sabato 11 agosto 2012

Di legami, reti e migrazioni.

Mancano poche ore ad una nuova partenza mentre vi scrivo.
Un'altra recidency di A. è giunta al termine.
Un'altra migrazione temporanea si sta per concludere.



Il nostro essere familiari al seguito, quando è possibile, ed expat part time per periodi di al massimo un paio di mesi, prevede una condizione particolare e anche un po' precaria: non turisti, ma nemmeno residenti, viviamo in una dimensione piena di eccezioni ed eccezionalità.
Ci sono dei vantaggi in questo (oltre a quello più ovvio e più importante che motiva lo sforzo e l'investimento perché tutto questo sia possibile: stare sicuramente tutti e tre insieme per la durata della trasferta), si riesce a conoscere un luogo più in profondità di quando lo si visita appena, persino ad avere abitudini e appuntamenti fissi, ma mai ad approfondire, soprattutto i rapporti umani. Si resta in superficie, si provano simpatie e antipatie per le persone che si incontrano, ma si possono solo avere impressioni relative, senza le conferme che solo il tempo può dare.

Capita che con alcune persone che si rivedono periodicamente a distanza di mesi o anni, partendo da una forte simpatia di pelle, o da un legame che arriva dal un passato condiviso, si riescano a riallacciare i contatti come se il tempo che intanto è trascorso nelle rispettive vite non fosse un problema. Capita per esempio con un amico di mio marito e la sua compagna che vivono in California. Lui è assolutamente gentilissimo, e mi ha conquistata perché sorride a mia figlia e la guarda dritta negli occhi quando lei gli parla, con un'attenzione e una dolcezza che colpiscono, e perché quando dice: - che bello rivederti! hai  l'impressione lo pensi davvero (in un contesto dove il saluto è un - come stai?, ma non è prevista risposta diversa da - bene e tu?). Lei davvero molto carina con noi, specialmente con mia figlia, mi ha sempre dato spunti interessanti su cui riflettere, uno specchio molto diverso per questo prezioso. Anche loro sono expat, e provengono da due realtà molto diverse, è sempre piacevole confrontarsi con loro.

Altre volte però percepisci un senso di incompiutezza, e senti sfuggire rapporti e persone.
So, razionalmente, che è coerente con le regole del gioco, con a disposizione poche settimane i ritmi sono serrati: arrivi, il tempo di ambientarsi, il tempo di trovarsi bene ed è già il momento di ripartire, non ci si può affezionare troppo a niente e a nessuno consapevoli che è tutto provvisorio, quando eSSe ed io seguiamo A. siamo come sospese in uno spazio parallelo, se vuoi prendere il massimo da queste esperienze devi vivere assolutamente alla giornata, pena delusioni o rimpianti.

Ci sono dei momenti di fatica in un'esperienza così, come li hanno tutti, come ci sono ovunque, ovviamente, l'essere a scadenza breve è un elemento critico, per me. Ci sono i ritmi del lavoro di lui che dettano legge, che decidono tempi e spesso modi, che scavalcano tutto (e son tempi duri amici lettori, la crisi è come un baratro, un po' ovunque, un po' tutti, la si guarda con la paura di caderci dentro), che impongono scelte, a volte quasi senza alternative percorribili.

Oggi ho letto una frase che mi ha colpito molto, parafrasabile in: niente diventa reale finché non lo condividi, finché non gli dai consistenza. Metto quindi da parte- e non vi parlerò del - le preoccupazioni che serpeggiano e torno al topic, e faccio invece diventare reale qualcosa di positivo.

Nei giorni scorsi ho provato un principio di rimpianto per un legame che iniziava a prender forma quando era già destinato a congelarsi. Mi apprestavo a salutare una mamma conosciuta allo story time che frequent(av)o con mia figlia, con dispiacere e la curiosa sensazione che avremmo potuto diventare amiche.

Mi aveva subito riconosciuta come "straniera appena arrivata", anche lei europea*, mi aveva sorriso, aveva attaccato bottone, e ogni settimana era bello incontrarsi, una frequentazione molto piacevole che scandiva le settimane.

*Piccolo OT: riflettevo che non solo quando sei fuori dal tuo Paese ti rendi conto di quanto di bello ha e di come tutti desiderino andarci, passata la fase di sconforto di quanto di bello potrebbe avere in più se la testa dei connazionali cambiasse, ma realizzi dell'esistenza del continente Europa e della sua identità, almeno così accade a me.

Dopo l'ultimo story time abbiamo deciso di riverderci al Vasona Parc nel pomeriggio. Senza esserci messe d'accordo e con il solo tempo del pranzo per organizzarci siamo arrivate all'appuntamento con qualcosa di fatto in casa, da offrire per la merenda, c'era aria di festa, abbiamo scelto un tavolo all'ombra di alberi bellissimi in un angolino tranquillo e fresco, disposto dei tovaglioli colorati, assaggiato un po' tutto scoprendo affinità notevoli, abbiamo anche fatto una gita sul trenino della Wildcat Railroad: le bimbe si sono divertite e noi eravamo così allegre!



Quando mi sono accorta di aver un piccolo problema pratico che F. si offriva al volo di risolvere, ho ripensato a cosa diceva il foglietto dentro un biscotto della fortuna cinese: suggeriva di accettare graziosamente un aiuto che sarebbe arrivato inaspettato. Graziosamente pertinente, graziosamente accolto con gioia e preso come segnale molto positivo.

