lunedì 25 gennaio 2016

Cereali in verde, un primo invernale

Buona settimana lettori!
Come è iniziata la vostra?
La mia con tanti impegni nella lista dei "to do", qualche imprevisto, ma anche una meravigliosa giornata di sole, quindi si parte ben illuminati.

La luminosità caratterizza anche questa foto:



L'ho scattata qualche giorno fa, la luce invernale è inconfondibile, arriva praticamente tangenziale ai piatti anche nelle ore centrali della giornata eppure ha un potere illuminante fortissimo.

Quel giorno avevo preparato un misto verde di verdure e legumi: cavolini di Bruxelles e broccoli cui ho unito dei piselli surgelati - ma si possono benissimo usare anche quelli secchi - che avevo in freezer da finire (li avevo presi per fare l'insalata russa :-) ) che ho servito insieme ad riso integrale (o semi integrale) lungo e un po' di riso rosso lungo a fare da contorno.

A me piace molto servire le verdure stufate, per un tempo breve così da non strapazzarle e manterle croccanti, semplicemente insieme a del riso lessato.

Il riso integrale rilascia più lentamente i suoi zuccheri, in questo piatto non c'è glutine (forse ce ne è troppo nella nostra alimentazione, è bene variare i cereali anche per evitarne un po'), la cavolacee sono di stagione e sono ricchissime di vitamina C, i legumi rendono completo il piatto con una quota proteica. 

La personalizzazione di questo piatto è tutta nella scelta delle spezie.
Volete un insieme delicato? Aggiungete solo un po' di salvia pochi attimi prima di spegnare il fuoco.
Amate un tocco deciso e che rimandi all'Oriente? Usate un masala di spezie con coriandolo, curcuma, senape,  cannella, anice e un tocco di peperoncino (io uso il mix "verde" di Altromercato).
Qualcosa di più semplice ma particolare? Curcuma e salvia nelle verdure e un po' di semi di finocchio nel riso con una grattatina di zenzero fresco su tutte e due.

Il trucco per rendere piacevole il profumo in cottura di queste verdure? Un cucchiaio di aceto di mele e l'uso del coperchio: in una decina di minuti o poco più dovreste aver pronto il vostro insieme senza che la cucina ne risulti segnata. Molti rinunciano alle cavolacee perché non ne amano l'odore un po' invadente in cottura, se siete tra questi provate con un po' di aceto e vedrete che non vi darà più fastidio.

Questo piatto si presta benissimo per diventare un piatto unico completo, perfetto per la cena.
Avete già pensato cosa fare questa sera? Ecco un'idea...

 Buon lunedì, 100% veg :-)






venerdì 22 gennaio 2016

Libri: l'albero azzurro

Un giorno della scorsa settimana una delle mie compagne di letture a scuola mi ha chiesto se volessi vedere un libro che le era molto piaciuto prima che lo riconsegnasse in biblioteca. Dopo l'ovvia risposta affermativa, soprattutto per la curiosità di capire cosa l'avesse colpita tanto da parlarmene, ho potuto sfogliare il bellissimo libro che oggi voglio presentarvi, un prezioso albo illustrato di grandi dimensioni:

L'albero azzurro, di Amin Hassanzadeh Sharif, Kite edizioni.

Sinossi.
Un albero di decise tonalità di azzurro intenso, meravigliosamente vitale, cresceva al centro di una cupa città, con forza e vigore.
Ospitava numerosissime famiglie di uccellini, ma soprattutto si inseriva nella vita di quelle umane. Con i suoi rami attraversava finestre, testimoniava relazioni e intrecci, accoglieva i sogni e l'amore di tutti. 


Tutti tranne il re, decisamente invidioso del suo consenso. A nulla valsero i suoi tentativi di arginarne la crescita, l'invadenza dei rami nelle strade della città finì per mettere alla berlina il tiranno già indispettito, per attraversarle un giorno dovette chinare la testa e venne per questo deriso. Fu l'ultima goccia: il sovrano ordinò ai suoi soldati di abbattere l'albero. La popolazione provò ad opporsi ma l'albero venne tagliato alla radice e al suo posto fu eretta una statua del re.
L'albero però non fu estirpato: i rami rimasti nelle abitazioni ricominciarono a crescere, diventando ognuno nuovo albero, trasformando quella città buia in una foresta azzurra e luminosa.

