mercoledì 1 agosto 2012

Pesto ed accostamenti arditi:
nostalgia di casa e diario americano

La nostra piccola ogni volta che si va al ristorante alla domanda: "eSSe cosa ti piacerebbe mangiare?"
Risponde da qualche settimana: "Pasta al pesto!" (che un pochino suona ancora "paFta al peFto", ma sempre meno: mamma mia, come cresce veloce!)


C'è da capire che abbia un po' di nostalgia e sia stufa del kids menu - un indubbio gesto di civiltà, che permette a ogni famiglia di spendere davvero una cifra simbolica per ogni figlio che si porta a mangiar fuori e nel contempo intrattenere con giochini vari l'attesa - che prevede immancabilmente un paio tra:

- Fish&chips (perchè a volte è importante lasciar provare molti cibi che si è deciso di escludere dalla propria dieta, specie quando il papà è onnivoro, anzi "veg part time per convenienza" come dice lui :) e il fish&chips se lo ordina per gola, ma perfortuna eSSe ha un buon intuito e non si è fatta irretire dalla frittura...);

- Fettuccini Alfredo (esattamente come ve l'ho scritto, la "i" finale è un must per il cibo italiano (!?), si tratta di pasta al pomodoro con condimento abbastanza pesante e pieno di aglio, perchè in America in molti pensano che la pasta da noi si faccia così e ignorano la ricchezza della nostra cucina regionale, così come confondono Italia e Francia - le due mecche dal buon mangiare e bere - ma come biasimarli quando nei libri di geografia non c'è scritto che il Colosseo sta a Roma e la Torre Eiffel a Parigi e molti europei non hanno idea di quale sia la costa di NY e quale quella Californiana e che tra le due ci siano ben 3h di fuso orario?);

- Quesilladas al formaggio (le patatine messicane se va bene fatte al momento, se no di quelle che si trovano anche nei super, con formaggio fuso sopra e nei ristoranti più generosi a volte fagioli neri, che vabbeh... son golose però...  vedi sopra!);

- Pizza baby al formaggio (che a volte è quasi meglio Pizza hut - talmente nota e diffusa a livello globale che ne ho trovata persino in Ladakh sull'ex via della seta, incredibile! - . No: la pizza, come la intendiamo noi, in America è un capitolo triste, ci mettono un formaggio americano e poi la servono con "parmesan cheese" da aggiungere dopo (!) che non è Parmigiano, ma una sorta di formaggio grattuggiato industriale, eppure spopola, specialmente la "pepperoni pizza" o "zucchini pizza", ma soprattutto la "salami pizza", poi ovviamente c'è la pizzeria che fa eccezione e propone pizza all'italiana doc, e comunque immancabilmente gli americani ti chiedono "ma è come quella vera?");

- Hamburger e patatine fritte, con ricchezza di salse varie e cola grande abbinata (no, questo mi rifiuto di farglielo provare... c'è un limite a tutto, sia perchè è cibo spazzatura innegabilmente, sia perchè dopo aver letto questo libro in USA sicuramente non faccio mangiare carne da fast food a mia figlia)

Va meglio se si va in qualche ristorante asiatico, ma di questo parlerò un'altra volta! :)

La nostalgia va tenuta in considerazione, così al mercato ho comprato una piantina di basilico, che ora fa bella mostra di se' sul davanzale, e ho fatto un pesto al coltello (non avevo altri strumenti per prepararlo e mi sono arrangiata così...)




Ho messo su un tagliere le foglie di basilico ben lavate, uno spicchio di aglio rosso piccolo, mandorle non sgusciate e noci di macadamia e ...via! Ho tagliato sottile sottile e poi ho amalgamato con olio di oliva extra vergine e aggiunto un po' di sale.
A me la pasta al pesto piace servita con i fagiolini, qui ho usato quelli cinesi* di cui vi parlerò presto...

