domenica 20 ottobre 2013

Meraviglie in America

Ieri ho letto questo post di Ero Lucy Van Pelt, poi quello di Non Si Sa Mai, partiti da una domanda su Reddit: cosa vi ha colpito la prima volta che avete visitato l'America?
Mi è venuta voglia di scriverne anche io...

Di prime volte io ne avrei due però: la prima volta da turista, 20 enne, la seconda da semi-expat al seguito del marito, da più adulta e mamma.

Se volete conoscere le mie risposte saltate le premesse ;)

Va premesso che io non sono mai stata fan degli Stati Uniti, prima di andarci (ora ne ho addirittura nostalgia!).
Certo mi divertiva guardare i telefilm e sarei stata curiosa di vedere se corrispondessero al vero, ma non sarei mai andata per turismo in America se non avesse tanto spinto quello che ora è mio marito. Degli USA vedevo principalmente i contrasti, le tante cose negative: la pena di morte, una coscienza ecologica pari a zero, poca cultura, junk food ovunque - a 20 anni ero molto diversa da oggi ma già prevalentemente vegetariana, tanto idealista e, allora, maniaca dello sport -, mi spaventavano la polizia e un po' le grandi metropoli - che per una che studiava a Milano è buffo se ci pensiamo -. E non ero minimamente interessata ai Parchi Naturali, ero già fortissima lettrice ma kerouac non lo riuscivo a reggere! Era il periodo in cui per me vacanza significava MARE, possibilmente in un'isoletta remota lui&io, io&lui... e basta!  quindi non mi attirvano per niente, senza contare la spesa che temevo inaccessibile, lavoricchiavo sì oltre a studiare, ma non avrei potuto permettermi facilmente un viaggione, da costa a costa, come l'aveva in mente A.
Invece poi abbiamo trovato un modo economico e divertente per attraversare gli States, sono riuscita a farci entrare anche 3 gg a NY, la più europea delle città americane, pensavo allora, l'unica con Musei - con la m maiuscola... - anche se poi non ne ho visitato nessuno (costavano troppo!) e che mi attirasse. Siamo partiti all'avventura da NY a LA, con altri 11 compagni di viaggio di 6 nazionalità diverse, sacco a pelo, spirito di adattamento, e l'energia dei 20 anni e... è stato bellissimo!!! ma così sto divagando, torniamo all'oggetto del post ;)

Cose che mi hanno colpita la prima volta negli States (anni '90)

- La bellezza di tutto!!!
Di NY mi sono innamorata subito, mi sembrava di essere in un film, abbiamo camminato, camminato, camminato, spessissimo a testa in su, per vedere palazzi e monumenti, ma tantissimo anche guardando i passanti. Era tutto esattamente come me l'aspettavo, come veniva descritta sul piccolo e grande schermo, e il momento più bello sull'Empire State Building al tramonto, non volevo più scendere.






- Le grandi dimensioni di tutto, proprio nel concreto: quando facevano la spesa (nel nostro viaggio era previsto fare campeggio quando possibile per spendere meno, fare una spesa comune e cucinare a turni) era tutto così grande, le dimensioni dei pacchi più piccoli erano inquietanti, persino il dentifricio più piccolo era grande il doppio di uno normale italiano, per non parlare dei bicchieri take-awy di caffè o bibite.

- Il rapporto suicida con il cibo (ho visto in quel viaggio il mio primo "all you can eat", allora era una cosa solo americana).

- Le taglie più grandi dei vestiti: all'epoca ero molto magra ma essendo anche alta era veramente strano entrare sempre nelle Small.

- L'alterazione (e complicazione) di qualsiasi gusto, di qualsiasi alimento: vuoi una coca cola? un caffè? Sarà più facile trovare una cherry cola, un caffè all'aroma di zucca... (povera illusa: pensavo di poter ordinare una versione basic, per avere caffeina e basta, invece non è così semplice), e, sì, tantissimo cibo spazzatura.

- Gli obesi, quelli veri. Non avrei mai pensato prima di vederne uno dal vivo che potessero esserci persone così grosse. Davvero grosse. E che in certe città fossero veramente tanti.

- La maestosità della Natura, in particolare dei parchi rocciosi (io amo gli alberi, il verde, i colori): non pensavo davvero di poter rimanere così colpita dalla Monoument Valley, piuttosto che dalle altre vicine.


- Il fascino della Route 66 e del percorrerla su un piccolo van, a volte fermarsi a osservare gli spazi aperti sconfinati, ad ascoltare il vento, o cosa racconta un coetaneo americano che parla della sua vita, della sua famiglia, dell'università...



