venerdì 27 gennaio 2012

Libri: l'albero di Anne, per aiutarci a ricordare

Cari amici del Venerdi del libro
c'è un libro che non ho ancora acquistato per noi, ma ho già regalato un paio di volte. E' un libro per bambini più grandi della mia eSSe, è indicato dai 9 in su, ma io lo trovo così bello e importante che ho deciso di parlarvene, proprio oggi, anche se ho avuto solo modo di leggere la generossissima anteprima che l'editore ha messo a disposizione.

Si tratta de L'albero di Anne, una ragazzina che conosciamo tutti perché ha scritto un importante diario. L'autrice è Irène Cohen-Janca.
Le illustrazioni sono di Maurizio A. C. Quarello che ho già avuto modo di apprezzare. Vi segnalo che è pubblicato anche in francese.

Un ippocastano, ammalato, temendo l'avvicinarsi del suo abbattimento decide di raccontare una storia preziosa, quella di una ragazzina che lo ha osservato da una finestra di Amsterdam per un lungo periodo... 

“Nelle città di rumore e polvere io sono quello che per primo annuncia la primavera. In aprile si schiudono le gemme e con lo stesso slancio sbocciano i miei fiori e le mie foglie. Io sono un ippocastano.” Un vecchio ippocastano, nel cortile di una casa alle spalle di uno dei tanti canali di Amsterdam. Ho più di cento anni, e sotto la corteccia migliaia di ricordi. Ma è di una ragazzina -Anne il suo nome- il ricordo più vivo. Aveva tredici anni, ma non scendeva mai in cortile a giocare. La intravedevo appena, dietro il lucernario della soffitta del palazzo di fronte. Curva a scrivere fitto fitto, quando alzava gli occhi il suo sguardo spaziava l’orizzonte. A volte però si fermava sui miei rami, scintillanti di pioggia in autunno, rigogliosi di foglie e fiori in primavera. E vedevo il suo sorriso. Luminoso come uno squarcio di luce e speranza in quegli anni tetri e bui della guerra. Fino a quando, un giorno d’estate, un gruppo di soldati -grandi elmetti e mitra in pugno- la portò via. Per sempre. Dicono che sotto la mia corteccia, insieme con i ricordi, si siano intrufolati funghi e parassiti. E che forse non ce la farò. Sì, sono preoccupato per le mie foglie, per il mio tronco, per le mie radici. Ma i parassiti più pericolosi sono i tarli, i tarli della memoria. Quelli che vorrebbero intaccare, fino a negarlo, il ricordo di Anne Frank.
(la quarta di copertina, dalla scheda ufficiale di Orecchio Acerbo)

Un modo originale per raccontare una storia nota, perché nessuno dimentichi e nessuna differenza (non importa quale) porti più a guerre e sofferenze.


E a proposito della gestione dei Territori, un libro che mi ha molto toccato e fatto riflettere.

Edit: ho appena trovato questa pagina, ve ne consiglio la visione (senza bambini vicini)


Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui
 potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa idea, l'elenco dei blog che aderiscono all'iniziativa e le istruzioni per partecipare.
E non dimenticate la biblioteca su aNobii dei VdL! 


I partecipanti di questa settimana sono:
 

35 commenti:

  1. Ciao Cì, queste storie e queste "memorie" mi mettono sempre i brividi.
    Mi è impossibile capire quanto cattivo possa essere l'essere umano.

    Non ho altre parole. Mi segno il titolo e cercherò di passare il messaggio ai bambini che non sono mai ne' troppo piccoli ne' troppo grandi per capire.

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  2. Non lo conoscevo affatto e mi intriga, magari provo ad anticipare... Alice è una brava ascoltatrice e riesce a vedere anche quando non ci sono immagini, se la storia la prende...

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    1. Monica di immagini ce ne sono molte e sono anche molto belle...

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  3. Penso che l'editore abbia correttamente scritto dai 9, ma sappiamo che le indicazioni sulle età per i libri sono sempre da prendere molto con le pinze!
    Visionate l'anteprima che ho linkato così potete farvi un'idea. Non è mai presto, è vero, per parlare con i bambini di qualsiasi cosa, ma in questo libro si fa chiaro riferimento a avvenimenti storici, la guerra e le persecuzioni naziste in particolare, molto cruente. Penso non saprei spiegare a mia figlia perchè Anne non torna e dove è andata. Non a 4 anni appena compiuti. Non dicendole la verità. Ed edulcorarla non avrebbe senso. Per questo ho scritto che per noi è presto. Però non manco mai di accennare che purtroppo oltre a quelli delle favole esistono mostri veri. Che brutto, però, dover dire certe cose.

