venerdì 21 marzo 2014

Dialogo tra sguardi
Giù il muro #losguardodeglialtri e consigli di lettura

Ho letto il post di Barbara tutto d'un fiato, la mia simpatia per lei è già stata confessata più volte, oggi l'ho anche intervistata per il BBmag. :)

Barbara, per chi non la conoscesse, è mamma di Biondazzurra e di Killò, un bimbo sorridente con degli occhiali blu che fanno subito simpatia, e con la Sindrome di Down. Ci chiede di raccontare cosa c'è dietro agli sguardi che li avvolgono, li sfiorano, li indagano, li abbracciano, li gelano, quando qualcuno li incrocia per strada.

Se la lettura del post è di per se' ricca di spunti, i commenti sono come un caleidoscopio di vissuti e permettono a tutti noi di metterci in tanti panni diversi.


Diverso da chi?, è ormai una specie di motto per me, sono certa che ognuno abbia una percezione soggettiva degli sguardi altrui, che si percepisca diverso dagli altri per una serie di fattori molto variabili.
Non voglio banalizzare, solo riflettere sul fatto che il sentimento di emarginazione, straniamento, dolore per non sentirci parte di un gruppo, è sicuramente qualcosa che abbiamo provato tutti, almeno una volta, perché come dice Rosenberg, i sentimenti sono patrimonio universale, qualcosa che accomuna tutti. Anche per questo diventa piacevole dialogare, confrontarsi, imparare, insieme.

E' emerso che #glisguardideglialtri nei confronti delle persone con Sindrome di Down nascondono imbarazzo, paura di comportarsi in modo offensivo, insicurezza sul cosa sia giusto fare, dubbi su come sia giusto porsi, a volte curiosità. Certi sguardi, e ancor più certi commenti, dimostrano invece ignoranza, purtroppo ancora tanta, ma Barbara e le altre mamme promotrici dell'iniziativa hanno capito che potevano cogliere l'occasione per disarmare luoghi comuni ed ignoranza, far diventare costruttivo il dialogo tra sguardi.

Se penso al mio primo incontro con una persona con Sindrome di down, ricordo quando fui coinvolta dai soliti compagni del liceo in un gruppo di animazione per ragazzi con disabilità di vario genere: deficit fisici, disturbi dello spettro autistico, e anche persone con sindrome di Down. Ricordo l'indicazione pratica e lapidaria in risposta al mio senso di inadeguatezza e alle mie domande sul come comportarmi con ognuno di loro: "devi trattarli tutti come qualsiasi altra persona: troverai ragazzi simpatici, con cui è piacevole passare il tempo, e qualcuno con un gran brutto carattere, la persona timida e dolce e il logorroico sfrontato, come in qualsiasi contesto".
Un approccio così spartano forse potrà stupire, invece è decisamente rispettoso del desiderio di integrazione di ogni persona, e all'atto pratico si è rivelato molto efficace.

Nei miei sguardi di oggi, per rispondere a Barbara, c'è sempre un sorriso, appena accennato per discrezione. Vorrei fosse percepito come un sorriso solidale, complice, non troppo invadente però.
Non sono riuscita davvero a fare come mi avevano suggerito, trattare tutti come esseri umani e stop, senza attenzioni particolari, per me certe persone restano sempre un po' speciali, mi viene automatico avere sorridere più ad alcuni che ad altri.

Dal confronto sono emerse domande, la più quotata: che sguardi vorreste?

E: Possiamo comunicare in modo chiaro le nostre intenzioni con un sorriso?

Un'altra domanda interessante: come possiamo preparare i bimbi a rapportarsi con i bimbi con Sindrome di Down, in modo che ci sia naturalezza quando dovessero incontrarne uno?

Barbara forse avrà delle risposte mirate, io intanto procedo alla mia solita maniera: usiamo libri e storie per introdurre anche questi bimbi. Ho aspettato per questo a pubblicare questo post oggi, per poterlo linkare al Venerdì del libro, e per il fatto che è la Giornata dedicata alle persone con Sindrome di Down.

