sabato 14 luglio 2012

Diario americano: vita da expat part time e coincidenze

La vacanza della famiglia Cì ;) è terminata sabato scorso, quando siamo volati da San Diego a San Francisco, abbiamo preso l'auto, ci siamo diretti in silicon valley, dove papà A. ha subito iniziato a lavorare e noi rivestito il ruolo di "famiglia al seguito", expat part time.



E' stato un po' un lutto lasciare il mare, considerando due soli giorni di bel tempo su una settimana e qualche problema che ci ha seguito - insomma nemmeno il tempo di capire di essere in vacanza che era già finita! - ma nel week end spero di recuperare, rivedere l'oceano ogni volta possibile, anche se danno brutto domani sulla costa (cambi continente ma la nuvola di Fantozzi ti segue... ;)). E qui brutto significa davvero gelare dal freddo e ritrovarsi nella nebbia!

 
Questa settimana è volata! I primi giorni in genere A. lo vediamo ben poco e quando c'è ha la testa altrove. Il gruppo di lavoro deve amalgamarsi e vengono organizzate subito uscite extra orario lavorativo, perchè conoscere i colleghi meglio permette di lavorare in modo più affiatato. Rispetto la privacy di mio marito e sottolineo solo che, ovunque, ma particolarmente qui, un birra condivisa vale più che una presentazione formale, a sottolineare che chi ha teorizzato la network analysis - memoria dei miei studi universitari - ci vedeva giusto.

Anche eSSe e io ci dobbiamo ambientare e trovare i nostri ritmi. Lei, che in Italia parla parla parla... parla! qui deve fare i conti con la lingua diversa. Abbiamo lavorato un po' sull'inglese negli ultimi due anni, anche se io penso che un bimbo in età prescolare debba solo giocare e mi sono limitata a esporre eSSe a stimoli in lingue diverse: letture, cartoni in lingua originale, un'ora settimanale di playgroup inglese da inverno a primavera, qualche chiaccherata tra noi in inglese in forma di gioco. Ora i risultati si vedono, si sentono. A volte eSSe si deprime un po' quando non la capiscono, o non sono pazienti con lei, altre volte però è così felice di potersi esprimere e far capire in inglese che mi guarda e sorride tutta contenta. E con noi parla parla parla...a volte anche in inglese ;) (Claudia, i bimbi del 2007 sono tutti chiaccherini, sai?) ed è commovente il suo entusiamo ed i suoi sforzi. Inizia a costruire le prime frasi, ma le mancano le nozioni di grammatica, ovviamente, le mancano gli strumenti per costruire frasi complesse, ma caspista se ci ragiona e ci lavora! e dove non arriva ...fa l'italiana: presente quando l'italiano medio delle barzellette mette "-ion" alla fine delle parole? o le tronca o mette s per i plurale un po' a capocchia? ecco lei fa così se non sa una parola, inventa ;)). E' bello vedere come vada spedita con alcune espressioni che ha sentito e ripete, ormai sono sue, come quando gioca a hide and seek [nascondino], ed è confortante che non abbia preso i difetti di pronuncia che abbiamo noi, inevitabili anche se il nostro livello di conoscenza della lingua non è basico e mio marito si esprima in inglese tutto l'anno per lavoro, ma purtroppo le lingue non parlate si perdono. Leggo a eSSe spesso libri in inglese ma non è come fare conversazione con un madrelingua, accidenti i primi giorni mi sento sempre arrugginita, e poi ci vuole un po' a entrare nell'ottica delle vocali aperte ("mamma loro parlano laaaaargo"). Uno dei motivi per cui A. c'è poco è che in questi giorni si deve mettere nell'ottica di pensare e dialogare in americano con i colleghi.

