venerdì 27 maggio 2016

Libri: Per fare il ritratto di un pesce

Torno a parlare di albi illustrati, mostrandovene uno che mi ha colpita per le illustrazioni:

Per fare il ritratto di un pesce
di Pascale Petit
illustrazioni di Maja Celija
traduzione di Rosa Chefiuta & Co
Orecchio Acerbo


Un albo di grande formato, che si apre in ampie tavole orizzontali, a doppia facciata.

"Due storie che si intrecciano e si alternano sulle pagine. La prima ha parole e immagini, la seconda solo immagini. Il protagonista della prima è un un uomo che vuole dipingere sul suo quadro un pesce. La seconda ha come protagonisti dei ragazzini che il pesce invece lo vogliono vero. L'uomo va con la sua tela sulla spiaggia in cerca di ispirazione ma poi si addormenta e la sua tela va alla deriva, galleggiando. I bambini vanno sulla medesima spiaggia con il loro vaso cercando di catturare un pesce nel mare."
Due storie che si intrecciano e si alternano sulle pagine, dice l'editore e non posso che trovarmi d'accordo.
Prima si è sicuramente catturati dalle immagini, inevitabile perdersi nelle meravigliose illustrazioni

un dettaglio, cigni

mentre il testo segue una sua linea narrativa parallela e a volte richiama la nostra attenzione infilandosi nelle figure.

un dettaglio, i tanti animali che un artista può incontrare prima di trovare il suo modello

Immagini e testi evocano leggerezza, stimolano il lettore a volare con la fantasia, per poi richiamarlo nella realtà mostrando il pittore in mezzo all'acqua con la sua tela in mano e i bagnanti che lo osservano con stupore e poi ancora avventurarsi in mezzo ad animali di ogni genere, che davvero non ci si aspetterebbe di trovare andando alla ricerca di un pesce da ritrarre... Accostamenti surreali e personaggi stranianti tengono l'attenzione alta, non ci si può distrarre un attimo sfogliando questo libro, non è facile indovinare cosa accadrà pagina dopo pagina!

L'arte richiede dedizione e pazienza, si inizia con la preparazione della tela e dei colori, si elabora un'idea, ma poi serve affacciarsi al mondo che si vuole raffigurare, e non può mancare l'apertura mentale che accoglie, senza scomporsi più di tanto, imprevisti e colpi di scena e cambi di programma man mano che l'opera prende forma, pare suggerirci questa affollata trama, solo con l'insieme di questi elementi si arriverà ad ottenere qualcosa che emoziona.

Vi lascio con il dubbio: riuscirà il pittore a trovare il pesce da ritrarre?


Con questo post partecipo al Venerdì del libro, sul mio blog sono tutti raccolti qui.
Qui potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa idea, l'elenco dei blog che aderiscono all'iniziativa e le istruzioni per partecipare.
E non dimenticate la nostra biblioteca su aNobii    


 

venerdì 20 maggio 2016

Un meraviglioso pomeriggio al Rifugio Miletta


Quando arrivi al Rifugio Miletta sei inizialmente colpito dalla bellezza del luogo: piante rigogliose, colline dolci, tantissima luce, fiori e ...occhi attenti. 


Stai varcando un territorio: appena superato il cancello, sarai letteralmente investito dalla gioia festante degli abitanti più vivaci di quest'oasi di pace, i tanti cani che faranno a gara per ottenere delle coccole!


La costante delle immagini che ho catturato è la presenza di occhioni languidi, zampe che ti si attaccano alla gamba appena vedono che sei disponibile, ;-) a reclamare, con dolcezza ma anche decisione, attenzioni, mani che inevitabilmente accarezzano. Anche chi non avesse una particolare predilezione per i cani sarà colpito dalla socievolezza di quelli che vivono qui.

Quando si alza lo sguardo si può ammirare l'ampiezza degli spazi, circa tre ettari dedicati a dar rifugio a tanti animali diversi, che convivono senza divisioni per specie.


Per chi non li ha mai visti da vicino, ci vuole un attimo a prendere le misure con alcuni di loro: quanto è grande una pecora?
Parecchio!
 




Per gli amici appassionati di albi illustrati: quella bianca non vi ricorda incredibilmente Beeelinda?
Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso!

Invece trattasi di Tommy, lui ha un ottimo carattere, si fa stropicciare con piacere, ha un manto morbissimo.

E le caprette?


Molto più piccole, a misura di bimbi.
...Si vorranno far toccare?
Avranno voglia di fare amicizia con cuccioli di altre specie?
Decisamente sì, col garbo giusto.

Queste sono fresche di adozione e quindi hanno ancora gli identificativi per il riconoscimento alle orecchie, ma appena li perderanno potranno avere un microchip, per questa struttura c'è una deroga data l'eccezionalità del luogo.
 
- Ohhh! C'è anche un ginghiale!  


Ce ne sono parecchi in verità: è facile che Alessandra riceva segnalazione dai veterinari di zona o dalle forze dell'ordine. Ha infatti avuto mandato di recuperare gli animali che vengono segnalati in strada o liberi in contesti dove non sono, come nel caso dei cinghiali, molto amati.