Durante le mie ricerche ho trovato un post molto interessante e ricco, di Officina Genitori.
Non ho fatto ancora in tempo ad andare in biblioteca a cercarli - e sapete che io non consiglio mai "a scatola chiusa" - però oltre a consigliarvi di fare altrettanto ce ne sono alcuni che mi hanno colpito già da quanto ne ho letto in questa pagina e mi sembrano significativi:


Serena la mia amica, di Anna Genni Miliotti, Editoriale Scienza 2007
"Lo so bene che lei è diversa da me. Per esempio io qualche volta sono arrabbiata e anche triste. Invece lei è sempre allegra e sorridente. Io qualche volta litigo con i miei compagni, e dico pure le parolacce se mi gira storto, e rispondo male ai miei genitori. Lei invece mai. È buonissima".

Il libro racconta l’amicizia tra Chiara e Serena, due ragazzine speciali, e solo nell’ultima illustrazione scopriamo che Serena è una bambina down. Un discorso sulla diversità alla rovescia, quasi sia Chiara un po’gelosa delle qualità di Serena, pur sapendone i problemi e i limiti.
Dalla scheda dell'editore, dove è possibile esplorare un'anteprima del libro.
L'anteprima mi fa pensare ad un libro molto colorato, dove si punta sulla grafica per comunicare un messaggio energicamente positivo e sul testo per contestualizzare la normalità di questa amicizia.


La buffa bambina, E. Festa, Mondadori 2008
È davvero una bambina buffa, quella che Marco si ritrova davanti sul pianerottolo: occhiali spessi, capelli dritti come spaghetti, una pancia tonda come una mela. Tra i due nasce una strana amicizia, e Marco scopre che, oltre che buffa, Francesca è anche una bambina "speciale". Non pensa che sia diversa, ma quando gli amici cominciano a prenderlo in giro perché sta sempre con lei, Marco decide di ignorarla, salvo poi difenderla quando gli altri le fanno gli scherzi. Francesca ha la sindorme di Down, ma per Marco è solo un'amica.
Dalla scheda dell'editore
La storia mi ha colpito perchè mia figlia ha vissuto un'esperienza molto simile con un suo compagno di classe, ognuno dei due agli occhi degli altri era un diverso (lei per i suoi pasti speciali, lui perchè è un bimbo molto sensibile) e si sono subito alleati, poi allontanati per rispondere alle prese in giro per la loro amicizia complice, e poi di nuovo ritrovati. Intanto nessuno dice più a mia figlia che mangia vermi quando arriva il suo secondo di legumi in umido (che, diciamolo, un bell'aspetto non ha, ma saprete bene che la mensa non si occupa di far mangiare con gli occhi i suoi piccoli clienti), e spero non tormentino più chi è più sensibile o è appena arrivato in un gruppo nuovo. Le dinamiche di relazione tra bimbi sono molto più complesse di quanto si creda e noi genitori, insieme agli insegnanti, possiamo e dobbiamo molto lavorare sul rispetto di ogni differenza.


R. Mark "Due cavalieri nella notte" Ed. Giunti Junior 2005
I cavalieri della notte sono in due: William e il suo amico Stanley, che è uguale a lui. Intendiamoci, uno dei ragazzi è grande e grosso mentre l'altro è un piccolino con gli occhiali, però hanno gli stessi occhietti lunghi lunghi, una lingua troppo grande, la sindrome di down e un sogno: salvare il delfino Amadeus, dall'altra parte dell'oceano. Come si sa, per andare in America servono un sacco di soldi, ma i fantastici due hanno un piano geniale per arricchirsi in fretta, proprio come Robin Hood...
Dalla scheda dell'editore
Mi incuriosisce perchè è un libro per un target di lettori più grandi (viene indicato dai 9 anni).