Niente male, vero?
La piccola eSSe ha giocato a "indovina che c'è nel piatto" e con mia grande soddisfazione ha riconosciuto le mandorle. Onestamente temevo una reazione molto avversa alla granulosità di questo pesto improvvisato senza gli strumenti giusti, ma mi è andata bene... (ovvero le mancava così tanto che è passata sopra a quanto discosta dalla sua ricetta preferita, che trovate qui e qui)

Era avanzato un po' di pesto così ho pensato di condire aggiungendo un po' di olio EVO un'insalatina di cuori di carciofo crudo* (che qui sono di stagione), perfetta come secondo leggero.


Mentre cucinavo ho pensato che dopo pranzo un bicchiere di fragole tagliate fossero perfette per concludere il pasto...


...oppure per dare un tocco colorato all'insalatina di carciofi crudi.




Accostamenti arditi, che piaceranno ai più curiosi e non convinceranno i più tradizionalisti (tradotto: io ho adorato questa insalatina tutta cruda dolce e salata, croccante e morbida, il marito è rimasto perplesso - e già non ama i carciofi crudi -, a eSSe non piacciono i carciofi giganti americani perchè sono troppo coriacei crudi, niente a che vedere con i carciofi sardi o di Albenga freschi che crudi tagliati finemente si sciolgono in bocca...), chissà se la prossima primavera in Italia potrò ritentare l'accostamento tra gli ultmi carciofi e le prime fragole.

*Presto vi proporrò una ricetta con questi fagiolini particolarissimi, intanto ecco i super carciofi che sono protagonisti oggi:


Sono sinceramente inquietanti per le dimensioni che hanno, sono grandi come una spanna, persino i fratelli minori "organic" sono grandi come un carciofo gigante italiano... del resto, in USA, tutto è grande!

Con questo post partecipo alla raccolta di frutta e verdura del mondo, partecipate anche voi, non servono foto di verdure esotiche, chi ha l'orto mi faccia vedere le sue "creature" e chi frequenta i mercati le meraviglie del Bel Paese! :)

Una raccolta fotografica di frutta, verdura e spezie del mondo


Alla prossima!


14 commenti:

  1. mi piace la nostalgia di eSSe, e mi piace come la gestite...e mi piace anche il tuo pesto :))

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie! Il pesto veg è ottimo nelle sue tante varianti, col basilico fresco del resto ogni ricetta ha un tocco in più... ciao!

      Elimina
  2. Mi hai fatto venire in mente che uno dei protagonisti di Ratatouille si chiama LinguinI :-)

    E, che dire, è proprio vero che la lettura di Se niente importa è un punto di svolta nella vita di tanti: è lì, nella mia libreria da un anno, dopo altre letture, e mi guarda. La prima a parlarmene (e a farmi fare altre letture sul genere) è stata la mia amica Maresa: è da tanto che non la sento, come è da tanto che temporeggio su questo volume.

    Riflessioni di inizio estate, scusami.

    Sto raccogliendo un po' di foto dai mercati estivi: a breve parteciperò alla tua bella iniziativa.

    A presto,
    Grazia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Grazia, è un bel llibro, ma è una di quelle letture cui si deve arrivare sereni: Foer non scrive per convertire qualcuno, scrive per informare. Assomiglia più a un'inchiesta, fatta da un papà, con riflessioni che ha voluto condividere. Io ero già vegtariana da 20 anni, con quel libro ho capito che alcune cose non le avrei potute più mangiare nemmeno occasionalmente e che mia figlia, cui faccio assaggiare in media ogni cosa di cui è curiosa fuori casa, certi cibi specialmente in USA non li farei mai mangiare. Da allora, spontaneamente sono andata in direzione di cucinare sempre più spesso vegan. Ci sono altri che da onnivori hanno ridotto un po' il consumo di carni e soprattutto iniziato a fare un serrato consumo critico e acquistare solo carne tracciata o di piccoli allevatori locali che non usano mangimi chimici e latte e dderivati degli allevatori che fanno realmente pascolare il bestiame. Basta poco: anche solo NON comprare le uova che non siamo bio.
      Il pregio di questo libro è spiegare come funziona la zootecnia moderna, la sua deriva, l'inquinamento che porta, poi ognuno con queste informazioni si muove secondo coscienza e sensibilità.