Intanto, ci guardiamo intorno.
Osservatrici, decisamente partecipanti, viviamo, anche noi fuori contesto, esperienze tutte da (ri)scoprire. Faccio fatica a trovare tempo per scrivere, anche se so che si perderà qualcosa tra le pieghe della memoria se non ci riescirò, il compromesso che vorrei è cercare di fissare qualche attimo qui sul blog. eSSe ogni volta che torniamo ha un'età diversa e quindi è tutto diverso e vissuto con occhi nuovi e maggiore consapevolezza da parte sua, con il vincolo di un'esperienza a termine e poco tempo per inserirsi. Qui comunque ci sono tanti stranieri, la biblioteca è il ritrovo d'elezione. Ho conosciuto una mamma inglese all'ultimo story time, molto carina, mi diceva che anche per loro che sono madrelingua inglese c'è il cambiamento culturale da gestire, e oggi ho rivisto una mamma latino americana che avevo conosciuto due anni fa al Parco. Ci sono tanti francesi, ci sono giapponesi, ho visto anche persone che parlavano in una lingua medioorientale con i bimbi vicino a eSSe: israeliani? Qui arriva gente da tutto il mondo e in genere si ferma poco, da qualche mese a qualche anno al massimo e poi l'esigenza di linfa vitale, di energie ed idee nuove per le aziende dell'IT della bay area richiama nuove persone, il rimescolamento è fluido e continuo. Ovviamente ci sono tanti messicani, spesso ci scambiano per messicani, perchè di italiani ce ne sono davvero pochi, ne ho vista una sola in questi anni e mi confermava questa cosa.


Los Gatos, dove ci troviamo, è una realtà piccola e particolare che lambisce la silicon valley, ma anche vicina alla zona dei vigneti e quella delle coltivazioni di frutti di bosco, meta di turismo interno per cultori di una certa America poco nota. Nella reception della struttura che ci ospita ci sono le foto di Marylin Monroe e Joe di Maggio, qui per la luna di miele, si dice. 

Tutto è incredibilmente raccolto, ordinato, tranquillo. Ci sono vie di negozi alla maniera europea, le case sono basse e in legno, la polizia e i vigili del fuoco si fermano a sorridere ai bimbi o a fare andare il lampeggiante per divertirli, i ragazzi che escono dall'high school sembrano i compagni di scuola di Rory Gilmore. Insomma non sembra di essere nell'America spersonalizzata o pericolosa delle grandi città, ma nella tranquilla provincia che quasi non sembra reale - e sicuramente non è (solo) come si presenta - e potrebbe tranquillamente essere localizzata ovunque, anche solo in qualche Studios.
Poi, appena varchi un supermercato, o un parco, ricordi subito che sei negli USA sei perché tutto è gigantesco!!! Il vantaggio è che è facile trovare prodotti salutisti e vegan (il bello della California!) che in Italia ce li sognamo ;) o sono solo nei supermercati biologici.



La cosa più bella qui è il sentirsi a casa.
Quando siamo arrivati al residence, abbastanza stanchi anche perchè dal freddo di San Diego siamo passati a un caldo davvero torrido, ci hanno accolti da habituè (mio marito in effetti viene qui da moltissimi anni) e questo ha reso tutto più semplice. Ci hanno dato la stessa stanza dell'ultima volta, è stato facile svuotare le valigie sapendo già dove mettere la roba, è stato semplice avere subito cosa mancava, persino i rumori erano familiari: lo scricchiolio del pavimento in legno, il sibilo delle pale del ventilatore, il cancelletto che sbatte quando entra o esce un ospite dal giardino comune, le voci dei dipendenti tutte note...

Sabato sono andata a colpo sicuro a fare spesa nei due supermercati che mi interessavano per cose diverse, eSSe ha ritrovato i suoi amati parco giochi - e se li ricordava bene! -, mio marito qualche amico e il suo percorso per fare running alle 6 (!) preferito.


E poi... l'amata biblioteca!
Che non è più dove era prima, cosa che ci ha lasciate male per 5 minuti quando abbiamo visto il piccolo edificio che l'ospitava abbandonato, ma 100 metri avanti in uno stabile enorme di due piani!
Questa è la "children's library"



E... guardate un po' che c'era nel mercatino dei libri usati della bibioteca?



