lunedì 27 gennaio 2014

La Giornata della Memoria ad altezza metro e venti

Oggi avrei voluto scrivere un post dedicato alla Giornata della Memoria ma non trovavo niente di significativo da condividere, le mie blog amiche avevano già proposto raccolte di libri a tema, (alla quale posso aggiungere un mio consiglio di lettura), parlato dei preziosi diari dei sopravvissuti, o delle voci delle donne nei campi di sterminio, o scritto testimonianze di visite ai memoriali con bambini dell'età di eSSe (che però io non voglio fare visitare così presto considerando che si spaventa ed ha reazioni emotive molto forti anche quando muore un protagonista di un film di animazione, pur essendole chiarissimo che è finzione), o un po' più grandi.
Poi è tornata eSSe da scuola.

-"Mamma oggi abbiamo parlato della Memoria..."
-"Il Giorno della Memoria?"
- "Sì..."
- "E cosa vi hanno detto?"

- "La maestra E. (di italiano, ndCì) ci ha detto che si ricorda quello che è successo tanto tempo fa, cioè quando quelli che davano fastidio soltanto perché avevano una religione diversa non volevano fare la guerra e quindi per quello dovevano portare una stella gialla su tutti i loro vestiti o potevano essere ammazzati o messi in galera. E i bambini che andavano a scuola non poterono più andarci. E i papà non poterono più lavorare. E chi lavorava nei negozi non potè più anche lui lavorare...  E quando gli altri vollero che ...come si chiamano?"
- "Gli ebrei?"
- "Sì... gli ebrei, non stessero dove c'erano loro gli dissero di andare in un altro posto"
- "...dove?"
- "un paesino minuscolo..."
- "e... ? "
- "e la maestra ha detto che il resto della storia ce lo spiega l'anno prossimo, però io ho pensato che se è un paesino minuscolo e lì non disturbano nessuno forse è meglio per loro, perché lì forse non c'è la guerra..."
...
"Sotto alla scheda dove c'era scritto tutto questo (che sono curiosissima di vedere quando porteranno a casa i quaderni venerdì) abbiamo disegnato la mamma che cuce le stelle gialle sui vestiti delle bambine"
- "Cosa hai pensato mentre disegnavi quella mamma?"
- "Era una cosa bella perchè a me piaccerebbe un vestito con le stelle, ma era una cosa brutta per il motivo, che se non lo facevano potevano ammazzarli, e però se lo facevano poi tutti gli stavano alla larga, e i bambini non potevano più andare a scuola o uscire a giocare perchè c'era la guerra, dovevano sempre stare in casa..."

Non voglio sciupare queste impressioni così candide e significative e chiudo così il mio post.




Edit: ripartendo dai commenti ho deciso di scrivere un secondo post: come possiamo e dobbiamo raccontare la realtà ai bambini?







8 commenti:

  1. Non servono neppure i commenti ad un post come questo!

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  2. Posso fare la polemica? ma è la cosa giusta far volare la fantasia dei bambini, sapendo già che l'anno prossimo quel castello in aria svanirà e tutta la favola si rivelerà un dramma? Forse aspettare direttamente gli anni a venire non avrebbe dato illusioni vane a questi piccoli sensibilissimi bambini...
    Scusa, ma a me sembra un modo per dire e non dire. E dare libero sfogo alla fantasia che verrà poi distrutta mi lascia molto perplessa.

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    Risposte
    1. Partendo dal tuo commento e da quanto ho letto sul tuo blog ho pesnato di scrivere un nuovo post. Grazie!

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    2. Adoro questo tipo di post e commenti perchè danno il via a mille riflessioni e fanno pensare, pensare... Io penso che ai bimbi sia giusto dire sempre la verità e la maestra di eSSe è stata brava, secondo me, a spiegare ma non esagerare del dare informazioni. I bimbi di oggi sono svegli e son sicura che si sono accorti che era un giorno speciale, Samuele sbircia cosa scrivo, guarda le foto che vede su facebook... Forse avrebbe potuto domandare e cosa avrei potuto dire? Non è niente? E come la mettiamo con Babbo Natale? Paragone assurdo e forse senza senso, lo so, ma illudiamo i bimbi facendogli credere che c'è un personaggio buono che ogni anno porta loro un dono... Quando c'è stato il terremoto in Giappone Samuele era piccino e a scuola hanno detto una preghiera, la maestra della scuola infanzia ha detto ai bimbi che erano morte tante mamme... Lui ne è rimasto molto colpito e nei giorni seguenti ha fatto mille domande, naturalmente non sapeva neppure cosa fosse il Giappone. Non so se la maestra abbia fatto bene o no. Ora corro a leggermi il post di Cì perchè pure io ho sempre tanto da imparare e spesso non cosa sia giusto o fino a che punto sia giusto. Bello conoscere persone come voi che si fanno mille domande e cercano le risposte :-)

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  3. Risposte
    1. Come hai scritto da te, è opportuno parlarne, riparlarne, fissare nella momoria collettiva che è veramente successo. Purtroppo.

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  4. la maestra di Sofia non ne ha parlato in classe … che pensare, se non lo sa lei, che è maestra, come affrontare l'argomento! mah! sono un po' perplessa.
    Ciao!

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Grazie per il tuo commento, le tue impressioni per me sono preziose :-)
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