lunedì 23 giugno 2014

La forza delle parole.

Sono silente, ma leggo (anche se commento di rado e quindi nessuno di voi se ne accorge).
Questa mattina (nel momento tutto mio tra l'alba e l'inizio attivo della giornata, quando, dopo aver salutato il marito, che parte sempre per qualche trasferta più o meno lontana, mi concedo qualche minuto per vedere che accade nel mondo web) ho incrociato due post, diametralmente opposti.

Silvia faceva notare che nessuna delle ragazze nigeriane rapite è stata portata indietro. Tutto tace, probabilmente quindi l'epilogo sarà quello più triste che tutti ci immaginiamo, purtroppo. 

Come accade con i bimbi oggetto di turismo sessuale, faceva notare Carla, e altre brutture, realtà, di cui nemmeno si parla.
In questo caso si sono spese tante parole, si sono impegnati personaggi pubblici e persone comuni, ma tutte sono cadute nel vuoto.
Si poteva fare di più? Me lo sono chiesto, non ho risposte.

E che succederà a Meriam? La donna cristiana condannata a morte in Sudan per apostasia? Serviranno gli appelli a salvarla e liberare lei e i suoi due bambini (se non avete seguito gli aggiornamenti, la poveretta è stata costretta a partorire in cella, con le mani ammanettate e il suo primogenitori accanto, a inizio mese hanno detto che l'avrebbero liberata ma tutto tace...)?
E che succederà a Razieh, la sposa bambina che dopo anni di violenze ha ucciso il marito? Un'altra sposa bambina che si era ribellata ed era stata oggetto di attenzione dei media è stata arrestata e uccisa comunque.
E quanti altri casi non arrivano nemmeno alla nostra attenzione?


Daniela denunciava un triste caso di disinformazione, e ignoranza, linkando un sito pieno di inesattezze e parole che possono ferire, molto.
Quella che una mia amica chiama "la blogosfera buona", quella che si attiva subito quando serve, è partita in quarta, Claudia ha chiamato a raccolta le amiche blogger e tra queste ha risposto anche Mammafelice, che ha modi gentili ma efficaci (ecco, io twitter proprio non lo amo, ma in mani esperte è davvero uno strumento potente!), ed un seguito tale da ottenere risposte immediate.
Risultato? chi ha pubblicato l'articolo ha promesso di contattatere l'editore che lo aveva firmato, a noi sarebbe piaciuto di più che lo avesse rimosso subito, e magari riscritto con l'aiuto di Daniela, di Barbara, delle tante mamme competenti in materia, ma è un ottimo segnale. E noi siamo qui, non ci dimenticheremo di questa promessa e torneremo a controllare se è stata mantenuta (io un numero decisamente più basso di lettori, ma un'ottima memoria ;) ).
Silvia suggeriva di scrivere agli sponsor della testata. Faremo anche questo.

(aggiornamenti: Silvia, come potete leggere nei commenti ha anche ottenuto una risposta, molto bene!)

Intanto firmiamo questa petizione, chiediamo che nei testi scientifici e divulgativi vengano corrette le inesattezze a proposito della Sindrome di Down:
La sindrome di Down NON E’ UNA MALATTIA, ma una CONDIZIONE GENETICA. Aggiornate i libri di testo scolastici e universitari. L’uso corretto delle parole a volte può cambiare la vita delle persone!

Facciamoci sentire quando leggiamo qualcosa che non ci torna, a volte funziona.

Buone giornate estive, lievi ma attive.




 


5 commenti:

  1. Infatti ho scritto a Parmalat che mi ha prontamente risposto, ovviamente dissociandosi da tali contenuti. Riporto la risposta integralmente:

    Buongiorno Silvia, innanzitutto grazie della segnalazione.
    Parmalat non è sponsor del sito in oggetto, ma è al momento attiva una campagna adv online su un ampio circuito di diffusione. L'azienda non si fa promotrice di questo tipo di contenuto, e non associa in alcun modo il contenuto pubblicitario con quello all'interno dei siti di diffusione, di cui non è responsabile. Purtroppo non è possibile, in casi come questo, prevedere su quale articolo o pagina verrà visualizzata la nostra pubblicità. In ogni caso facciamo tesoro della segnalazione per eventuali casi simili e/o futuri. Buona giornata.

    E questa la mia replica:

    Grazie per la spiegazione. Mi rendo conto che non è possibile controllare tutti i contenuti ai quali si è associati, noto però che al momento della mia consultazione il vostro marchio era l'unica entità evidente all'interno del portale. Ho contattato via twitter Doctissimo, che si dichiara non responsabile dei contenuti, ascrivibili al detentore del copyright Garzanti Libri. Va detto che Doctissimo si sta muovendo per risolvere la situazione, almeno così sembra. Il fatto spiacevole è che su un portale di taglio informativo-scientifico, ma contemporaneamente finalizzato alla raccolta di pubblicità, non sia immediatamente identificabile un ente responsabile dei contenuti redazionali. Questo fatto mi sembra piuttosto grave e vi prego di tenerne conto nella pianificazione delle vostre campagne future. Sono certa che si possa fare in modo che la qualità dei contenuti del web sia sempre migliore lavorando di concerto: aziende, operatori della comunicazione, consumatori/lettori. Buon lavoro.

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  2. Nella mia risposta al tuo commento ho scritto che le petizioni servono a poco, oltre che a farci sentire buoni. In realtà dipende molto anche dagli obiettivi: mobilitarsi in molti per un obiettivo "locale" che può sentire la nostra voce può essere utile, come hai appena dimostrato. Per le tematiche più ampie e lontane, invece, sono del tutto pessimista (dopo aver partecipato a una manifestazione di 3 milioni di persone contro la guerra in Iraq, in concomitanza con altre analoghe manifestazioni nel resto del mondo, e aver visto la guerra scoppiare ugualmente qualche giorno dopo, ho capito che le grandi decisioni vengono sempre prese sopra le teste di tutti).

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    1. Sicuramente non credo tengano conto dell'opinione pubblica in questi casi, salvo vicino alle elezioni.

      Speriamo bene per le "questioni locali".

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  3. aggiornamento: l'articolo è stato rimosso e stanno preparando un testo corretto : )

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Grazie per il tuo commento, le tue impressioni per me sono preziose :-)
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