venerdì 16 gennaio 2015

Libri e vite

Divagando sul tema della consueta rubrica del venerdì, vi parlerò di una scrittrice, anzi di una coppia di autori e della loro storia. 

Fino a poche ore fa non la conoscevo, ve lo confesso, poi mentre ieri sera tentavo di mettermi in pari leggendo qualche approfondimento sulla [preoccupante] attualità, ho incrociato il suo nome, Maryse Wolinski.
Se vi suona familiare è perché ne avete riconosciuto il cognome, il marito era il celebre disegnatore George Wolinski, uno dei fumettisti caduti nell'attacco terroristico alla redazione di Charlie Hebdo.

La firma di Wolinski non vi sarà nuova se avete amato le strisce dei Peanuts, dato che la rivista Linus lo ha avuto per anni tra i suoi collaboratori, come tante altre riviste e giornali noti. Personalmente non ho mai amato il fumetto satirico, tantomeno a sfondo erotico, quindi non ne ero sua estimatrice, per questo cercando di capire meglio chi fosse di click in click ho scoperto, per caso, Maryse, sua moglie, nota scrittrice in Francia.

Una grande storia d'amore la loro, ho pensato leggendo.
Pare fossero inseparabili, da oltre 40 anni; di più: pare che l'abilità con la matita di lui e la confidenza con le parole di lei formassero un insieme perfetto, molto vivace. Ho letto che si confrontavano e *integravano* a vicenda, lei non mancava di bacchettarlo, con grande spirito, a volte anche pubblicamente.
Incuriosita ho cercato sinossi e critiche dei suoi libri e ora avrei voglia di leggerla, in particolare mi incuriosce Chambre à part (Camere separate). Questa stagione dell'amore maturo per me è ancora lontana, ma mi ritrovo nell'idea di un rapporto basato sull'amore, ma anche sullo strutturare spazi personali, rispetto per identità dei singoli e differenze, purché resti la sintonia che porta a ridere insieme e, probabilmente, stemperare alcune cose.
"La force de pouvoir rire des choses de la vie est la meilleure arme du couple".
[La forza di poter ridere delle cose della vita è la miglior arma di una coppia]
Chambre à part di Maryse Wolinski
E voi? L'avete mai letta?

Anche se ho avuto occasione di conoscere una scrittrice nuova, ovviamente prevale un senso di violazione e straniamento per i fatti di questi giorni (e anche una dose di preoccupazioni extra...).

Quando mi sono chiesta come parlarne a mia figlia mi sono trovata molto in difficoltà, è sempre difficile spiegare la violenza, ma era importante che, a sua misura, sapesse.

Non ho invece commentato gli attentati di Parigi qui sul blog perché ogni parola mi sembrava banale, perché non mi capacitavo, e anche perché prima di quel momento di Charlie Hebdo non avevo mai sentito parlare. Ora so che non ne sarei mai diventata lettrice. Eppure non ho dubbi e ci tengo ad affermarlo con chiarezza: come per ogni caso di violenza rifuggo ogni tipo di colpevolizzazione della vittima, la violenza è sempre da condannare. Comunque. Nessuna giustificazione può essere attenuante della gravità di quanto è accaduto, in questa come in altre occasioni (stupri, rapimenti, episodi di omofobia o razzismo, per elencare le più ovvie, dal mio punto di vista).  

Questo è un inconsueto venerdì del libro, l'iniziativa di Paola, Homemademamma.


Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa idea,
le istruzioni per partecipare all'iniziativa e i link agli altri blog che hanno aderito.
Su Pinterest tante board con le recensioni di tutti i partecipanti.
Vi saluto con alcuni disegni che illustrano meglio di tante parole il mio sentire e i miei auspici.


Una foto pubblicata da Banksy (@banksy) in data:

Una foto pubblicata da Banksy (@banksy) in data:


(Ho un debole per Banksy, se non si fosse capito, ma attenzione: la prima opera non è sua ma di Lucille Clerc...)


5 commenti:

  1. Hai ragione, i disegni dicono più di tante parole :-(

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    1. Gia Silvia, poi c'è chi le parole le usa per vomitare cattiverie sugli altri ma questa è un'altra storia, purtroppo è cronaca...

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  2. Hai notato che buffo paradosso? Alla fine, pur indirettamente, della questione colpevolizzazione della vittima (ciò che ha fatto quella discutibilissima, a essere buoni, uscita del papa acclamato buono per eccellenza dai suoi fedeli - e che invece si conferma quel che è, un lupo travestito da nonna), hai parlato tu e non io che ne volevo parlare?!
    Condivido tutto. Aggiungo che non ero (più) una lettrice di Charlie Hebdo. Che trovavo oramai spesso sciovinista e di destra. Ma questo, come fai ben notare, in questo momento è accessorio.

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    1. Non ti fischiavano le orecchie? ;-) Mentre scrivevo ripensavo al nostro scambio, come sempre ero di fretta ma sentivo l'esigenza di ribadire il mio pensiero pubblicamente. Dopo alcune uscite lette oggi sui social a commento del rapimento delle cooperanti liberate la misura è colma, non mi capacito della pochezza e della brutalità di certe esternazioni. Evidentemente viviamo in una societa violenta e prepotente in modo variegato.

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    2. Beh, sai, se persino il capo della religione del nuovo testamento è passato da porgi l'altra guancia a porgi l'altra papagna... :-(

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