venerdì 13 gennaio 2012

Libri: La scuola dei Barbapapà, e tanti spunti per noi adulti

Cari amici del VdL, compagni di letture meravigliose, chissà quanti bei libri sotto gli alberi di Natale o nelle calze della Befana delle vostre case...

Anche da noi sono arrivati molti libri, ma soprattutto in questi ultimi giorni eSSe ed io abbiamo potuto recuperare, dopo settimane con ritmi scombinati, il nostro specialissimo momento dedicato alla lettura, lei e io sole.
Da che ha la sua libreria personale nella sua cameretta, finalmente eSSe ha di nuovo a disposizione tutti i suoi libri, in una zona dedicata e alla sua altezza, proprio come la Cappuccetto Verde di Munari (omaggio dedicato alle "compagne munariane"). Anche durante i lavori in casa aveva uno dei ripiani più bassi di una delle librerie di casa tutto dedicato, ma risultava complicato prendere i libri dietro la prima fila e alcuni sono finiti nel dimenticatoio, ora invece è tutto è accessibile, ed è libera di esplorare e scegliere tra molti più titoli. 

Tra le scelte di queste ultime sere un libro che avevo suggerito a Babbo Natale lo scorso anno, devo dire che non me lo ricordavo così bello.

La scuola dei Barbapapà
Annette Tison, Talus Taylor

I Barbapapà sono simpatici ...tuberi? che molti di noi ricorderanno di aver amato nella loro infanzia.
A me piacciono molto, il messaggio delle storie di cui sono protagonisti è sempre positivo, il taglio degli episodi dei cartoni animati da 5 minuti è stato ideale perchè fossero per eSSe tra i primi che ha visto lo scorso anno.

In questo libro c'è un insieme di messaggi molto positivi e forti: un invito all'ascolto ed all'accoglienza di chi è in difficoltà e la salda certezza che un recupero delle situazioni più difficili sia sempre possibile, con l'approccio più adatto.

I gemelli - bambini umani affidati ai barbapapà - sono alle prese con il loro primo giorno a scuola. L'intera famiglia Barbapapà li accompagna, ma con sorpresa e preoccupazione trovano un maestro che scappa da una classe totalmente allo sbando. Alcuni bimbi si picchiano, altri fanno giochi pericolosi, altri ancora compiono atti vandalici. Fuori dalla scuola ci sono adulti arrabbiati e minacciosi.

"il maestro sembra avere qualche difficoltà... i bambini in effetti sono un po' vivaci...".

La situazione degenera e i bambini se la prendono anche con gli adulti. Deve essere grande il loro bisogno di attenzione ed ascolto se hanno scelto la strada della provocazione per ottenerlo. Ma la reazione è decisamente minacciosa: c'è chi assesta sculacciate davanti a tutti, chi promette punizioni terribili, chi minaccia l'uso della frusta una volta a casa (!), chi sogna per loro i lavori forzati.

I Barbapapà sono allarmati e sinceramente preoccupati, anche qualcuno dei genitori (persino qualche lettore...).

La scena cambia: Barbapapà propone di affidare alla sua famiglia tutti i bambini, aprirà una nuova scuola dove ad ogni bimbo verrà dedicata l'attenzione che richiede. Gli adulti sono scettici ma è chiaro che sono in difficoltà e quindi accettano. Ogni barbabebè condivide le sue passioni e conoscenze nella nuova scuola, e probabilmente anche la fiducia e libertà che ha permesso loro di farle esprimere, così nelle pagine seguenti vediamo la scuola che ogni genitore sogna: corsi di qualsiasi disciplina artistica, come di scienze, con esperienze pratiche nell'orto, e ovviamente anche lo studio delle materie classiche, con l'aiuto del maestro che trova ora un clima diverso dove insegnare. Il laboratorio d'arte di Barbabarba mi ha fatto pensare molto a quelli di Michele Cassou: chissà se questi autori si sono incrociati.