Infine per lettori adulti  
La differenza non è una sottrazione. Libri per ragazzi e disabilità. AAVV,  Ed. Lapis 2009

Un’importante raccolta di interventi, testimonianze e punti di vista di addetti ai lavori sul concetto di diversabilità applicato ai libri per bambini.
Uno strumento nato per iniziativa dell’IBBY (International Board on Books for Young People) dall’impegno congiunto di docenti, ricercatori, scrittori, illustratori, bibliotecari e librai.
Un punto di convergenza di sguardi diversi sulla disabilità in nome di una prospettiva comune: la vicinanza e la condivisione delle responsabilità. Un’occasione per riflettere sul valore del libro come mediatore di conoscenza e di esperienza, come ponte verso nuovi mondi.
In appendice, un ragionato percorso bibliografico che suggerisce libri per ragazzi che affrontano il tema della disabilità. Libri dove i racconti possono essere letti, le figure guardate e le forme toccate. Non libri per bambini speciali, ma libri speciali per bambini.
Dalla scheda dell'editore

Voglio linkarvi anche il post di Claudia in cui consiglia la lettura di Un sogno vero di Laura Boerci

Sempre da Officina Genitori apprendo di Scienziabile
inclusione e gioco tra scienza e disabilità, dalla partnership tra il Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci e L'abilità Onlus.
Un progetto a sostegno dei diritti dei bambini con disabilità intellettiva e relazionale e delle loro famiglie.
Vedendo tutte queste iniziative e voglia di dialogo io mi sento sinceramente ottimista e felice. E voi?





Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa idea,
le istruzioni per partecipare all'iniziativa e i link agli altri blog che hanno aderito.
Su Pinterest tante board con le recensioni di tutti i partecipanti

Arrivederci al prossimo appuntamento!



20 commenti:

  1. Grazie per le segnalzioni di lettura, oggi seguo tutti i contributi a questa bellissima giornata e sono davvero ammirata.
    Sai sul fatto di "trattare tutti come esseri umani e stop" - come dici tu perfettamente - credo che sia giusto considerare le diversità per valorizzarle e supportarle, diversamente si finisce per appiattire tutto e non mi piace.
    Forse un tempo la pensavo diversamente ma oggi, da mamma di un bambino un pochino speciale, so che una stampella ricevuta anche solo grazie ad un sorriso è un regalo che si accoglie con gioia.

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    1. Sì Marzia, sono d'accordo con te, e mi è piaciuto molto il commento che hai lasciato da Barbara. E' un difficilissimo equilibrio in realtà, tra quello che senti e quello che pensi, e i mille dubbi che ti vengono cercando di capire cosa fa più piacere *all'altro*. C'è chi vuole esser considerato e trattato *normalmente*, e chi è fiero della differenza che lo caratterizza, del resto oltre che tutti diversi siamo unici :)

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    2. Rispondo qui, per abbracciare anche Marzia. Ho poche risposte, gli stimoli di queste giornate sono stati tantissimi e non riesco ancora a fare il punto.
      Devo dire che quel "trattare tutti come esseri umani e stop" mi colpisce dritta al cuore e anche allo stomaco. Io quello vorrei e basta.
      Inutile negare invece che ci sono imbarazzi, paure, insicurezze davanti alla disabilità, come è emerso dai vari sguardi che si sono raccontati.
      E se, a sciogliere la tensione, ci fosse un sorriso discreto, come il tuo Cì, io ne sarei felice.Come dice Marzia, a volte un sorriso ti salva la giornata.

      i libri che consigli, invece, ta daaaaaaaa, colpo di scena, non ne conosco nemmeno uno. E sono sbalordita. Credo che correrò ai ripari, anche se qui, la diversità ce la mangiamo anche a colazione, quindi, almeno per una volta e su un argomento, penso di poter muovermi con calma :))))))))))))))))

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    3. Carissima Barbara, è stato veramente bello - come sempre quando ci proponi qualche iniziativa! - partecipare a #losguardodeglialtri, non solo perché fin dall'università mi interessa questo tema ma anche perché è emerso un valore umano intenso. Ti ringrazio anche qui, per tutto, per la disponibilità, per la carica e le energie che con generosità condividi, so che ti metterò in imbarazzo - ma potrei farti una linguaccia per smorzare un po' ;-) - ma per me tu sei davvero speciale <3 e mi sento tanto fortunata per averti anche potuta incontrare dal vivo :)

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  2. Caspita Cì! Oggi il tuo post è ricchissimo e le segnalazioni tutte meravigliose, grazie!
    Grazie anche per il link alla mia recensione di Un sogno vero.