Ovviamente ho investito i miei 50cent (!) per "motivi di studio" ;)

Nel week end gireremo, si spera - se non è brutto -, non vi lascerò orfani di pagine più turistiche del mio diario americano, ho un sacco di foto da pubblicare... anche degli anni scorsi, anche questa città ha il suo fascino e le colline dolci che la circondano sono tutte da esplorare. Intanto catturo immagini e osservo con curiosità anche per voi :)

Alla prossima!

9 commenti:

  1. GRAZIE! Grazie mille per aver condiviso questo lungo e piacevolissimo post corredado di foto con noi :-)
    E' davvero bellissimo leggere questo racconto della vostra esperienza e ti giuro che mi pare di essere un pochino lì con voi. Sono davvero contenta per eSSe che abbia ritrovato i parchi e riesca a comunicare un pochino con altri bimbi. Un bacio grande! Clau

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    1. Grazie cara Claudia, ti ho molto pensata ;) come intuirai...

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  2. Capperi Ci che storia...i bimbi mi fanno morire..hanno davvero una marcia in piú...io e la mia pulce siamo stati solo 3 settimane in usa..mi ero entusiasmata per l'enormità di tutto....poi quando siamo stati a s francisco mi sono sentita un po' a casa..tutto un po' piú raccolto...però non so se ci vivrei....vi ammiro tantissimo...io ho un'amica il cui marito vive in minnesota...ma lei sta li solo 2 mesi..non ce la fa dice lei...boh..io non ce la farei a stare senza marito...dai attendo altri tuoi racconti...un caro abbraccio

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    1. Grazie Sly, sì i bimbi sono fantastici!
      Queste sono occasioni ghiotte per approfondire una cultura diversa, che, essendo l'America del Nord composta di tante realtà diverse, è di suo molto articolata. San Francisco è una città bellissima! E' tra le città che amo di più qui. 2 mesi su un anno sono pochi, però in certi posti è dura, bisognerebbe capire cosa le risulta intollerabile tanto da preferire una lontananza così lunga. A presto!

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  3. Un'esperienza completa e avvolgente, anche se part-time (come sempre quando la vita ti porta per un periodo a radicare i tuoi ritmi altrove. Ricordo anche io le prime volte che venivo in USA da piccola, le esperienze con la lingua nuova, le arrabbiature e poi le soddisfazioni. Bello. E vedrai per eSSe impagabile non meno che per voi!

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    1. Sì queste esperienze sono sempre avvolgenti e un po' stravolgenti, perché quando torni hai acquisito uno sguardo diverso sul tuo mondo e ogni volta un tassello nuovo nel tuo bagaglio personale. eSSe ricorda ogni esperienza di questo tipo, le trasferte con papà per lei sono la norma... Dovresti scrivere dei tuoi ricordi di bambina, sarebbe bello leggerne :) ciao!

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  4. Che belle queste avventure americane! E' brutto se provo un pò di invidia? No, vero. E poi leggendoti viaggio anche io aspettando il giorno in cui finalmente vedrò la California, perché la vedrò, è una promessa.

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    1. Ciao Marzia! Grazie! :) eh eh... se è invidia per i posti belli che visitiamo e la possibilità di fare esperienze di questo tipo no, perchè sono sicura che è invidia "buona", e l'ho anche io ogni volta che leggo di persone che fanno esperienze di questo tipo, magari per anni anzichè mesi :)
      Poi in realtà dietro c'è quello di cui non parlo mai, che serve per arrivarci (tanto tanto lavoro del marito per poter avere la professionalità per esser qui, spesso a rubare tempo alla famiglia), sacrifici per poter stare tutti e tre insieme quando lui è via per un periodo lungo, alcune scelte mie (come "archiviarmi" professionalmente a DDD) per cui abbiamo la possibilità seguirlo. Anche se a volte c'è un prezzo alto da pagare (sarà che ho appena visto sulla mia carta di credito la voce dell'assicurazione medica per me e eSSe e mi è venuto un coccolone... :( o che in questi giorni mi mancano alcune cose...) al momento però il bilancio è ancora molto positivo.

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    2. ...e ti aguro di vederla presto la California, è davvero un posto bellissimo e interessante.

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