Riporto un interessante stralcio tratto da wikipedia
"Il fumetto di Barbapapà, considerato una delle prime opere portatrici di un messaggio ecologista, nacque dalla fantasia di due autori, l'architetto e designer francese Annette Tison e il professore di matematica e biologia americano Talus Taylor, marito e moglie, che all'epoca risiedevano a Parigi. La loro creazione - avvenuta piuttosto casualmente in un bistrò parigino - viene fatta risalire al 1969, ovvero sull'onda del maggio francese che scosse le coscienze giovanili di un'intera generazione."
Una storia ricca di fascino e stimoli importanti hanno prodotto contenuti di spessore per un soggetto, i Barbapapà, che piace a molti perchè trasmette solo valori positivi ed è rassicurante nel suo fermo convincimento che il bene trionfi sempre.

E' interessante proseguire nell'analisi di questo breve ma intenso libro per ragazzi (e genitori).
I bimbi saranno miracolosamente trasformati in scolari modello?

Il libro ci offre uno spaccato realista: i bambini hanno in loro ancora tante energie non canalizzate, che ancora hanno bisogno di sfogare, e ci sono momenti di crisi. Non sono bastate le attenzioni di una intera barbafamiglia a soddisfare quanto in loro non ha ancora ricevuto un adeguato ascolto, represso anzichè accolto per lungo tempo. I Barbapapà hanno però le idee chiare: occorre proporre soluzioni costruttive e nonviolente, e adottare strategie creative per fronteggiare le crisi. Barbaforte offre una valvola di sfogo insegnando loro alcune discipline sportive, tra cui il rugby, che si dice essere tra gli sport migliori sotto un profilo pedagogico, così quando sono surriscaldati gli animi si placano presto. C'è attenzione ad ogni piccolo dettaglio in questo libro e messaggi davvero profondi.

Il libro si chiude mostrandoci la festa di fine anno, con genitori armati solo di sorrisi e pronti a riscoprire i loro figli. Nessuno è più arrabbiato o nervoso, ogni bambino ha ricevuto attenzioni ed ascolto a sua misura per un intero anno scolastico. Genitori e autorità si complimentano con la famiglia Barbapapà, che augura a tutti buone vacanze.

Questo libro è ricchissimo di spunti, molti meriterebbero un approfondimento dedicato, per ora vorrei concentrarmi su quello che secondo me è centrale, la condanna netta alla cosìdetta violenza educativa, che a me sembra un ossimoro già nella definizione.

Certamente rappresentare i genitori con un forcone in mano offre un punto di vista che si avvale della satira, mostrando con un sorriso amaro la contraddizione di un rapporto d'amore che passa a vie di fatto poco amorevoli. Nella realtà accade che a volte siamo in difficoltà e non sempre siamo in grado di fronteggiare i piccoli momenti di crisi in maniera equilibrata e pacifica. L'interrogativo resta valido:

Può la violenza educare?
Ho sempre creduto che l'esempio sia lo strumento più forte che abbiamo come genitori, come educatori. E' una naturale inclinazione del bambino seguire gli adulti di riferimento e lo fanno sempre, nel bene e nel male. Ho già postato questo video, ma lo rifaccio oggi, perchè le immagini hanno più forza delle parole.  
Avvertenza: NON guardate questo video insieme ai vostri bambini, le immagini sono forti.




La violenza, anche a scopi educativi, in tutte le sue forme e sfumature (violenza fisica, verbale, psicologica) resta violenza.

Violenza insegna violenza, violenza genera violenza, violenza propone sempre un modello di prevaricazione dei più forti sui più deboli, violenza insegna che chi ama ci può anche ferire e non rispettare, violenza insegna disistima. Violenza genera insicurezze e semina disamore per se' stessi.

Non ci sono valori positivi nell'uso della violenza.