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  4. Sono contenta che oggi a parlarne siamo in molti. Ho letto questo libro ed è molto bello ma personalmente credo sia per bambini anche più grandi di 9 anni... forse è solo una mia percecione perchè come ho scritto nel mio post ( se hai voglia leggilo)non so a che età si può raccontare ai bambini questa triste storia senza turbarli.

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  5. Il tuo libro mi interessa moltissimo. Come dicevo in un commento in un altro blog, io ho portato con me i miei bambini all'epoca di 5 e 9 anni a visitare l'ex campo di concentramento di Dachau, risparmiando loro la mostra fotografica e le zone più dure. Al più grande ho letto anche alcuni passi (selezionati) di "Se questo è un uomo" uno dei libri più sconvolgenti che abbia mai letto. Trovo giusto rendere i bambini a partire da una certa età, parte della storia, sia pure con le dovute e necessarie cautele, come si diceva la scorsa settimana in tema di morte e bambini. Se il bambino non è ancora pronto, o finchè non è lui stesso a chiederlo perchè in un modo o nell'altro ne è venuto a conoscenza, preferisco evitare di parlarne piuttosto che edulcorarla come giustamente afferma Cì.

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  6. Tematica molto importante. E non solo oggi, in questo particolare giorno, ma in ogni giorno dell'anno. Per i miei bimbi è un po' presto ma vorrei tanto leggerlo io questo libro... Poi, a tempo debito, arriverà anche il loro momento.

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  7. Piano piano farò il giro di tutte, ho in verità visionato stamattina presto molti blog ma ero in mobile e ho preferito rimandare i commenti davanti a una tastiere grande.
    Michela grazie mi dai modo di aggiungere una cosa: io trovo che l'unica cosa difficile da spiegare a un bambino sia la violenza. La morte naturale, come dice la parola, è abbastanza facile da spiegare e comprendere, quella per malattia e incidenti vari già è più complicato, ma per lo meno si può spiegare che capita raramente e nessuno lo avrebbe voluto, ecc ecc. Ma qui parliamo di omicidi di massa, di gesti violenti volontari. Ecco, siamo gli unici esseri viventi che uccidono senza un motivo (gli animali feroci uccidono per procacciarsi cibo), ha ragione Giorgia forse 9 anni non bastano per capire questa cosa... io non la capisco nemmeno a quasi 40

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  8. Hai perfettamente ragione Cì, la violenza, ed in particolare quella che origina dalla follia e dal delirio umano sono inspiegabili, per noi adulti e per un bambino. Non faccio vedere telegiornali ai miei figli, e seleziono accuratamente le poche cose che guardano alla televisione.Ma arriva il momento in cui il bambino fa delle domande, perchè ha visto o sentito non necessariamente a casa qualcosa, allora è giusto spiegare, non possiamo tirarci indietro. Nel nostro caso si è trattato di un libro che Tommaso nelle sue esplorazioni aveva trovato in casa. Non ho fatto vedere ai miei figli foto o filmati, si tratta di immagini la cui visione riesco difficilmente a sostenere pure io. Sono dell'idea però che se il bambino chiede debba avere una risposta. Poi è venuto il viaggio a Dachau, che è stata l'occasione per riparlarne, evitando come dicevo certe zone del campo e la mostra fotografica. Certo, quattro anni sono davvero pochi, e non avrei dubbi sulla non opportunità di addentrarmi in spiegazioni con un bambino così piccolo, che comunque è assai difficile a quell'età vengano chieste. ma Edoardo che ora ne ha sei e che spesso ascolta i dialoghi tra noi genitori e Tommaso che ha quasi quattro anni in più, si è trovato a vivere anticipatamente esperienze che suo fratello alla sua età non aveva ancora fatto. Credo ne siano stati sconvolti, increduli, forse in difficoltà nel comprendere, ma questa è una sensazione che non smetteranno di provare mai, neppure da adulti, sanno però che il mondo non è di certo fatto di sole persone buone. Mi interessa molto confrontarmi su questo argomento, perchè le mie posizioni sono tutt'altro che granitiche, ma piuttosto sofferte, e vorrei sapere come altri genitori abbiano scelto di affrontare il tema o di non affrontarlo, e con quali motivazioni.
    Michela

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    1. Hai ragione Michela, convengo su tutto. NOi abbiamo fatto uscire la TV da casa e io a volte mi ritrovo a leggere i giornali on line con sguardo circospetto perchè ho sempre paura di qualche immagine violenta che esce a tradimento (erano terribili quelle in occasione della morte di Gheddafi, mia figlia ne ha intercettata una che io non mi aspettavo proprio di trovare in HP e in quel momento condividevamo il monitor a metà mentre lei guardava un episodio di Barbapapà e io approffittavo di 5 minuti per vedere almeno i titoli e ne è rimasta molto turbata...). Se ci sono domande io rispondo sempre. Anche quando è difficile. Sono stata a Dacau in 4a liceo in gita scolastica, ricordo molto bene l'impressione delle fotografie hai fatto benissimo a non portarli a vederle.