L'autore ci regala un'ultima tavola significativa nella terza di copertina, rappresenta la statua del re che alza la testa, immersa tra i rami, e osserva, con aria di chi si è ormai arreso all'evidenza, il prosperare dei rami colorati.

Mi sono innamorata di queste immagini che incantano e catturano, vien voglia di sfogliare risfogliare questo albo, in cerca di nuovi particolari.
Osservando le tavole ci si addentra in una seconda narrazione, costruita su dettagli minuti e contrasti macroscopici.

Amin Hassanzadeh Sharif all'inizio ci offre uno sguardo di insieme: rappresenta il contesto in cui si svolgerà la storia, una città fatta di case squadrate, senza balconi, senza giardini, senza un solo fiore alle finestre in cui è cresciuto un imponenete albero che è soprattutto una macchia di colore.

 
I toni cristallini di azzurro dei rami si stagliano sulla neutralità dei toni dei marroni usati per tratteggiare la città e i suoi abitanti.

Pagina dopo pagina si entra nel vivo della storia, mettendo a fuoco tutti i personaggi.
L'albero, protagonista e simbolo, viene rappresentato come ospitale, luogo dove si rifugiano animali e umani.

Poi si passa alla descrizione degli abitanti della città. Dentro le case, così rigorose all'esterno, ci sono persone con visi segnati dalla fatica, come in ogni dove regni un tiranno, ma che al riparo da sguardi ostili coltivano passioni e affetti, per questo l'albero ramifica e trova linfa vitale in queste case, non è la luce a nutrirlo ma l'energia indomita degli esseri viventi con cui vive praticamente in simbiosi.




“L'albero è azzurro, il colore del cielo e della libertà. Tutte le tavole sono realizzate con la tecnica dello scratch: posiziono dell'inchiostro nero sul foglio di carta patinata e, man mano che si asciuga, gratto il disegno su carta carbone che vi ho posizionato sopra. Per ogni tavola ci sono tre disegni preparatori. Spesso utilizzo colori ad olio, molto densi per l'illustrazione, perchè sono quelli che si asciugano più tardi e mi permettono di realizzare immagini con maggiori dettagli”.
Amin Hassanzadeh Sharif, in occasione di un evento dedicato agli illustratori iraniani durante la Fiera del libro per ragazzi 2014. Dal comunicato stampa diffuso da La Wunder 

Ci sono poi i soldati, totalmente alieni alla popolazione, tratteggiati con una gamma di colori diversi, arancio mattone, burattini inespressivi guidati dal loro capo. E infine lui, il sovrano: solitario e monolitico, interessato solo a proteggere il proprio ruolo, rappresentato come un spettro. 

A tratti ho avuto l'impressione che ci fossero rimandi storici precisi, che sono allo stesso tempo universali, ho riflettuto poi. Se per esempio osserviamo la raffigurazione di questi edifici pensiamo a strutture progettate per diventare dormitori più che abitazioni destinate a ospitare esistenza individuali destinate a mutare, nel tempo, con chi le vive, ma questa idea che ha caratterizzato più contesti storici e situazioni molto diverse, accomunate dal malessere di chi le abitava. 

Nei piccoli lettori, cui mancano questi riferimenti, non è invece il senso di oppressione il sentimento più spesso evocato. I rami vivaci che descrivano curve irregolari ed intrecci imprevedibili riempono le scene e hanno risalto netto sullo sfondo di geometrie rigide.

Come ogni albo illustrato che offre più piani di lettura le suggestioni colte sono diverse a seconda di chi si avvicina a queste immagini, per un bimbo si tratta solo di una rappresentazione un po' misteriosa, sui toni del marrone - e non del nero, o del grigio -, qualcosa che evidentemente soffre l'assenza di luce e che è in attesa di un cambiamento.

Mia figlia, che ha 8 anni, era certa fin dalle prime pagine che questo gigante ostinato avrebbe avuto la meglio e i colori sarebbero esplosi alla fine della storia. La figlia dell'amica che mi ha consigliato questo libro, che ha un anno meno di eSSe, l'ha voluto leggere prima di addormentarsi per più sere consecutive perché se ne era innamorata.

È successo anche a me: sarà difficile restituirlo alla biblioteca...

 
Quest'uso dei contrasti nella narrazione per immagini comunica con una tale immediatezza ed efficacia che, a mio parere, sarebbe stato altrettanto efficace fare di quest'albo un silent book.