Chiaramente maltrattamenti e forme di violenza gravi e continuate hanno effetti più devastanti, sbriciolano l'autostima, distruggono le sicurezze degli individui e creano persone fragili, autolesioniste, o molto aggressive e violente. Tutti sanno che gli autori dei peggiori crimini, specialmente quelli contro i bambini, hanno sempre alle spalle infanzie piene di violenze e pressioni psicologiche, trovare questa correlazione non significa giustificarli - affatto! - ma solo cercare un bandolo alla matassa. Meno frequentemente si riflette sul fatto che disagi più intimi, come un cattivo rapporto col cibo che diventa malattia (anoressia e bulimia, per esempio), o l'uso di sostanze stupefacenti, possano arrivare da violenze (fisiche o più spesso psicologiche) subìte da piccoli.  Anche le forme più lievi però lasciano un segno, anche quando chi le esercita non è consapevole fino in fondo del fatto che, pur con le migliori intenzioni del mondo, o per ignoranza, o per debolezza, compie atti violenti, di cui il bambino conserva memoria. 

Sto dicendo che ogni sberla che si dà genera un potenziale criminale, o tossico, o persona affetta da pesanti deficit di autostima?
Sto dicendo che ogni sberla che si dà genera insicurezze, perchè non va a correggere un comportamento, come molti pensano, ma a seminare dubbi sulla persona, mina le sue sicurezze più intime (- ma se mi ama perchè mi picchia? lo farà perchè non mi ama abbastanza? sono sbagliato?), e insegna un rapporto di amore pieno di incoerenze, potenzialmente distruttivo.

E non è vero che la violenza in alcuni casi è l'unica scelta possibile, ne' è vero che ai metodi autoritari si opponga necessariamente un approccio lassista, che è parimenti violento se ci riflettiamo, perchè trasmette disinteresse, mancata presa in carico delle responsabilità degli adulti, e altri disvalori, e lascia il bambino solo e disperato ad affrontare il mondo.

E allora che resta?
Esistono tante vie nonviolente e responsabili - ognuno può elaborarne una propria - , che pongono al centro di tutto l'amore e il rispetto, tante strade fatte di scelte anche difficili ma percorribili da chiunque. I Barbapapà ci mostrano che bisogna avere le idee chiare ed essere fermi nei propri propositi, forti, attrezzati di strumenti come l'ascolto e l'empatia, capaci di inventiva e creatività per fronteggiare i momenti più critici.

No, non è facile come a dirsi nel quotidiano.
Spesso siamo soli, stanchi, stressati, e nessuno ci da l'empatia di cui abbiamo bisogno per primi quando è difficile darla. E' facile cedere alle scorciatoie... illudersi che funzioni, ma è un po' come quando prendiamo un antidolorifico per curare una brutta infiammazione. L'effetto dura pochissimo e ci verrà pure mal di stomaco o l'ulcera se ne abusiamo nel tempo.

Peccato che intorno a noi non ci sia una famiglia Barbapapà pronta a supportarci quando siamo in crisi, volenterosa di convincere con i fatti chi ancora non ci crede che un'educazione senza violenza è una scelta percorribile che porta ottimi risultati, anche se il percorso non è privo di momenti di difficoltà e bisogna avere a disposizione molte strategie (vi ho linkato uno dei miei approcci preferiti per costruirsi strategie), pronta ad accoglierci insieme ai nostri figli quando le nostre buone intenzioni vanno in cortocircuito. Dobbiamo trasformarci in Mary Poppins per supplire alla carenza di strumenti a volte, ma in fondo questa è una delle tante possibilità che i nostri figli ci donano, l'occasione per misurarci con i nostri limiti e crescere.

E se di sberle, o strattoni, o sculacciate, o altre forme evidenti o sottili di violenza ne abbiamo già somministrate, che si fa?
Una volta che si è insinuato il dubbio che la violenza, comunque declinata, sia un input negativo per i nostri bambini, si può lavorare su se stessi, si possono cercare strategie diverse. Ci si può sempre scusare: condividere che un comportamento è sbagliato è un segno di coraggio e responsabilità.

