sabato 22 ottobre 2011

Partire è un po' morire

La nostra avventura tedesca si sta concludendo e quando il post andrà in linea staremo salutando la città prima di metterci in viaggio.


"Partire è un po' morire
rispetto a ciò che si ama
poiché lasciamo un po' di noi stessi
in ogni luogo ad ogni istante.

E' un dolore sottile e definitivo
come l'ultimo verso di un poema...
Partire è un po' morire
rispetto a ciò che si ama.
Si parte come per gioco
prima del viaggio estremo
e in ogni addio seminiamo
un po' della nostra anima."

Edmond Haraucourt
[versione in francese]


Ispirata da Vita a San Diego


San Diego...  San Diego è una città legata a memorie liete e di cui anche mia figlia, che non ha ancora 4 anni, ha molti ricordi. La nostra San Diego la vedete nella foto sfondo del blog, è stata scattata circa un anno fa, quelle in basso a sinistra siamo eSSe ed io mentre contempliamo l'Oceano al tramonto nei pressi di Crystal Peer.


Come è possibile che un bimbo piccolo ricordi chiaramente posti in cui è stato anche parecchio tempo prima e brevemente (avendo girato parecchio, per via del lavoro di papà)? Ho trovato la cosa stupefacente: a San Diego eSSe è stata meno di 3 settimane in tutta la sua giovane vita, una volta a 1anno e mezzo, la seconda a 2 e mezzo, eppure ne ha ricordi nitidissimi, come di tanti altri posti, spero le restino a lungo.

Prima di partire per la Germania mi veniva una certa malinconia mentre le spiegavo che si stava valutando di partire con papà per una terra fredda, dove piove spesso, molto spesso (descrizione del papà A)... eSSe con innocenza mi ha proposto: "mamma, andiamo invece noi due a San Diego!!!": la mia bimba fin da piccola è stata un po' plagiata sulle mete da preferire (città con un bel mare accanto) e sa come tirarmi su! ;-)
I nostri figli ci conosco molto a fondo e amano immensamente
.
 
Alla fine siamo partite con A e con sorpresa e punti di vista del tutto nuovi, ho vissuto questa trasferta a Mainz come un'esperienza molto positiva e stupefacente per molti aspetti.

Sconfortata dal feed back deprimente di A che ci viene per lavoro da 20 anni - "Piove o è nuvoloso praticamente SEMPRE! Mi farebbe piacere avervi con me, ma ...pensaci molto bene" e da ricordi di arti congelati durante un week end a Berlino per i mercatini di Natale, avevo il timore di passare un mese chiuse in una piccola casa in affitto, con un tempo terribile fuori. 

Invece, complice una stagione particolarmente mite, abbiamo passato molte molte ore fuori casa. Mi son lasciata rapire dalla meraviglia dei colori autunnali e ho adottato un approccio di scoperta autentica, alla maniera dei bambini. Ho accantonando timori e pregiudizi, camminando ed esplorando quanto più possibile, osservando, vivendo ogni giorno con curiosità, ho conosciuto un Paese nuovo. 

 

Paradossalmente, ho addirittura accolto con una sorta di sollievo la pioggia di alcuni, pochissimi, giorni, ché ha rivelato vane le mie paure. 

Un'amica che vive nel freddo Nord Europa mi ha raccontato che la sua piccola non vede l'ora che piova per mettere i suoi begli stivaletti e cantare sotto la pioggia: gioiosa creatura! 
...piace tanto anche a me! Così come fare ciaf ciaf nelle pozzanghere - lo scorso anno ai saldi mi son comprata apposta degli stivali da pioggia un po' frivoli, e come una bimba non vedevo l'ora di usarli -  e aprire un ombrello colorato e correre spensierati. O anche ascoltare il rumore della pioggia che batte, sui vetri la sera. E' così rilassante, non trovate? Scrivere sotto la pioggia battente che cadeva sui velux la notte è stato piacevole... 

Basta così poco per stravolgere un preconcetto o un timore: probabilmente basta mettersi in contatto con il mondo visto con gli occhi di un bambino, quello che abita tutti noi, sopito sotto strati di vita.

Così siamo andati a comprare dei bellissimi stivaletti pieni di fiorellini colorati per eSSe e anche un ombrellino a fiore (ma quanto poco costano le cose in Germania?). 

 
La casa dove abbiamo vissuto era davvero accogliente, una mansarda luminosa, in un quartiere bellissimo, a misura di famiglia con bimbi piccoli.
Oltre ogni aspettativa, considerando che ci siamo finiti per caso...

 
Ne ho raccontato poco, e un po' mi dispiace, molto ci sarebbe da dire, ma non avevo tempo per un diario e come dice una mia cara amica "La vita o si vive o si scrive" e se non vivi poi di che parli?
Ho qualche bozza avviata, a casa mi attende la ristrutturazione che ho lasciato a metà e una volta tornata sarò sommersa di cose da fare, ma voglio comunque raccontarvi la nostra Mainz.

Come ho già scritto il viaggio è scoperta, crescita personale, esperienza di vita, confronto con altre culture, linfa vitale! Non che in viaggio capitino sempre solo cose belle, ne' si viaggia sempre e solo per vacanza, ma un'esposizione alla differenza è sempre arricchente e comunque vada torni con molto più di quello con cui sei partito e molto di più di quel che lasci.

E' stato così anche stavolta. 

Ci risentiremo dall'Italia.



6 commenti:

  1. Allora e' vero che San Diego resta nel cuore... ma non pensavo anche nel cuore di bambini cosi' piccoli :-)

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  2. Marica, sì! Anche perchè nel nostro caso è stata una vacanza in coda a una lunga trasferta, per cui la piccola si ricorda che eravamo tutti assieme a divertirci e stavamo sempre al mare (o in piscina) ;-)

    Monica: grazie!!! Torno alle pulizie e agli scatoloni... ciao!

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  3. Che bello, mi piace molto questo tuo post e sono felice che sia stata una bella esperienza. Viaggiare è davvero una delle cose più belle che esistono! Scoprire nuove cose, persone, usanze, ... :-)

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  4. Grazie Claudia sei sempre carina :-)
    Condivido tutto.... (manca solo "nuove Barbie" ;-) poi ti mando le foto appena le scarico, sono indietrissimo su qualsiasi cosa!!! ciao!!!)

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  5. Anche io non riesco a fare proprio tutto... aspetto le foto!!

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Grazie per il tuo commento, le tue impressioni per me sono preziose :-)
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