Nessun ottuso regime può fermare la forza vitale di chi vuole essere libero, afferma l'Albero azzurro, dal primo sguardo, e con lui tutti quelli che l'hanno fatto entrare nelle loro case e hanno abitato i suoi rami.

Entrerà sicuramente nella mia selezione di letture sugli alberi.
Di albero in albero ho scelto di parlarvi proprio oggi di quest'albero azzurro perché me ne ricordava un altro, quello di Anne, che purtroppo ha tutt'atro epilogo.

La Giornata della memoria si sta avvicinando, vi segnalo un paio di link degli scorsi anni che potrebbero interessarvi:
La giornata della memoria ad altezza metro e venti
Come raccontare la realtà - ed episodi storici da non dimenticare - ai bambini?



Buon fine settimana e buone letture!


Con questo post partecipo al Venerdì del libro.

Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa idea, l'elenco dei blog che aderiscono all'iniziativa e le istruzioni per partecipare.
E non dimenticate la nostra biblioteca su aNobii  



giovedì 21 gennaio 2016

Cambio d'abito

Ogni tanto mi diverto a sostituire l'immagine che fa da sfondo al titolo del mio blog, l'ho fatto anche oggi.



Riuscite ad indovinare di che mare, oppure oceano, si tratti?
All'alba o al tramonto?

Lasciamo la California e i suoi surfisti, almeno per un po'....



Questi piccoli ritocchi danno sfogo alla voglia di ridefinirmi, in questi giorni è davvero tanta e non solo su queste pagine.

Non posso fare programmi a lungo termine in questo periodo, ma ho davvero voglia di vivere nel presente.


Buon pomeriggio a tutti!

Edit: ricambio ancora...
Adoro la prima foto ma mi sembrava troppo scura. L'alba invernale è affascinante ma forse è troppo notturna per una copertina.

Stesso luogo, quasi la stessa ora, stagione diversa... :-)





Edit numero due:
Avete letto questo post in silenzio, ma svelerò lo stesso di che panorama si tratta: questa è Varazze (SV) all'alba. Nella prima foto si tratta di un'alba invernale, e in quest'ultima di un'alba primaverile.

venerdì 15 gennaio 2016

Libri: L'amica geniale

Cari amici appassionati di letture, per la rubrica del venerdì del libro, oggi voglio consigliarvi la quadrilogia di Elena Ferrante e la sua Amica geniale.


A metà dicembre sono finalmente riuscita a finirne la lettura, e dico finalmente perché ci ho messo un paio di mesi, tempo che sarebbe stato dimezzato con i ritmi di una volta. Dopo le letture della buona notte insieme a mia figlia spesso crollo o reggo per poche righe su testi per adulti e devo aspettare week end e ponti per le mie full immersion alla vecchia maniera.

Bello stile e bella trama, sintetizzava la 'povna, io non posso che convenire, confermare il suo giudizio e rimandare ai suoi quattro post, libro per libro, per una analisi più ampia e una sinossi dettagliata, ché lei ha le competenze per scrivere post più approfonditi di quello che pubblicherò oggi io, eternamente in lotta con l'orologio e l'agenda piena di imprevisti ultimamente...

La quadrilogia scorre sotto gli occhi a ritmo sostenuto, sera dopo sera cresce la voglia di tornare a leggere in ogni attimo rubato, come accade solo con quei romanzi dove la trama ti cattura e la scrittura ti fa scorrere le pagine con piacere e gusto.



Fiumi di parole, in circa mille e ottocento pagine nella versione cartacea, che si divorano in pochi giorni.
Sempre la 'povna mi aveva detto che i primi due libri danno dipendenza, e confermo anche in questo caso.
Il terzo a mio parere è quello che meno incatena all'ebook reader, ma nella seconda parte riaggancia. Con il quarto si riaccende forte il desiderio di voler sapere come la storia vada a finire, pagina dopo pagina, e, credo un po' tutti si sia tentato di centellinare le ultime pagine, per non distaccarsi dalle vite delle due protagoniste e tutto il loro mondo.

Uno dei plus di questa opera è l'aver tracciato un lucido e prezioso ritratto del nostro Paese nell'arco di decenni interi, anni che sfuggono spesso dalle maglie del sistema scolastico e quindi in molti conoscono superficialmente. Ho però trovato ancora più efficace il ritratto della psicologia dei personaggi e la sequenza di istantanee che ci viene presentata e ci permette di comprendere le relazioni tra loro, offrono interessanti spunti per riflessioni antropologiche sulle dinamiche tra gruppi e individui.