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  3. Un vero post ricco, emozionante e anche divulgativo... avrò un sacco da leggere, partendo da qui, stasera! ^_^
    Grazie ^_^

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  4. Grazie per questo video che veicola un messaggio semplice ma fondamentale! Un abbraccio

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    1. Grazie Sandra, giro i ringraziamenti a Barbara, è lei la mia fonte ;) :)

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  5. Ti ho scoperta tramite il VdL e sono felice di essere passata di qui. Mi è piaciuto molto quello che hai scritto e grazie per le segnalazioni, a presto.

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    1. Grazie Erica, sono contenta perché è un post cui tenevo molto.
      Il VdL è sempre spunto per scoperte molto interessanti ;) anche io ti ho appena scoperta :) a presto.

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  6. Interessanti suggerimenti di lettura, grazie.
    Mi ha colpito quello che hai scritto ad inizio post sulla tua esperienza nel gruppo perché riflette qualcosa in cui credo molto e quello che è ed è sempre stato il mio atteggiamento quando conduco gruppi di teatro in cui sono presenti ragazzi diversabili: non voglio che si faccia assistenzialismo ma che ci si diverta insieme a partire da un terreno di uguaglianza, nel rispetto delle diversità di ognuno.
    Buon we!
    :-)

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    1. Grazie Artemamma, il tuo commento aiuta molto a capire il senso di quello che facevamo e delle indicazioni che ci avevano dato.

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  7. Ho esitato molto a commentare, perché questo argomento mi porta subito con il ricordo a mia cugina Dì, e a quello che ha dovuto subire, in Italia, quando era bambina negli anni Settanta e ancora non esisteva quel concetto avanzato di scuola inclusiva che ha fatto poi, solo dopo, dell'Italia un paese all'avanguardia. E' stata una delle ragioni che hanno portato mio zio, l'Ozio, ad accettare l'offerta di un prestigioso istituto negli USA e a emigrare. Ora Dì è morta, e io so che la società dei suoi due paesi l'avrebbe potuta trattare molto meglio. Grazie per questo post.

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    1. cara 'povna, mi spiace molto! Negli anni '70 penso che la società non fosse pronta (meno di oggi di sicuro). Sembra incredibile ma sì, noi siamo avanti rispetto a molti altri Paesi - pensiamo alla Francia! - nell'includere piuttosto che fare "classi speciali", almeno sulla carta - poi mi viene in mente l'Iguana e dalla teoria alla pratica qualche problema c'è... -, però come dice Barbara ci sono ancora tanti muri e bisogna lavorare ancora tanto per abbatterli. Grazie di aver condiviso la vostra storia.

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    2. Che bello questo post! Anche dietro il mio sguardo credo ci sia un sorriso Nei discreto e non invadente. Io li guardo con lo stesso affetto, curiosità e tenerezza con cui guardo qualsiasi bambino, come nella fase della gravidanza, quando guardiamo le altre pance? Ecco così guardo i bambini io. Tutti.
      Per quanto riguarda i tuoi libri, utilissima raccolta, non ne conoscevo neanche uno. Io posso consigliare Noi di Bacchilega, sul mio blog c'è la recensione, il tema non è specificatamente la sindrome di down, ma il messaggio è forte e chiaro!
      ciao. Fede

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    3. Grazie Federica del tuo "sguardo". In realtà anche io ne conoscevo proprio un paio, e son rimasta colpita dal fatto che esistessero titoli così specifici e interessanti. Ti consiglio di indagare nel link di Officina Genitori, vedrai quanti titoli intressanti! Ciao

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  8. meglio tardi che mai riprovo a postare.
    Brava Cì, bellissimo post, ottime segnalazione, bella intervista, ma soprattutto brava a trattare la diversità in modo sempre trasversale, ora a "casa" di uno ora dell'altro "diverso". Io non avrei saputo fare meglio. monica mimangiolallergia (blogspot e wordpress litigano e ora non riesco a provvedere ma lo farò in futuro;)

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    1. Ti aspettavo :) Grazie Monica, mi fai un bellissimo complimento. Sono contenta tu condivida il mio interesse per questi temi, un abbraccio!
      (le piattaforme di blog non sono amiche tra loro, porta pazienza...)

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