      Dovremmo scrivere dei post a parte su questi argomenti e confrontarci, come sul tema delle differenze, tra blogger. La violenza è nella società e se vogliamo che smetta di esserlo possiamo solo studiare strategie per fare capire ai bimbi di che si tratta e rifiutarla nettamente ora e in futuro. Non possiamo parlarne nella prima infanzia ma dopo sì, sempre con la misura adeguata.

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    2. Ciao Cì, eccomi di ritorno per replicare alla seconda parte del tuo commento. E' molto interessante la tua idea di scrivere e far nascere un dialogo su questi temi. Ho scoperto tardi il post da cui è originato il confronto e lo scambio sulle differenze, si tratta di un argomento sul quale avevo a lungo riflettuto (come del resto quello sulla disabilità o la morte) ripromettendomi di parlarne. Ma la delicatezza dei temi, ed il fatto che richiedano per essere elaborati profonde riflessioni e la giusta quantità di tempo, mi hanno sempre portata a posticipare. Sono disponibile anch'io come Jessica a dialogare, sono certa potrebbe nascere qualcosa di interessante dal confronto dei vari punti di vista. Michela

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    3. Concordo, negli ultimi tempi su molti blog si sono affrontati temi importanti. VAnno anche "metabolizzati" e questo che è secondo me davvero delicato va discusso con altrettanta attenzione. Ci proveremo, dai! Se mi aiutate tu, Jessica e chiunque si vorrà unire sono sicura che verrà fuori qualcosa di interessante e magari anche utile (purtroppo!).

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  9. Hai fatto un'ottima cosa a ricordare tramite questo venerdì del libro la Giornata della memoria! Deve essere molto significativa questa riscrittura della storia di Anna Frank. Mi piace anche perché una delle nostre prossime mete di vacanza è proprio Amsterdam, dunque potrebbe far parte delle letture propedeutiche per prepararci al viaggio con Laura...

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    1. La memoria è importante, va allenata periodicamente.
      Poi mi dici se le è piaciuto? Del viaggio so già che leggeremo sul tuo blog :) Grazie, ciao!

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  10. grazie cì, lo compro e lo metto da parte(dopo averlo letto).. io faccio in questo modo.altrimenti dimentico di comprarli...un bacio.

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    1. Anche io faccio così ;) però ultimamente uso anche Pinterest, un po' e un po'. Vorrei anche andare più spesso in biblioteca, anche se... certi libri è bello averli.

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  11. Che post toccante, Cì.
    Non aggiungo nulla, non ho parole sufficienti a dire cosa provo davanti ad orrori come quelli dei campi di concentramento.
    Anche io ho parlato oggi (però davvero brevemente) di un libro che ha a che fare con la follia del nazismo, L'amico ritrovato di F. Uhlman.
    Ora condividerò sul mio post l'immagine che hai messo tu...grazie.
    Maris

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    1. Grazie Maris. E' difficile esprimere un giudizio su certe follie, fanno solo paura, credo ed è bello che in molte di noi abbiano parlato di questa importante memoria per esorcizzare che tornino tempi buii. Il libro di cui hai parlato è unao dei miei preferiti. ciao!

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  12. Grazie Cì di questo suggerimento, penso che la poesia possa aiutare anche noi adulti a capire e a trovare le parole per qualcosa che forse ci è in realtà inspiegabile e inaccettabile. Ci sono se organizzi un confronto sul tema suggerito anche da Michela.... Un abbraccio

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    1. Vero, la poesia è a volte l'unica strada. Allora organizzerà un confronto sul tema, devo maturare un attimo l'idea, poi vi aggiorno.

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  13. Un bellissimo suggerimento per un giorno importante, grazie!

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    1. Grazie a te, il tuo post è molto ricco di spunti, suggerisco a tutti di leggerlo. A presto!

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  14. Ci, neppure a mia figlia di quasi 5 anni riuscirei a spiegare un orrore simile. non saprei proprio da che parte iniziare. lei sa che c'è la morte, che fa parte della vita, ma non sa che è esistita e esiste purtroppo anche la crudeltà fine a sè stessa.
    Grazie per questa segnalazione, lo leggerò prima io sicuramente!

    sai che proprio ieri alla radio parlavano dell'ultimo libro scritto sulla famiglia Frank?
    ti lascio il link:
    http://www.einaudi.it/libri/libro/mirjam-pressler/i-frank/978880620987
    ciao!