- La cordialità della gente, specialmente nei posti più piccoli.

- L'accoglienza festosa quando si diceva di essere italiani (che non è lecchinismo, quando si viaggia in tanti, di tanti luoghi diversi, e lo dicono solo a te ne sei certo), e l'invito puntuale a cucinare per loro o spiegare qualche ricetta.
Il ricordo più bello in un campeggio texano: il proprietario ci affidò la sua cucina e cucinammo pizza per tutti! Fu molto divertente...



- Il concetto assolutamente spartano di campeggio. Io ho viaggiato parecchio on the road e zaino in spalla da ragazza, quando ho fatto l'inter rail al liceo i soldi erano contati, dormivo spesso per terra nelle stazioni, nei treni, dove capitava, ma ero ancora legata al concetto di: campeggio = si sta tutti vicini al sicuro con a disposizione servizi igienici di base. Lì no! Campeggio in alcuni parchi significa: metti una tendina nel nulla e poi ti arrangi. Come unico contatto con umani incontri il ranger che ti dice di non uscire di notte, ché ci possono esser animali pericolosi (orsi?) o che ti si intrufolano in tenda, tipo le puzzole...  (posso confessare? più che degli animali avevo paura degli alieni dopo esser passata da Rosvelt e aver tanto letto e sentito dell'area 51...)

- Realizzare la nostra (di europei) ignoranza per le realtà americane, tanto varie quanto quelle europee (perché pure loro non scherzano nei nostri confronti...) .

- Il modo di porsi nei confronti delle regole, la severità (me l'aspettavo), ma anche qualche escamotage dei ragazzi (pensavo accadesse solo nei telefilm), e il modo diverso di esser giovani in Europa e in USA.
La prima regola con cui ci siamo scontrati noi era il filtro per entrare nei locali dove veniva servito alcool: nel nostro gruppo c'erano 3 ragazzi francesi che non avevano ancora compiuto 21 anni. A volte l'abbiamo infranta, la nostra guida sapeva dove fosse più facile e dove inutile provarci. Si andava a bere una birretta ascoltando un concerto, niente di criminale, ma ti chiedevano la ID per entrare.
In Europa un universitario, o comunque un ventenne, è considerato adulto.
In USA ha molte più limitazioni. Poi però guidano a 16 anni, vanno a vivere da soli prima di noi...
La seconda, inflessibile, riguardante i confini e visti.

- L'idea che divertirsi sia qualcosa che non ha età: un mio professore universitario definiva l'America del Nord un divertimentificio, non aveva torti.

- La folle escursione termica tra l'esterno e l'interno (ristoranti, negozi, supermercati...), specialmente in posti torridi come Las Vegas. FOLLIA!!!


Quasi 20 anni dopo sono tornata, da expat part time, al seguito del marito. Ho visto tutto con occhi diversi. 


- La gentilezza nel quotidiano: ogni persona, sul lavoro come per strada è cordiale. SEMPRE. Spesso la gente ti sorride e saluta anche se non ti conosce, ma c'è un ma: c'è chi è realmente cuorcontento, ma a volte è la recita di un copione.

- E' assolutamente semplice chiaccherare con chiunque e diventare compagni (quando si condivide un'esperienza). E' invece molto difficile stabilire rapporti duraturi. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. La domanda "come va?" prevedere una sola risposta: "bene, e tu?".

- Nei negozi sono gentili, salvo nelle grandi città, in cui posson esser più europei (leggi: scontrosi). Più la città è piccola, più vige il "take it easy".

- Ci sono città dove quasi nessuno porta l'orologio. Poi però per strada gli orologi pubblici sono marca Rolex...

- Ogni ristorante ha un kids menù e quasi sempre ai piccoli vengono offerti pastelli colorati e giochini per ingannare l'attesa. Purtroppo spesso è composto di cibo spazzatura, ma è un gesto di civiltà notevole.

- Le biblioteche sono bellissime e molto frequentate! Ci vogliono 5 minuti di orologio per avere la tessera della biblioteca, anche se resterai in quella città solo per poche settimane: basta tu abbia un domicilio.

- La criminale escursione termica tra locali con AC (persino la tua camera se non rientri immediatamente dopo che l'hanno rifatta) e il fuori. Le esperienze peggiori in libreria. ;) 

- E' meglio se non ti ammali: la sanità è carissima!!! Come le assicurazioni sanitarie.