Ricordiamo quello che vale per i grandi, come per i piccoli: non è mai una persona ad essere sbagliata, ma solo un comportamento. Non siamo cattivi genitori se sbagliamo, ma facciamo i cattivi genitori quando non lo ammettiamo e non prendiamo in carico le nostre responsabilità di adulti.

Tanti input, troppi forse, è un tema molto delicato, mi fermo qui.

Qualcuno sarà dubbioso, scettico, preoccupato.

Vi invito allora a riflettere su un punto. Non passano certo le ansie e le preoccupazioni dei genitori che in tutta onestà sentono di fare bene a "contenere" i loro figli in modo autoritario. Passano invece i gesti, non certo amorevoli, e cattivi esempi. Che intendo?

Più di una volta ho visto genitori elargire scapaccioni per dividere bimbi che si picchiavano.
Ha senso?

Nei Paesi del Nord Europa dove la violenza educativa è vietata per legge ci sono i più bassi tassi di delinquenza e le migliori leggi al mondo a favore della tutela della famiglia. Significherà qualcosa.

Edit: oggi girando per blogs, ho rivisto da V1MB la campagna del Consiglio d'Europa, mi pare perfetto linkarla qui sotto. Rende benissimo l'idea di come possiamo usare meglio le nostre mani :)

Essere genitori positivi


Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui
potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa idea, l'elenco dei blog che aderiscono all'iniziativa e le istruzioni per partecipare.
E non dimenticate la nostra biblioteca su aNobii  

Approfitto per invitare tutti a partecipare al mio giveaway (c'è in palio un libro! o una sorpresa misteriosa se l'avete già letto)

29 commenti:

  1. Cara Cì, che post denso e pieno di riflessioni importanti e... a vederle scritte nero su bianco sembrano tanto ovvie, ma ... per alcune persone non lo sono e questo non sempre per colpa loro, ma perché non sono capaci di divenirne consapevoli. A volte penso che i genitori prima di intraprendere questo meraviglioso mestiere, dovrebbe passare attraverso "una camera purgatorio", non so come altro chiamarla, dove potersi guardare dentro, ascoltare i propri bisogni più profondi, dove guardare le proprie aspettative deluse, ..." per riuscire a essere un genitore "abbastanza buono" nel senso in cui lo intendeva Winnicot... sto divagando, ma avremo modo di riparlarne:)
    E a proposito dei barbapapà, Alice li adora ancora, sebbene li abbia scoperti tardi...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo MMA, lo penso anche io.
      Spero traspaia tutta la mia empatia, perchè so benissimo che non è facile essere un genitore consapevole, però abbiamo anche il web per discuterne e scambiare spunti :) di Winnicot ho letto all'università, ma è solo dopo che ho capito certe cose... vivendo si impara ;)

      Elimina
    2. Eccome se traspare tutta la tua empatia!
      Bello, bello, bellissimo questo post, tornerò a rileggerlo con tutta la calma ed attenzione che esige. Sono sempre molto coinvolta da post ed articoli che parlano di educazione non violenta e comunicazione empatica, e tu l'hai saputo fare in modo chiaro, onesto e diretto come fai sempre, con in più il coraggio di mettere inequivocabilmente per iscritto tutto quel che pensi. Grazie anche per il video, non lo conoscevo e l'ho guardato con la pelle d'oca. Mi hai fatto venire una gran voglia di veder tornare i miei bambini da scuola ed abbracciarli stretti.
      Un caro saluto,
      Michela

      Elimina
    3. Anzi, farò di più, condividerò il filmato su facebook!
      Grazie ancora,
      Michela

      Elimina
    4. ciao Michela, grazie.
      A volte è difficile parlare di certi temi, sono contenta traspaia l'empatia.
      E' un video molto intenso, io l'ho visto per la prima volta anni fa, ma ci ripenso spesso...