      Elimina
    2. Io sono allo stadio la carne si compra solo da un unico allevatore, quello che ho visitato personalmente e che ha gli allevamenti bradi sul monte Penice, tra Piacenza e Pavia, e la si consuma massimo una volta a settimana; il pesce arriva da un allevamento bio veneto, e le uova non bio non si comprano nemmeno per colorarle. Il resto lo acquisto solo biologico dal Gas a cui appartengo da più di sei anni.
      Ma mi manca ancora molta strada da fare e di consapevolezza da acquisire.

      Elimina
    3. Io ho fatto come te nella fase di (auto)svezzamento di eSSe - difficilissima per me, per le scelte da fare, per il dover pesare etica, scelte diverse mie e di mio marito, informazioni controverse e dubbi di mille tipi -
      Oggi ho più informazioni, meno ansie, ma continuo a pensare che il mio primo dovere di genitore è badare per prima cosa alla salute di mia figlia. Questo libro da spunti su come custodirla, il consumo critico e informato è un tassello fondamentale.

      Elimina
  3. ma vi siete trasferiti in america o siete in vacanza???

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ne' uno, ne' l'altra: mio marito è qui per lavoro, noi al seguito... ciao!

      Elimina
  4. Le dimensioni giganti dell'America hanno il potere, dopo tanti anni, di sconcertare ancora anche me. Bello (e buono - ché a me granuloso piace) il pesto al coltello. I carciofi invece per me sono una delle poche verdure che amo incondizionatamente cotta ma poco poco cruda...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le dimensioni giganti fanno impressione specie nelle verdure: il primo anno sono stata in visita a delle fattorie e p.e. i pomplemi erano grossi come dei meloni! Le cipolle come pompelmi, le fragole come mandarini.... e così via... e al di là di tutto, i bicchieri da acqua sono da pinta, le confezioni di farina da 2kg e mezzo, quella di cacao da 280gr!!! ecc ecc ecc... :-O

      ciao!

      Elimina
  5. Bravissima! Anche io lo faccio sempre da me ed e' buonissimo. Ma sai che ho una pagina del blog con il cibo che non troverete mai in italia, e ovviamente fettuccini alfredo non manca. Ma perche' li' (san diego?) c'e' il pomodoro???
    E sai che qui (Miami) i carciofi sono immangiabili? Durissimi, devi pulirli allo stremo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. :)
      chi fa da se' mangia felicemente esattamente quello che ama ;)
      Stasera vengo a cercarla...
      Pensa che però ho scoperto che c'è la variante messicana delle ricette "Alfredo" ;)
      Siamo a Los Gatos ora, a un'ora da San Francisco. E questa è la zona delle coltivazioni, c'è frutta e verdura meravigliosa - anche se curiosissima! -
      Il carciofo ha un sacco di scarto pure qui, e li devi cuocere almeno 40 minuti, però sono saporiti e hanno un sacco di clorofilla, l'acqua di cottura è verdissima! :)

      ciao!

      Elimina
    2. Quaranta minuti?? Allora devo provare, grazie del consiglio!

      Elimina
    3. Oggi li ho rifatti (sulla carta migliori, più piccoli, presi al mercatino bio dietro casa, da "sciuri") ed erano tremendi, duri anche dopo quasi un'ora e con il coperchio. Meglio quelli organic ma della razza gigante, come nelle foto qui sopra. I carciofi qui in USA son proprio coriacei e ho capito che va a fortuna trovarli buoni, anche gli anni scorsi era così...

      Elimina


Grazie per il tuo commento, le tue impressioni per me sono preziose :-)
È attiva la moderazione.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...