio nonno sono stati sepolti di recente due bimbi neonati.

Mi convinco ogni giorno di più che è vero che un bimbo porta con se' e diffonde generosamente tanta energia vitale. La sua presenza testimonia davvero che la vita è un ciclo e porta ottimismo ed energie positive nel mondo.

Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
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giovedì 3 novembre 2011

Due primi con la zucca e una proposta di menù

Ho un po' di foto arretrate da pubblicare, partiamo con qualche ricetta, un paio di primi, che hanno come unico elemento comune solo la zucca, come vedrete.

Eliche giganti trafilate a bronzo per una pasta alla crema di zucca, con alghe piccanti e un tocco di zenzero

Ebbene sì, avete letto bene! ;-)
Dovreste ormai sapere che non disdegno ne' i classici rivisitati (come il risotto che seguirà), ma anche sperimentazioni ad ampio raggio. 



Questo piatto è un piatto di risulta: avanzava in casa un po' di crema di zucca (vedi quest'altra ricetta), del vegformaggio alle alghe, un bel po' di zenzero ed è praticamente uscito da solo.

Ingredienti per il sugo:
per 4 persone circa

100 gr Zucca;
1 carota piccola;
1/3 di cipolla;
timo (limonato se l'avete);
zenzero da grattuggiare fresco;
veg formaggio piccante alle alghe;
olio EVO



Non è facile reperire il veg formaggio piccante alle alghe, ma anche con del tofu viene benissimo, magari con una spolveratina di pepe alla fine.

In abbinamento, a contrasto dolce con piccante, un piatto della tradizione che forse tutti conoscete, un confortante risotto caldo alla zucca.




Ingredienti 
per tre persone
circa 250 grammi di riso Carnaroli (per le dosi regolatevi in base alla vostra abitudine);
1/3 di cipolla bianca finemente tritata;
1 carota;
1/2 bicchiere di vino bianco;
200 grammi di zucca lessa con il suo brodo di cottura, da usare per cuocere il risotto;
rosmarino fresco e erba cipollina fresca in quantità, poco sale;
olio EVO e se l'avete in casa un cucchiaio di margarina (senza olio di Palma!) per mantecare.

Per la preparazione del risotto e i suoi trucchi vi rimando a questa mia precedente ricetta

Volete un secondo con la zucca?
Provate questi spiedini... golosissimi!

E per il dolce?
Eccolo!

Buon appetito!

mercoledì 2 novembre 2011

Un libro mi disse, il quiz

Anche questo giovedì, ehm... mercoledì! va on line il nostro quiz - gioco: pronti ad indovinare?

La citazione misteriosa di oggi è questa:




"Hai freddo?" domandò l'anatra. "Vuoi che ti scaldi?". 
Una proposta del genere non gliel'aveva fatta ancora nessuno.

Si tratta della pagina 11 (non sono numerate, ho contato dalla pagina del titolo in avanti) del libro di cui parlerò nel "Venerdì del libro" di dopodomani, per questo è accanto a me. E' un libro davvero toccante, per bambini, ma secondo me non solo.

Le non regole, liberamente interpretabili:

Copia la tua citazione, indicativamente la quinta frase (se è di senso compiuto, se no quella più vicina che lo sia, o se è troppo breve anche quella successiva) della pagina 56 del libro che hai più vicino o di uno che ti va di metter sotto un riflettore. Se non c'è una pagina 56, somma le cifre (11, 2..)
Linkati qui nei commenti, se vuoi
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Gioca e divertiti!
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Buona divertimento e buona lettura!




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martedì 1 novembre 2011

Zucca, olio e peperoncino...

La zucca è la regina di questi giorni, non c'è dubbio! Matura in agosto ma è possibile conservarla per tutto l'inverno e si dice si debba conservare entro Carnevale, per cui abbiamo davanti ancora molti mesi per gustarla. Ipocalorica e saporita, ha davvero molte proprietà, difficile scegliere uno dei tanti siti che le elencano, potete leggere un approfondimento su questo.

La amo molto e ne faccio i più svariati usi, ieri per esempio ho cucinato una bella pasta veloce e leggera:


Ingredienti per il sugo:
per 4 persone circa

100 gr Zucca;
1 carota piccola;
1/3 di cipolla;
rosmarino;
erba cipollina;
peperoncino
olio EVO

La zucca va stufata in poca acqua, poco salata, con la carota e la cipolla tagliate finissimamente e un po' di rosmarino aggiunto quasi a fine cottura. Quando la verdura è cotta va schiacciata con la forchetta e usata e ridotta a una crema che si userà per condire la pasta. Solo a questo punto va aggiunto, a crudo, l'olio extra vergine di oliva, il peperoncino e l'erba cipollina, possibilmente fresca, tagliati al momento.


L'accostamento dolce della zucca e piccante delle spezie è curioso e vincente. Provare per credere!



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