      Elimina
  2. Barbapapà docet. Sempre. I figli dei fiori più simpatici del mondo...

    RispondiElimina
  3. Eccola una compagna munariana che è cresciuta anche con il mito dei barbapapà e dei loro barbatrucchi, i loro libri a casa nostra non mancano piacciono a tutti, mi divertivo io da bambina, si è divertito il grande a sentirsi raccontare le storie ora è il turno del piccolo, a scuola dei barbapapà piace parecchio, a lui per i pasticci e le attività pratiche che fanno i bambini a me per il messaggio positivo. Le tue riflessioni sono condivisibili al 100%

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, pensavo anche a te come compagna munariana ;)
      Anche io da piccola li leggevo - che giornalino era? io proprio non me lo ricordo.... - e poi guardavo.
      Grazie per l'avvallo alla "terza via" :)

      Elimina
  4. Devo dire che non uso la violenza abitualmente anche se raramente qualche strattone o sberletta mi scappa, non ne sono per niente contenta quando succede e chiedo scusa afflitta. La penso come te, occorre lavorare su se stessi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Palmy per questa tua testimonianza, è bello vedere che ci sono genitori responsabili dei loro gesti e che confessano ai figli le loro difficoltà quando sbagliano, ed è sempre difficile farlo. Sono sicurissima che lavorando su noi stessi possiamo davvero ridurre sempre più le cose di cui non andiamo fieri.

      Elimina
  5. Riflessioni importanti, quelle che proponi oggi. Al termine della lettura del tuo bellissimo post mi ritrovo con gli occhi pieni di lacrime... rivedo la mia bimba che mi dice "...ti ricordo, mamma, quando ti sei messa a piangere e mi hai chiesto scusa perchè mi avevi dato una sculacciata?". Bhè, lo ricordo, si che lo ricordo. E lo ricorda chiaramente pure lei. L'avevo sgridata in un momento di rabbia (ma la mia rabbia non dipendeva da lei) e si era presa una sculacciata - niente di esagerato, ma pur sempre una sculacciata - senza che ve ne fosse motivo. Non voglio dire che ci siano giustificazioni all'uso della violenza o a comportamenti comunque di questo tipo (mia madre, mia nonna mi dicono continuamente che i bambini ai loro tempi crescevano a pane e sculacciate... mentre ora, che tutto è moderno bla bla bla) ma voglio solo dire che non c'era motivo di prendermela con lei e sgridarla. Me ne sono subito resa conto e le ho chiesto scusa. E' stato più forte di me: ho pianto. Bhè, lei era piccina (ora ha sei anni ma è successo un po' di tempo fa) e ancora se lo ricorda.
    Concordo sul discorso degli esempi, il video rende perfettamente l'idea.
    Bisogna pensarci su un bel po' prima di dare un esempio negativo, qualunque esso sia... Grazie per questa riflessione verso cui ci hai portate. Grazie davvero.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Stefania, grazie di questa condivisione così intima. E' molto bello che ne abbiate parlato, significa che lei confida in te come intelocutore in grado di ammettere i suoi errori, e che avete un ottimo dialogo. La deve aver colpita che le hai chiesto scusa, quel pianto testimonia una condivisione profonda dei tuoi sentimenti di allora, questo è importantissimo, le hai insegnato sia a condividere con chi si ama quel che si prova, sia a dire che si è sbagliato, queste sono le basi per costruire un rapporto sano e ricco. Quasi sempre la rabbia è dentro di noi, non ce la portano i nostri bimbi, loro fanno solo i bimbi, per questo le nostre reazioni sono sovradimensionate. Quando accade si sta malissimo, ed è un bene, perchè significa che siamo consapevoli di non aver fatto una cosa corretta. Io lavoro sul conservare quel senso di ingiustizia (per me è anche un'urlata fuori luogo o un dire cose che non penso davvero, e non mi riferisco solo a mia figlia) e cercare di ricordarlo un attimo prima di ricarderci.