Spero di mantenere i contatti con F. e le sue bimbe. 
Fino ad oggi nessuno di queste frequentazioni basate su simpatia di pelle ha superato la prova del tempo, chissà come andrà questa volta, questa volta potrebbe esser diverso.

Mi ha colpito questa mamma perché l'ho sempre percepita aperta ed amichevole, e l'ho sentita vicina in molte cose, le bimbe poi andavano molto d'accordo.

Conservo la bella sensazione di aver trovato una persona realmente spontanea ed empatica. Si dice spesso che tra donne non siamo solidali, persino tra mamme, ecco, non è sempre vero, è un po' che voglio scriverlo, l'occasione è perfetta per farlo.

In questi mesi io ho incontrato tante donne "interessanti" (quelle persone con tante sfaccettature, esseri umani intensi, potrei dire, anche se quello che è più interessante sfugge alle definizioni e io non amo le etichette), con cui ho intrecciato rapporti che sono caratterizzati principalmente da armonia e solidarietà. Hanno tutte solo un grosso difetto: vivono lontane. :) Deve essere nel mio karma non riuscire a costruirimi una vera tribù vicina.

Forse l'aiuto di cui parlava il bigliettino della fortuna è uno stimolo a vivere con più apertura e fiducia i legami, pur a termine che siano, pur destinati a esser parziali per via della distanza che può esserci. Un invito a vivere pienamente, che affianca quello di un'amica cara - una Penelope cui penso sempre :) - che mi sgridava un po' dicendomi che i bicchieri mezzi pieni vanno vissuti, non solo visti. Mi metto al lavoro.

Mi affiderò per una volta non alla testa e nemmeno al cuore, ma alle istruzioni dei bigliettini della fortuna. Vediamo se mi faranno vivere meglio questi cambiamenti così rapidi e questioni delicate in divenire.  

Colgo l'occasione per avvisarvi che il blog continuerà anche se con frequenza minima a pubblicare post, programmati, per il venerdì del libro e la staffetta di blog in blog. Tornerò attiva sul web dopo una breve pausa. Stacchiamo per un po' - spero! - sarò in uno spazio-tempo non tecnologico per credo un paio di settimane, a far compagnia a mia nonna.

Anche questo è un post programmato, in queste ore siamo in viaggio: ci risentiamo da un altro continente.

Edit: F. mi ha scritto e mi ha inviato delle foto fatte insieme e ci siamo riviste un'ultima volta. Confermo una grande sintonia... Segnali positivi illuminano il mio viaggio, è sicuramente un ottimo presagio.

A presto e buona estate!



8 commenti:

  1. Mi piace leggere le tue riflessioni, specialmente quando le esponi in maniera così semplice, senza riflettere troppo, senza rileggere il post... così di getto. Quello che hai scritto è molto bello. Penso che capiti a tutti di sentirsi in sintonia con persone che abitano lontane e penso di capire quello che provi. Anche io ho amici che vedo poco e mi piacerebbe tantissimo uscire spesso con loro ma non è possibile. Però è bello condividere e chiaccherare anche per telefono, mail... Un abbraccio e a presto!

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    1. Qui ho anche riletto cara Claudia, ma i pensieri erano ancora ingarbugliati e non erano passate le famose 48h dopo le quali vedi i refusi che scrivi...
      Penso anche io così, e le amicizie virtuali - e anche quelle lampo - mi hanno dato moltissimo in questi anni, ma poi nella pratica mi manca a volte l'uscita "al vero". Ma rimedieremo, vero? :)

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    2. A me il post piace moltissimo così com'è :-)
      Credo sia normalissimo sentire la mancanza di qualche uscita con gelato o caffè e chiacchere faccia a faccia. Io spero di rimediare si si!!

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  2. Bellissimo, speriamo che il legame si mantenga a dispetto del tempo e della distanza. Condivido alla grande il tuo pensiero sull'identita' europea, lo sto sperimentando sulla mia pelle. Un abbraccio e a presto.

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    1. :) grazie!
      Capisco per quel poco che ho vissuto in questi anni, anzi immagino perchè per te è anche diverso. Comunque è un arricchimento sempre, è un guardarsi dal di fuori e poi anche dal di dentro. So che capirai. Un abbraccio! Ciao!

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  3. Capisco che cosa dici a proposito di legami che formano una tribù lontana. Capita anche a me, adesso in Italia (la mia trama di affetti si costruisce su città diverse, e la distanza pesa) e prima sull'Europa (in parte ora anche questo). Alcuni rimangono, altri no. Ma tutti danno un pezzo di caldo al cuore, e ti fanno fare quel pezzetto di strada bello, insieme.

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    1. Sai cosa? E' che a volte questo cambiar pelle tanto spesso mi lascia "scoperta", ma poi passa. Capisco cosa intendi. Grazie, un abbraccio.

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  4. Ciao Cì, mi è piaciuto molto leggere qui in silenzio questo post, mentre la mia bambina dorme ed il vento soffia caldo fuori dalla finestra. E, forse con una lieve amarezza, mi sono riconosciuta nella frase in cui dici che forse è una questione di karma il non riuscire ad avere una "tribù vicina"...
    Spero tu riesca a mantenere questo legame!

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Grazie per il tuo commento, le tue impressioni per me sono preziose :-)
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