Non essendo questo un lit blog, ovviamente, mi fermo a valutazioni sintetiche e aderenti alle mie caratteristiche di lettrice e ai miei interessi.
Posso però con certezza consigliarvi questa lettura: vale le ore che inevitabilmente ruberete al sonno per finirla e vale anche un prezzo non economico persino nella versione ebook (i primi volumi sono ormai abbastanza datati per una edizione economica, che non mi risulta sia uscita - sono tra quelli che non capiscono come sia possibile che una veresione cartacea abbia una differenza così piccola con una elettronica, ovviamente a prescindere dal caso specifico -) e se come me amate le storie articolate, in cui si descrivono nei dettagli i vari personaggi e la loro evoluzione nel lasso di periodo lunghi, non rimarrete delusi, sarà in particolare interessante per chi ama approfondire le relazioni tra donne, benché ci sia molto altro di contorno.

Gli spunti e gli argomenti su cui confrontarsi a fine lettura sono tanti ed interessanti.
Se ci si chiede per tutto il tempo quale sia davvero l'amica geniale, ancora più interessante è riflettere sull'evoluzione della relazione tra le due amiche, da bambine e poi donne, e che peso abbia avuto nelle loro vite. Cosa sarebbe accaduto all'una e all'altra se fosse stata Lila e non Lenù a continuare gli studi? Quanto pesano il carettere, il contesto di nascita, le possiblità che esso offre nell'esistenza di una persona? Possiamo affermare che la storia di queste due donne segua un paradigma deterministico?
...e altro ancora.

A voi, se lo avete già letto, che interrogativi sono rimasti?

Buon fine settimana e buone letture!

Con questo post partecipo al Venerdì del libro.

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mercoledì 13 gennaio 2016

Un'insalata invernale colorata e leggera

L'insalata di cui vi parlo oggi è quella che ho proposto alla cena della vigilia di Natale dai miei, una colorata e leggera insalatina di stagione

Insalatina di Natale


Abbiamo sempre festeggiato in famiglia la sera prima di Natale, fin da quando sono piccola, per poi andare a festeggiare il 25 a pranzo dai nonni, con gli zii e molti amici. L'appuntamento è rimasto da allora invariato anche se ne sono cambiate le connotazioni. 

Quando è nata questa tradizione familiare si trattava di una cenetta molto intima, la sera della vigilia mia madre apparecchiava la tavola con le tovaglie più eleganti e le stoviglie delle grandi occasioni, noi bimbi insieme a lei piegavamo i tovaglioli in qualche modo curioso, mettevamo sul tavolo un segnaposto natalizio, realizzato da mia madre in genere, accendevamo le luci dell'albero. La cena era abbastanza frugale, ma ai nostri occhi di bimbi era una cena speciale: mia madre preparava per noi alcune prelibatezze, soprattutto antipasti, tra cui la sua deliziosa insalata russa (che per questo per me è sinonimo di Natale). L'atmosfera della vigilia era vissuta con emozione e grande gioia. Dopo cena restavamo qualche minuto ad osservare il movimento di un portacendele con degli angioletti che giravano suonando delle campanelline grazie al calore delle candele, poi noi andavamo a letto felici aspettando Babbo Natale...

Negli anni la cena della vigilia di Natale si è trasformata ed ha accolto via via fidanzati/e, che poi son diventati mariti e mogli, nonni, zii, nipoti e amici. Per alleggerire il lavoro di mia madre abbiamo deciso, quando il numero di commensali è cresciuto, che ognuno avrebbe portato qualcosa. Quest'anno, insieme altre preparazioni più impegnative, ho preparato un piatto leggero pensando a quanto ci saremmo fatti ingolosire dai tantissimi antipasti, per sostituire, per noi erbivori ;-) e chiunque volesse assaggiare, il tradizionale secondo di carne.