      I nostri genitori hanno un vissuto e percorso (e magari letture, e possibilità di confrontarsi con altri genitori) diverso dal nostro, ma in ogni cosa si incede, è bello poter portare con se' solo quello che si condivide, che non significa amarli di meno, ma riuscire a prendere distanza da quello che non troviamo giusto. Una tra le operazioni più difficili in assoluto.
      Grazie per questo tuo commento ricco di tanti spunti.

      Elimina
  6. A casa mia amiamo Barbapapà, la monella li guarda da che aveva un anno e ne è rimasta sempre incantata e ora ha molti giornaletti da colorare e cose simili con questi "tuberi" protagonisti.
    Il messaggio del libro che proponi tu è di un'importanza incredibile e non potresti trovarmi più d'accordo con te sulla cosiddetta "violenza educativa".
    Grazie per questo post, Cì. Speriamo che qualche mamma e anche qualche maestra convinta di essere nel giusto con i loro metodi a base di sberle e punizioni più o meno violente passi di qui a leggere e meditare.
    Buon fine settimana!
    Maris

    PS: la mia mamma, che adesso non c'è più, era isegnante (anche se delle superiori) e membro di un consultorio familiare in cui teneva incontri nei corsi per fidanzati proprio riguardo al rapporto genitori-figli...mi sembra ancora di sentire la sua voce quando mi diceva "non esistono bambini cattivi, ma solo bambini che fanno delle cattiverie" e così mi spiegava (ero ancora una ragazza) che quando avessi avuto un figlio non avrei mai dovuto sgridarlo dicendo "Sei cattivo!" ma bensì "Hai fatto una cosa sbagliata, ma so che sei un bravo bambino"...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Maris, speriamo sì...
      Sono molto triste quando penso a un bambino che riceve anche un solo schiaffo, o viene umiliato, o viene ferito proprio da chi dovrebbe amarlo o educarlo. La mia comprensione per chi è solo e con pochi strumenti e grande solidarietà per chi si fa delle domande o ha il dubbio di sbagliare e quindi ci sta lavorando però incontra la mia indignazione se penso si tratti di insegnanti: in quel caso come genitori dobbiamo fare qualcosa. E so che non è sempre facile. Sono persone che devono essere aiutati a capire perchè sbagliano, ma intanto i loro scolari non devono esser vessati (mi vengono in mente tremendi casi di cronaca, mi fermo qui che ho i brividi).

      La tua mamma, e mi spiace non sia più con te, era una donna molto saggia e sensibile. E' bello che tu porti con te il suo prezioso messaggio di amore e rispetto. Grazie per averlo condiviso.

      Io non ricordo esattamente dove per la prima volta ho letto quella frase molto illuminante sul distinguo tra persone e comportamenti, ma so che è uno dei pensieri che più mi ha aiutata a impostare il mio approccio con mia figlia.

      Elimina
  7. Grazie, grazie, grazie per questi vostri commenti.
    Grazie per aver condiviso riflessioni così intime, grazie per il coraggio di alcune affermazioni e per l'esempio che testimoniate.
    Sono rimasta a leggerli con una gioia e una gratitudine immensa. Ho pochi minuti ora, ma tornerò a rispondere a ognuna, ora che si può :) Buon fine settimana!

    RispondiElimina
  8. Cara Cì, grazie di questo bellissimo post. "L'educazione esemplare" è anche una mia convinzione, forse perchè ho vissuto alcune esperienze di tono completamente opposto.
    Un abbraccio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Jessica,
      mi spiace per le esperienze cui accenni, spero siano ferite ormai rimarginate, e sono sicura che tu possa essere con Bibì la mamma esemplare che desideri :)

      Elimina
  9. Come al solito affronti questi argomenti con una determinazione che ti fa onore. Ho avuto occasione di leggere le tue riflessioni in merito anche privatamente e sono sempre state molto utili.
    Grazie

