venerdì 20 marzo 2015

Libri: la bambina di burro

Sono arrivata per caso a

La bambina di burro e altre storie di bambini strani, di Beatrice Masini, ilustrazioni di Peggy Nille, Einaudi Ragazzi.

E' uno dei libri che è stato scelto dalle insegnanti per la bibliografia del progetto di letture a scuola di cui mi sto occupando.

A tratti mi ha lasciata perplessa alla prima lettura veloce - faccio sempre una prima lettura rapida di ogni libro per decidere quale stralcio proporne ai bambini per incuriosirli al punto da spingerli ad andare in biblioteca a prenderlo in prestito -, ma un'amica e collega lettrice volontaria mi ha invitato a leggerlo fino alla fine e con attenzione, secondo lei lo avrei apprezzato.

Il messaggio di fondo mi è parso sconsolante, mi ha particolarmente demoralizzata pensare al ritratto di una parte degli adulti che ne esce, ma ne colgo sicuramente il valore.

I bambini di questo libro all'inizio di ogni storia sono piccoli a misura di adulti, o così si aspettano questi ultimi siano e restino. Nascono quasi sempre dalle loro mani, plasmati a loro piacimento, a volte costretti nelle loro aspettative, a volte ricondizionati, a volte messi da parte e poi dimenticati quando la loro vitalità impegna troppo o fa mettere in discussione.


Ho trovato geniale tracciare una linea, marcata a dovere, di ambiguità per la quale ci si chiede se questi bimbi, fatti di materiali diversi (burro, lana, erba, carta, plastica...) siano veri o meno. Questo permette a lettori di età diverse di cogliere [solo] quanto crea interrogativi o rassicura e individuare figure retoriche in tutto il resto (agli occhi di un bimbo dovrà per forza solo essere un' iperbole, quella per cui un genitore che arriva a costruirsi un bambino di lana, perfetto anche se un po' troppo vivace rispetto a quanto si credesse, poi se ne dimentica in un cestino quando il gatto lo disfa per errore...).

Mi son chiesta se fosse un libro destinato a bambini o ad adulti, e credo il messaggio più mirato sia per noi, o almeno così ho colto io: i bambini non possono essere messi in forma per benino e poi in una teca, fissati in modo che non possano più muoversi o smontati per sostituire i pezzi che non piacciono più quando qualcosa va storto o siamo stanchi dei pensieri che ci procurano.

Mia figlia ha detto che è un libro a tratti triste ("mamma sai che in un paio di storie si dimenticano di quei bambini e li lasciano da qualche parte? non può essere vero..."), ma che oltre ai racconti sentiti a scuola ne voleva leggere altri, credo sia rimasta molto colpita dalla storia in cui il bambino di piume vola via leggero, gira il mondo e saluta la mamma ogni volta che ripasssa sopra casa sua. A me invece ha fatto molto pensare quella del bambino di metallo che alla fine sceglie di andare via con gli alieni, lo avevano riconosciuto più degli altri umani.

La mia preferita è senza dubbio l'ultima favola, dove l'autrice ci racconta di una bambina di plastica che, a differenza di una bambola, prova sentimenti e ci tiene a far sentire la sua voce, e per questo sceglierà di lasciare la casa dove era nata ma dove il suo destino era già segnato, ora che aveva un aspetto diverso da quello che avevano scelto per lei i suoi genitori.

In alcune di queste favole c'è una rivincita, un messaggio forte di autonomia, il libro viene infatti segnalato tra quelli che affrontano il tema delle differenze, e lo fa certamente in modo molto originale, cosa che permette di affrontare questi temi con i bambini partendo da queste storie un po' stranianti.

In effetti aveva ragione la mia amica, questo libro alla fine mi è piaciuto, l'ho letto e riletto più volte e non solo perché dovevo preparare la lettura ad alta voce, volevo coglierne tutto il suo messaggio, articolato, in tutte le sfaccettature.

Mentre il testo è decisamente multilivello, le immagini sono deliziosamente sognanti e delicate.

Non so dirvi se mi sentirei di consigliarlo per i vostri bambini, a mio parere occorre una lettura che poi viene ridiscussa insieme ai piccoli. Sicuramente è adatto a bambini delle primarie e a voi lettori adulti, regalerà spunti interessanti.

Lo avete mai letto?
Nel caso lasciatemi le vostre impressioni nei commenti, sono curiosa.


Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di HMM, Paola. 
 

Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa idea,
le istruzioni per partecipare all'iniziativa e i link agli altri blog che hanno aderito.
Su Pinterest tante board con le recensioni di tutti i partecipanti


8 commenti:

  1. Che libro "strano" non ne avevo mai sentito parlare e non mi pare di conoscere l'autrice. Sinceramente non so se potrebbe piacermi...

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    1. Cara Claudia secondo me sì, ti piacerebbe, però prima di leggerlo con Samu dovresti leggerlo da sola e poi rileggerlo con lui, come ho fatto io con eSSe. Ti stupirai di come la loro lettura è diversa dalla, e complementare alla, nostra. Credo lo troverai facilmente in biblioteca, l'autrice è una delle più apprezzate, poi, se lo leggi e ti va di ripassare, dimmi che ne pensi.

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  2. Non lo conosco neppure io, ma me lo segno fra quelli da leggere per me, mi hai incuriosito...

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    1. Come ho detto a Claudia, nel caso tu lo faccia poi se ti va dimmi che ne pensi. E' il classico libro che può svelare tante prospettive diverse, a me questo affascina parecchio...

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  3. Beatrice Masini é una garanzia. Direi che qui i modell sono tra Gianni Rodari ed Anne Fine. Molto interessante davvero.

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    1. Pensa 'povna che pur sapendo che questa autrice prima o poi l'avrei voluta approfondire non avevo ancora trovato il libro giusto, crescendo eSSe, piano piano mi sposto verso generi diversi e complessità crescenti, forse era solo questione di tempo.
      Hai ragione su Rodari, che però a me pare avere un tocco più leggero ed un'immediatezza che nessuno creda abbia più raggiunto; per quanto riguarda Anne Fine approfondirò, già solo la sua biografia è molto interessante. Grazie!

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    2. Se porti pazienza ancora due settimane... ti prometto di darti il titolo giusto, anzi un'intera collana! strepitosa!

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  4. sì letto e recensito l'11/02/2011, dal mio punto di vista ovviamente ossia della madre di una bambina con allergia... e la bambina di burro costretta in casa e iperprotetta dalla famiglia, per via della sua condizione particolare, ma "salvata" dagli amici del cortile... mi aveva colpito particolarmente e mi aveva mostrato la fragilità di noi genitori di allergiconi che magari tendiamo a proteggere tanto o troppo dipende... e l'avevo trovato geniale. E stranamente la figlia non l'aveva trovato triste, ma credo di aver contribuito io, ma credo che gli occhi e gli orecchi e il cuore dei bambini vedano, sentano, provino in modo diverso dagli adulti che hanno alle spalle vita, esperienza, dolori, eccetera. Nel complesso mi era piaciuto, ma non so se lo leggerei a scuola io, genitore, ma per un insegnante, beh offre, secondo me, grandi spunti per grandi riflessioni, ma... bisogna esserne all'altezza credo, perché non è un libretto facile facile. Tempo dopo ero incappata invece in un altro libro... il bambino di vetro (http://www.edizioniel.com/DB/scheda.asp?idl=2847) anche lui costretto da una malattia in casa... ma non l'ho comprato, uno mi è bastato;-) Buona Pasqua!

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