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  15. Questo libro me lo segno e me lo tengo per quando PF è un po' piu' grande! Per ora abbiamo toccato il tema della morte, della malattia e della diversità ma non me la sento ancora di trattare con lui (5 anni)anche questo.
    Meglio prepararsi per tempo pero', perchè le domande arrivano e bisogna essere pronti.

    Gratie mille e buon fine settiman

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    1. Sono d'accordo, anche io gioco sempre d'anticipo, si viaggia veloci con questi bimbi :)
      Grazie della visita Paola e buon week end anche a vooi!

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  16. Questo libro me lo segno e me lo tengo per quando PF è un po' piu' grande! Per ora abbiamo toccato il tema della morte, della malattia e della diversità ma non me la sento ancora di trattare con lui (5 anni)anche questo.
    Meglio prepararsi per tempo pero', perchè le domande arrivano e bisogna essere pronti.

    Gratie mille e buon fine settiman

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    1. Hai ragione, meglio giocare d'anticipo! :)
      Grazie per la visita.

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  17. Avevo già scorto questo libro sugli scaffali della libreria e ora sono ancora più impazziente di leggerlo. Anch'io mi sono posta il problema di se fosse il momento di affrontare l'argomento a mio figlio che ha sei anni visto che a scuola gli avevano accennato qualcosa ma è stato proprio Edoardo a dirmi che però non se la sente perché ha capito che si tratta di qualcosa di molto triste. Aspetterò che sia lui a farmi domande. Nel frattempo cercherò il miglior modo di spiegarglielo, un po' alla volta, ogni cosa a suo tempo.

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  18. Io sono dell'idea, come te, di non forzare mai quando non vogliono affrontare un argomento che suscita in loro emozioni difficili, a meno che io mi renda conto che la cosa li spaventa, solo in quel caso cerco almeno di rassicurare, anche indirettamente ("questo accadeva qualche anno fa / molto lontano da noi"). ciao!

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  19. Anni fa sono stata ad Amsterdam e ho visitato la casa di Anna. Per tutta la visita ha avuto i brividi. Una sensazione di già visto e di vissuto che mi è rimasto dentro per tutto il soggiorno in quella bellissima cità. Anni dopo ho portato una mia classe a Dachau, una mattinata piena di silenzio e lacrime ingoiate, nevischiava pure, ho potuto solo vagamente immaginare cosa potessere aver provato tutte quelle persone, e quel poco era già lancinante. Il luogo, gli oggetti, le foto tutto da vedere per pensare a quanto sia pericolosa la follia umana e per non dimenticare questi orrori (che purtroppo continuano a riproporsi altrove).

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    1. non sono mai stata ad Amsterdam, ma ci andassi visiterei sicuramente la casa di AF. A Dachau siamo stati in gita anche noi, il museo fotografico è stato il momento più duro, per me era già scontato che fosse un orrore ogni forma di guerra e in classe tutti ci chiedevamo perchè fossimo gli unici sf*** che andavano a vedere gli acceleratori di particelle (ben due...e ognuno in giornata!) e Campi di Concentramento mente le altre 4° andavano a Parigi o altre città più "vive", però effettivamente quella visita dopo ha avuto un senso e ne ho memoria ancora oggi.

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  20. Sicuramente interessante, e penso di un certo spessore. Onestamente (so di essere piuttosto rara) non ho mai letto per intero neanche il Diario di Anne Frank, solo alcuni pezzi quando andavo a scuola che si trovavano nelle antologie. Prima o poi, magari, lo leggo, anche se le storie dei deportati mi rattristano sempre. In ogni caso ritengo che siano entrambi validi libri che meriterebbero di esser letti.
    A presto, ciao! ;)

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    1. ciao Fra, ero convinta di averti già risposto. Anche io l'ho letto nello stesso modo, mi hanno incuriosita di più altri libri sul tema, il mio preferito è quello di cui ha parlato Maris è il mio preferito (vedi link di CaraLilli in coda al post ) ma mi ripropongo di riprenderlo in mano. Anche io ho momenti in cui ho proprio un rifiuto per i libri che raccontano la violenza del genere umano, ma sono libri necessari. Purtroppo. La guerra esiste da sempre, e non pare volersi estinguere come fenomeno.

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  21. @Michela, Jessica e le altre interessate al tema: ho deciso di riparlarne venerdì, ho trovato un libro interessante... se avete intanto riflettuto anche voi sul tema e ne avete scritto linkatemi qui o sul prossimo post del VdL i vostri contributi, mi farà molto piacere leggerli. A presto!

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