Eccola qui: semplice ma d'effetto:


 

 Ingredienti:
  • Cavolo cappuccio bianco;
  • cavolo cappuccio rosso;
  • mela gialla (una qualità dolce e che non sia troppo farinosa);
  • mandarini;
  • roselline del Marocco secche (facilmente reperibili tra le spezie di provenienza francese, ormai in ogni supermercato);
    Per chi volesse marcare il contrasto agro-dolce:
  • uvette o ancor meglio mirtilli rossi disidratati;
    Eventualmente per chi amasse condimenti più marcati (o non fosse abituato a quelli leggeri):
  • olio Extra Vergine di Oliva leggero;
  • sale integrale marino.
    Possono star bene anche:
  • semi di sesamo bianchi e una grattuggiata leggera di zenzero 
  • fette di arancio tarocco o mandarini dolci senza semi.
Utensili necessari:
  • Una mandolina a lame intercambiabili che permetta di tagliare finemente e a fiammifero;
  • un piccolo spremiagrumi;
  • un'insalatiera capiente per girare bene prima di impiattare.

Istruzioni:

Lavate bene i cavoli cappuccio e tagliateli finemente con la mandolina, come di consueto vi ricordo di fare grande attenzione se non la usate di frequente, o non l'avete mai usata, perché le sue lame non perdonano i distatti!
Sbucciate la mela e tagliatela sempre con la mandolina, o altro utensile, a fiammiferi.

In una insalatiera capiente mescolate con le mani una parte di ciascun cavolo, rosso e bianco, e una di mele a fiammiferi, fino ad ottenere una buona alternanza degli ingredienti. Se non amate le insalata dolci potrete ridurre della metà la dose di mela. Nella ricetta non ho indicato pesi e dosi perché dipendono da quanto vi piacciano le insalate: io ne mangio bacinelle intere, quello nelle fotografie di questo post (mi scuserete per la loro qualità, le ho scattate al volo con il cellulare quando l'ho provata a casa mia il giorno prima... ) è stato per me un piccolo antipasto.

Spremete quindi i mandarini e irrorate con il loro succo l'insalata, sbriciolate un po' di roselline, aggiungete le uvette, i semi di sesamo e lo zenzero (ed eventualmente anche il sale e l'olio) e girate di nuovo, questa volta con delle posate.

Impiattate e guarnite con altre roselline e fette di arancia o mandarino.





Questa ricetta è tanto semplice quanto gradevole al palato.
Altamente personalizzabile e riproponibile in mille varianti, sfrutta l'abbinamento cavolo cappuccio e frutta, si presta come insalatina apri pasto, contorno o, rinforzata, a diventare insalatona per un piatto unico leggero ma saziante.

Una scorta di sali minerali e vitamine vive, ampiamente biodisponibili, e una doppia fonte di vitamina C, contenuta negli agrumi ma anche nelle Brassicacee crude, si rivela preziosa per fissare il ferro contenuto nel vostro pasto. In questa insalatina starebbero benissimo anche tenere foglioline di spinacina cruda, quando se ne trovano di fresche e per un'altra versione ancora, ancor più completa, anche mandorle e noci, per aggiungere una fonte di omega tre, in rinforzo all'apporto dei semi, e per arricchire di altri preziosi sali minerali l'insalata.
Date sfogo alla vostra fantasia e sperimentate pensando al piacere di assaggiare un gradevole insieme e al fare scorta di preziosi nutrienti.
 
Se non amate il gusto deciso del cavolo cappuccio potete aggiungere il succo di mandarino con qualche ora di anticipo per una marinatura che smorzi un po' i sapori marcati. A mio parere è decisamente più buona quando il condimento viene aggiunto proprio alla fine: i diversi ingredienti portano i loro sapori a contrasto, decisi e delicati, in purezza e tutte le componenti croccanti restano tali, rendendo più piacevole l'assaggio.

Provatela e fatemi sapere se vi è piaciuta. :-)

Dedico questa ricetta alla gentilissima madre di mia cognata che alla cena di Natale ci ha riempiti di attenzioni e manicaretti vegan. Grazie di cuore.

Buona serata e buon mercoledì veg a chi ha deciso di ampliare la propria dieta con piatti 100% vegetali.


In cerca di altre insalate invernali?

Insalata di cavolfiore viola
Insalata raw di broccoletti, carciofi, agrumi
Insalatina di carciofi crudi e pere
Insalata invernale con crostoni e hummus di okara


 


venerdì 8 gennaio 2016

Passioni, letture e buon anno!


Buon anno, cari lettori!

Come sono andate le vostre vacanze?
Le mie sono state intense, poco riposanti ma decisamente piene di soddisfazioni, spese a creare momenti di grande energia ed affetto tra persone care di ben 4 generazioni diverse. Momenti unici, mi ritengo molto fortunata.

