Anche questa settimana partecipo molto volentieri ai
Venerdi del libro con:
Urashima Taro
Una Storia Giapponese
di
Mayuko Tazumi e Davide Longaretti (resterete affascinati dalle storie e dai siti di questi due autori, sono linkati sotto i loro nomi).
Ho un debole per i libri di
Orecchio Acerbo: oltre ai contenuti sono particolari anche i formati e i materiali con cui sono fatti i libri, a partire dalla copertina in cartoncino rigido e spesso, piccoli tesori insomma. Ho sempre apprezzato la possibilità che da' l'editore di vedere una generosa anteprima linkandola come pdf nelle schede libro.
La particolarità di questo testo è che è bilingue: il testo in giapponese precede quello italiano. E non è l'unica: le illustrazioni sono realizzate con tecniche e supporti apparentemente molto distanti, plastilina e computer, che abbinate danno un risultato curioso e di grande impatto, forse per questo sono state segnalate alla Mostra Illustratori della Fiera Internazionale del Libro di Bologna.
Mi ha colpito subito, quando l'ho sfogliato la prima volta in una libreria, l'uso del colore e la luminosità delle immagini, e come già dal retro di copertina parta il racconto di come un mito del Giappone antico possa rileggersi attuale.
Così anche se la mia bimba è sicuramente troppo piccola per apprezzarlo pienamente l'ho preso e ieri lo abbiamo letto per la prima volta insieme.
La trama è forse un po' complessa per lei (infatti è indicato dai 6 anni, lei ne ha la metà), o meglio, va sicuramente rielaborata per i più piccoli, perchè alcuni passaggi li potrebbero spaventare, ma il
racconto grafico le è piaciuto e si è incuriosita quando ha visto gli ideogrammi, proprio come era capitato a me la prima volta che l'ho sfogliato. Ho pensato alla mia prima sensazione e ho immaginato che un bimbo che non sa leggere ma si inizia ad incuriosire al mondo delle lettere (la mia è in quella fase) forse ha la stessa curiosità e prova forse le stesse sensazione che posso aver provato io davanti agli ideogrammi: affascinanti custodi di un misterioso significato.
Così ho provato a chiederle di "leggermi" la storia la seconda volta che abbiamo guardato il libro e l'abbiamo fatto insieme tramite le immagini. La comunicazione visiva e la narrazione attraverso il testo viaggiano su binari diversi, la prima ci mette sullo stesso piano dei bimbi ed è più a loro misura: il finale un po' spaventoso (se lo leggiamo razionalmente con gli occhi di un adulto) non è sottolineato come tale nei disegni e sicuramente la scelta non è casuale.
La grafica da un lato rimanda ad un mondo fantastico, ovattato,
rotondo,
morbido... dall'altro il richiamo al contemporaneo è molto evidente e anche questo penso proprio sia voluto, che metterà a loro agio e incuriosirà
nativi digitali.
La storia parla di un pescatore dall'animo gentile che salva una tartaruga dai maltrattamenti di alcuni ragazzini. L'uomo ritroverà quella stessa tartaruga, che, riconoscente per averla salvata, lo inviterà in un regno sottomarino dove sarà ringraziato dalla regina che organizzarà per lui mille divertimenti.
Ad un tratto però la nostalgia lo farà decidere per il ritorno al suo vecchio villaggio, ma a questo punto iniziano la storia prende una piega misteriosa... non voglio rovinare la sorpresa a nessuno.
Mi ha ricordato i miti che ispirano le fiabe celtiche, che parlano delle meraviglie della magia ma senza nasconderne il lato oscuro. Qui invece c'è solo un accenno e penso solo un lettore abbastanza grande per elaborarlo sia in grado di cogliere il senso vero del finale.
Se siete abituati alle rivisitazioni disneyane delle fiabe questo racconto potrebbe lasciarvi con l'amaro in bocca, come accade per quelli dei Fratelli Grimm, anche se non c'è quella durezza e perentorietà, la fine tragica è solo accennata, e soprattutto è totalmente assente ogni forma di giudizio o tono moraleggiante.
Nessuna
lezione per i nostri bimbi, solo un racconto, che va interpretato con l'aiuto di un adulto.
D'altronde la realtà è così: non sempre c'è un lieto fine ed ogni scelta implica delle conseguenze.
Sta a noi genitori dosare un po' di realtà e molta fantasia per spiegare ai piccoli con toni rassicuranti come va il mondo...
Dedicato con tanto affetto a tutto il popolo giapponese, in particolare alla mia amica Tomoko e alla sua bellissima famiglia.
Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono
qui.
Qui potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa ideea, i link agli altri blog che aderiscono e le istruzioni per partecipare all'iniziativa.