    RispondiElimina
  10. Grrrr ho appena cancellato il commento quasi ultimato. Va bè cerco di riassumerlo per punti magari riesco a essere più sintetica del papiro di prima.
    1°: i tuoi post li posso leggere solo di lunedì, unico giorno in cui sono sola e "concentrabie", sono sempre più "densi"
    2° Barbapapà: amati da me piccola e dalla canaglia ora, fatta scorta quest'estate questo manca, ci rifaremo
    3° Mammozza figlia: padre affettuoso ma anche molto rigido, madre meno affettuosa ma più conciliante e libertaria, nonchè insegnante. Ho preso delle pacche sul sedere quando ne combinavo delle grosse (tipo andare a casa di amici e non avvisare i miei che regolarmente chiamavano i carabinieri), non mi sento segnata tanto da questo qua<nto dalla pressione psicologica sul senso del dovere. Allora studio, rispetto assoluto delle leggi e dei superiori, adesso non sopporto chi non si da da fare, cerca degli alibi e si approfitta degli altri per non prendersi le sue responsabilità. Detto così sembra bello ma in famiglia (quella del fidanzato) ogni tanto mi crea qualche problema di comunicazione.
    4° Mammozza mamma: qualche pacca sul sedere ci scappa, non forte ma è simbolica, le alzate di voce sono più frequenti (generalmente dopo il terzo avvertimento) e a volte la canaglia si spaventa, allora capisco che ho esagerato e lo abbraccio per consolarlo e spiegargli ancora una volta il perchè deve ascoltare quello che i genitori/nonni/maestre gli chiedono di fare.
    5° i bambini ci guardano e ci imitano, eccome! La canaglietta, figlio unico, sta vivendo le gelosie dei fratelli: la cuginetta più piccola non vuole che i nonni lo abbraccino in sua presenza, prima urla poi alza le mani. Ha poco più di un anno e non ha frequentato il nido se non saltuariamente, da chi ha preso questi modi di interagire?
    Scusa la lunghezza, mi sa che prima poi risponderò via mail...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie cara Mammozza, quanto avrei da scrivere grazie ai tuoi (s)punti!
      E' tanto che volevo iniziare a parlare di violenzE educativE (l'ho accennato non è solo quella fisica a plasmarci o darci input che poi ci rimangono dentro e "lavorano"), ma dovevo ancora ambientarmi nella blogosfera e far maturare le mie riflessioni sull'argomento. Riscriverò sicuramente sull'argomento.

      Elimina
  11. I Barbapapà sono un genio, ed effettivamente a pensarci i suoi inventori non potevano essere che una coppia di fricchettoni!

    RispondiElimina
  12. Di tutto il guazzabuglio di cartoni libriccini e fumetti che ho divorato oggi salvo Barbapapà, l'Ape Maia e Pippi Calzelunghe. Nessuna violenza, ecologia e rispetto.

    RispondiElimina
  13. Ciao Ladoratrice benvenuta!
    Hai proprio ragione: nessuna violenza, ecologia e rispetto. Una rarità... buona giornata!

    RispondiElimina
  14. Cì. grazie per questo post.
    Andrebbe molto molto diffuso e condiviso. Nel mio piccolo potrei mettere un link nel mio blog sotto all'immagine che hai citato. Cosa ne dici?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te!
      E' bello leggere tanti consensi, significa che condivido l'idea di una terza via possibile con tante persone.
      Linkarmi sotto la campagna del CE? Davvero? Ne sarei assolutamente onorata :)

      Elimina
    2. Grazie :)
      molte mamme hanno solo bisogno di una spintarella per mettersi in discussione e prendere la strada dell'ascolto, più se ne parla, meglio è! Anche io voglio mettere la campanga del Consiglio d'Europa in vista!

      Elimina


Grazie per il tuo commento, le tue impressioni per me sono preziose :-)
È attiva la moderazione.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...