Quest'anno, come da tradizione, ho aspettato le vacanze ...per concedermi ai malanni di stagione! ;-) Prendiamola sul ridere... so che questo è un messaggio che il corpo mi manda e intendo ascoltarlo, ma le energie stanno tornando a me, me ne sento circondata.

Non ho strutturato una lista di buoni propositi per il nuovo anno - in concomitanza del cambio di stagione, nei giorni in cui il buio chiamava riflessioni ho deciso la mia rotta, voglio riprendere in mano progetti trascurati, tra cui questo blog, occuparmi di meno cose ma con più concentrazione, forse mi ero troppo *frammentata* -, sono piuttosto in fase creativa. Piacevolmente coinvolta in una rete di relazioni edificanti e in situazioni in divenire, sento le energie positive e la passione delle persone, sento la voglia di attivarmi. In realtà sono già attiva, perché, come di consueto, ho deciso di non stare ferma ad attendere l'evolversi degli eventi.

Ho impiegato 10 minuti abbondanti per scrivere questa frase: il pensiero è corso lontano e io stavo per seguirlo!

Frenando per un attimo i voli pindarci, oggi torno a parlarvi di libri, strumenti e complici.  

È stato difficile scegliere qualche titolo per il Venerdì del Libro, libri meravigliosi sono arrivati sotto l'albero - e altrettanti sono stati scaricati sul mio ebook reader -, ma ho infine deciso di parlarvi di Ciro, il piccolo dinosauro protagonista di due storie.

Quella che mi è più piaciuta è contenuta ne

L'isola dei dinosauri, di Ermina Delll'Oro, Il battello a Vapore, Piemme.

Una storia di un'amicizia tra due cuccioli, che rimangono senza custodia e si fanno coraggio e compagnia per sopravvivere. Una storia in cui la paura del diverso viene messa da parte per necessità e poi per la scoperta di elementi in comune che vanno a fondare una relazione di sostegno e cura, che porta benefici di lungo periodo ai protagonisti come a tutta la comunità.

Più nello specifico, una storia di fantasia, a misura di giovani lettori, che vede come protagonista Ciro, realmente vissuto nel Creteceo, il più piccolo dinosauro mai rinvenuto,  di cui vi ho già parlato.


In occasione della visita al Museo di Storia Naturale, Niccolò alla richiesta della maestra di immaginare la storia di questo piccolo dinosauro si assenta: sente la voce di Ciro che gli racconterà della sua storia e degli altri abitanti della sua era. Il vero Ciro morì a pochi giorni, il dinosauro protagonista della nostra storia invece riuscì a sopravvivere ad una grande avventura, a superare una prova importante ed imparere a prendersi cura di se' di altri.

Un racconto che ho letto a eSSe qualche anno fa e che credo potrei riproporle ora che legge speditamente da sola e ha visto Ciro a Milano, proprio come i bimbi della storia.
Il target indicato è dai 7 anni, ma dai 5, a mio parere, è pienamente godibile, soprattutto dagli amanti dei dinosauri, delle avventure, delle storie di amicizia.

Innamorato pazzo, di Giuseppe Carfagno, vede ancora come protagonista il nostro Ciro ed è un racconto che parla di primi amori e di esplorazione dei sentimenti, che strizza l'occhio alla vena romantica dei più piccoli. Merita una menzione soprattutto per le bellissime illustrazioni di Michel Fuzellier, noto artista attivo dagli anni '60 anche nel nostro Paese. L'editore in questo caso è Cartacanta.

Ho scelto di presentarvi, anche se brevemente, questi due libri perché ho notato un rinnovato interesse per i dinosauri di recente (per esempio nelLa biblioteca di Filippo) e perché proprio questo week end si concluderà Spinosaurus. Il gigante perduto del Cretaceo, promossa dal Comune di Milano-Cultura e dal Museo di Storia Naturale di Milano, che sarà visitabile ancora fino a domenica 10 gennaio a Palazzo Dugnani.

Vi segnalo in particolare che sia sabato che domenica alle 16 ci saranno visite guidate dedicate ai bimbi dai 6 agli 11 anni, intitolate "SpinoDino va a Berlino", con la presenza dei curatori della mostra. Mi ha colpito la passione di questi ultimi, per questo vi rinnovo l'invito a visitarla se ancora non l'avete fatto.

Buon fine settimana e buone letture!


Con questo post partecipo al Venerdì del libro.

Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa idea, l'elenco dei blog che aderiscono all'iniziativa e le istruzioni per partecipare.
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