Quando arrivano cuccioli è tutto più semplice, crescono nella grande famiglia del rifugio e possono convivere con tutti gli altri, mentre se vengono recuperati da adulti hanno bisogno di spazi dedicati, con recinti rinforzati con pali interrati - molto costosi tra l'altro, saranno il prossimo acquisto necessario - che li proteggano dall'istinto a fuggire nel bosco e quasi sicuramente finire uccisi dai cacciatori.

Abbiamo chiesto ad Alessandra di spiegarci come si potrebbe risolvere la questione: spiace che debbano vivere in un rifugio, quasi isolati, ma fuori avrebbero i giorni contati. E lei non ha avuto dubbi: la prima cosa da fare è abolire la caccia, perché sono i cacciatori stessi a importarli, creando poi problemi anche ai contadini mancando i predatori naturali, i lupi, che ovviamente sono ancor meno amati. Qui sono al sicuro.

Questi sono due di tre cuccioli arrivati di recente, il più piccolo, Kutzco, ha un paio di settimane, Ariel qualcosa di più, sono molto affettuosi tra loro!


Mentre la mucca che vedete sullo sfondo resta per suo conto (lei ha un caratterino non facile, ci spiegano), ecco avvicinarsi anche degli asini:


Non immaginavo fossero anche loro così desiderosi di carezze e grattini... 


E ci sono anche i pony: mamma e papà sono assolutamente attenti, quando il piccolo è sfuggito per un attimo al loro controllo visivo sono andati in crisi e hanno fatto di tutto per recuperarlo! Capita l'antifona ora segue i genitori molto da vicino, ci limitiamo a osservarli da una rispettosa distanza.



I piccoli e più delicati ospiti sono tenuti in spazi protetti e separati, alcuni vivono proprio in casa, come i cinghialini, che sono orfani e devono ancora trovare un posto nella comunità del rifugio, infatti seguono Alessandra come fosse la loro mamma quando si muove, contendendosi le sue attenzioni con gli agnellini, ugualmente orfani e giovanissimi.


È interessante osservare le relazioni tra i vari animali: gelosie, simpatie, alleanze, voglia di giocare insieme e sostenersi o di star per conto proprio.
























I più piccoli, gli unici che non ci è stato permesso avvicinare per loro tutela, sono molto interessati a nostri bambini ;-)



Tutti gli animali adulti non facevano che rincorrerci all'inizio, poi semplicemente hanno assunto il ruolo di accompagnatori nel nostro giro, a volte reclamando il rispetto dei loro spazi. Ad un certo punto mi son sentita letteralmente spostare da una grande pecora mentre fotografavo alcuni cuccioli, evidentemente ero sulla sua strada ;-) o forse era un po' gelosa.

Gli ospiti di questo rifugio, cosa che non si direbbe dal loro atteggiamento e dalla serenità che aleggia, sono tutti animali salvati da maltrattamenti, abbandonati perché malati, scartati a causa di handicap fisici, vittime di incidenti stadali, orfani di genitorni non sopravvissuti al parto, recuperati in seguito a segnalazioni.

La loro sorte è però cambiata quando sono stati accolti da Alessandra, anima di questo santuario, che si occupa di tutti loro - e sono molti di più di quelli che vi ho mostrato - con il suo compagno, un altro volontario assiduo e alcuni presenti sporadicamente e purtroppo senza continuità.

Capita che mentre sta parlando con i visitatori si interrompa per dare un'occhiataccia ed eventualmente intervenire quando vede qualcuno prendersela con i nuovi arrivati. "Ognuno di loro ha un carattere diverso, ci sono quelli più simpatici e quelli più brontoloni e anche alcuno scontrosi", ci ha detto. Oppure che corra a cambiare l'acqua in un catino perché vede avvicinarsi qualcuno dei cani per berla quando ormai è diventata troppo torbida e sporca perché qualcun altro ci ha giocato dentro.

Abbiamo anche potuto assistere al momento in cui si è ritirata in casa per allattare col biberon gli agnellini e le piccole volpi. Eccone una, guardate che scambio di sguardi!


 
Ogni membro di questa coesa comunità meriterebbe un post dedicato, e nel tempo lo ha avuto, o lo avrà, sulla pagina Facebook del rifugio.

Toglie il fiato ascoltare certe storie, di crudeltà gratuita per lo più, violenze ai danni di creature indifese che hanno riposto fiducia nelle persone sbagliate. Eppure durante la visita in ognuno ho percepito una fiducia sconfinata oltre a un bisogno di amore tangibile.

Il motto del rifugio, Oltre ogni specie, è davvero perfetto per questo luogo, che Alessandra ci ha raccontato esser stato inizialmente un luogo della mente, un progetto preciso, che ora ha preso forma.

Possiamo sostenere questa realtà con donazioni, anche trarmite PayPal (l'indirizzo associato al conto del rifugio è: info@rifugiomiletta.org), visitando questo luogo (prenotando una visita usando questi contatti), magari decidendo di adottare qualcuno degli ospiti, aderendo alle iniziative benefit, parlandone agli amici. 

Mi piacerebbe visitare sempre più luoghi come questo, passiamo parola!

Ringrazio Francesco e i volontari di Essere Animali per avermi invitata a visitarlo, se deciderete di farlo anche voi preparatevi ad elargire tante tante carezze!

Grazie per esser arriviti fino alla fine di questo lungo post ;-)

Buon fine settimana!
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