- Puoi veramente uscire come ti pare, anche con i bigodini, ma se esci da alcuni schemi comportamentali, specialmente quelli che attengono il pudore, ti guardano storto (in California è mal visto allattare in pubblico se non hai la nursing cover).

- Le donne escono quasi sempre struccate, ma anche la signora che fa le pulizie all'aeroporto nei bagni ha delle unghie strepitose!

- Il divario tra ricchi e poveri è molto ampio. Ed è molto facile perdere tutto. Abbiamo visto davvero mendicanti in giacca e cravatta nel 2009 nelle city delle città californiane.

-  La polizia dei piccoli centri è cordiale, si ferma per sorriderti, saluta se ti incrocia per strada, scherza con i bimbi. Quella delle grandi città fa invece paura.
Morale: le regole si rispettano, punto.

- Il "first in, first out" agli incroci funziona! Nessuno bara, tutti si fermano sempre, non ci sono incidenti (la polizia è sempre dietro il cespuglio pronta a beccarti se sgarri!), o almeno questa la mia esperienza nella piccola provincia. 

- E' il paese dei cartelli. Alcuni sono francamente ridicoli, ma funzionano: nei parco giochi è vietato fumare e in terra non trovi sigarette, né lattine, né rifiuti. In spiaggia è vietato fumare e se ci provi il bagnino ti individua subito con il cannocchiale e non ti molla finchè non hai spento e preso e portato al cestino la cicca. Se provi a portare in autobus una bottiglia, anche nel suo sacchetto, il conducente - nel caso che ho visto io la conducente - si ferma e ti scarica. Punto.

- I cavi elettrici sono da terzo mondo!



- Il clima cambia ad una velocità impressionante. Sono tutti maniaci di previsioni del tempo, però non frega niente a nessuno se fa caldo o freddo, pare non sentano l'escursione termica.

- In California c'è più nebbia che a Milano. Arriva e se ne va in orari precisi.




- Le taglie dei vestiti sono complicatissime!!!
Non ho ancora capito esattamente come funzionano, ho rinunciato a comprare reggiseni in USA, ho installato due app diverse ma non è bastato! ;)
E' invece intelligentissimo che esistano le taglie differenziate in slim, petit, plus, regular.

- Se una cosa è rovinata, o anche solo non ti piace più, te la cambiano o ti ridanno i soldi e con tante scuse. Senza storie. 

- Ho visto più scuole montessoriane e "Reggio style" in silicon valley che in Lombardia...

- Nei parco giochi, che spesso son enormi, superstimolanti, curatissimi, non vandalizzati, ci sono bagni pubblici bellissimi e puliti. E attrezzati per i più piccoli.

- Nelle grandi città nei parco giochi dopo il tramonto spacciano: non me l'aspettavo, ci sono rimasta malissimo. 

- Le bandiere sono ovunque. E' commovente come siano fieri di esser americani. Fanno venire amor di Patria persino a noi italiani...


- Gli americani ADORANO gli italiani, specialmente in California, dove li associano a cultura, buon gusto, alta cucina. Gli altri li adorano perchè pensano di adorare il cibo italiano.
Noi ci vergognamo per certe questioni interne, loro si limitano a non capirle ma non ci giudicano per questo, forse ci considerano solo pittoreschi, sicuramente hanno di meglio cui pensare.

18 commenti:

  1. da un post ne sono venuti fuori tre, bel risultato dai :)

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  2. l'America mi sembra così lontana,un posto irraggiungibile e mi sono divertita a leggere questo post,imparando qualcosa in più :) per me l'America è quella dei film,l'ho vista soltanto lì :) però i cavi elettrici mi hanno ricordato delle foto molto simili che ho scattato in India,curioso!

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    1. Avevamo già avuto occasione di constatare la preferenza comune per l'Oriente, ma in effetti anche l'Occidente ha il suo fascino. :)
      Sì, i cavi sono quasi come a Delhi, persino in silicon valley. E ho detto tutto!!!

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  3. Sono tutte vere, sopratttutto l'ultima!

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    1. Vero? La sindrome di Calimero ci rende un po' egocentrici, ma agli americani frega abbastanza poco dei nostri pasticci (e figuracce, e per fortuna!).

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  4. Brava, mi hai ricordato dello stupore quando il conducente del bus mi fece buttare la mia innocentissima bottiglietta di acqua!

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    1. Nel nostro caso era un ragazzo, l'ha trattato come un tossico, però forse aveva ragione ad allontanarlo perchè ha reagito abbastanza male, soprattutto perchè è rimasto a terra... La loro forza forse è nel non fare eccezioni, per noi è così difficile da capire, però su alcune cose funziona.

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  5. eh ma io non ci trovo (ormai) niente di strano che le donne si coprano con un telo piuttosto che spaparazzare le tette al vento :-)
    si, e' un gesto naturale, si il bonding con i figli ecc... pero' non cambia niente se tutto avviene sotto un lenzuolino leggero leggero di lino :-)
    la vedo come una forma di rispetto verso le altre culture/religione, e anche una forma di pudore, eprche' no... d'altra parte e' vietato il topless

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    1. Marica, ho capito cosa intendi, e posso convenire che ad alcuni possa dar fastidio o sembrare poco rispettoso (benché a me sembri molto naturale...), ma quel che non mi piace del nursing cover è che non serve a coprire il seno (per quello basta una sciarpa, io ho sempre allattato così perchè sono abbstanza pudica e per proteggere mia figlia da sguardi indiscreti diretti al mio seno ;) ) ma proprio il bimbo. L'impressione è nascondere il gesto di allattare, per questo non mi piace. Pensavo di esser forse io molto europea in questo ma poi ho visto molte campagne internazionali a favore dell'allattamento che lo criticavano come burka per neonati. In sintesi mi pare un buon esempio di moralismo all'americana. Io non ho un approccio alla francese (niente topless ;) ) però mi pare a volte esagerino, anche se poi posto che vai usanze che rispetti, o almeno io mi regolo così :)

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  6. Dove hai vissuto in California? Mia sorella vive da qualche anno a San Francisco, mentre precedentemente aveva vissuto in Florida, dove sono stata anche a trovarla.
    Spero la prossima estate di riuscire ad andare, sarebbe bello un confronto con la tua esperienza...

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    1. A Los Gatos, una deliziosa cittadina che sembra Pleasentville (quella del film) in silicon valley. E' vicina a SF, città meravigliosa, ma con un clima decisamente migliore!. Approfitta, è FANTASTICA! Anche se l'estate non è il momento migliore climaticamente ma potrete fare tante gite... :) Se vuoi qui trovi molti racconti con la tag "USA"

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  7. Dovrei far leggere questo post bellissimo a mio fratello, che ama gli States e vorrebbe andarci (c'è stato, in realtà, ma solo per una "capatina" al volo mentre era ospite di sua cognata che ha sposato un canadese e vive appunto in Canada).
    Io confesso che non sono così attirata da quei luoghi. Cioè, chiariamo: non è che se potessi andarci non ci andrei mai, ma se dovessi scegliere preferirei andare in africa, che è il continente che mi affascina di più.
    Le tue impressioni, comunque, mi stuzzica parecchio....sei proprio brava a rendere bene l'idea di ciò che hai provato nei tuoi soggiorni laggiù :-)

    Un bacione!

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    1. Gli States hanno il loro fascino, che a volte è nascosto, però sono anche tanto grandi, pianificando bene in base ai propri gusti ce ne si innamora più facilmente di quanto si creda.
      Sono sicura che tuo fratello potrebbe fare un bellissimo viaggio e alla fine anche a te e ai tuoi piccoli potrebbero piacere tanto. :)
      Grazie cara, è un complimento molto bello.

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  8. Vorrei rispondere con più dovizia di particolari, perché anche io ho avuto un'esperienza non solo turistica degli USA (dove vivono i miei zii). E anche io ci sono rientrata non da expat ma per parlare a convegni, in un caso andando a trovare un'amica che era lì come Visiting Professor per un anno. E posso dire che, sia nel caso dei 20 anni (che per me erano 10), sia in quello della maturità, le mie impressioni coincidono esattamente con le tue.

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    1. Cara,
      so bene che hai tantissime questioni importanti di cui occuparti in questi giorni.
      E' bello ritrovarsi nei commenti, un abbraccio.

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  9. Hai tracciato un ritratto molto veritiero degli Stati Uniti, evidenziando le stesse cose che hanno colpito me. Abiti lì, ora?

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    1. Grazie penserieni.
      Dovrei aggiornare la mia presentazione perchè quest'anno sono cambiate molte cose. Proprio a giorni mio marito ci torna da solo, passeremo expat part time a famiglia separata part time. Nostra figlia ha iniziato le primarie uno scambio scolastico il primo anno sarebbe stato complicato non tanto per questioni burocratiche o didattiche (anzi... nessuno potrebbe mai obiettarne il valore), ma di socializzazione e inserimento in un percorso scolastico nell'anno più delicato per lei, quindi quest'anno niente esperienze americane, ma spero in futuro di tornarci. :)

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