sabato 15 settembre 2012

Non solo tessuti: ricordi, viaggi, emozioni sulla via della seta e della fantasia

Il tema del mese per la Staffetta dei blog, creare, decorare, arredare e viaggiare con i tessuti, mi è piaciuto subito: parlare di stoffe può possono portare molto lontano e nel mio caso evocano sempre dei ricordi intensi.

Ho ripensato al momento emozionante in cui, una decina di anni fa, giravo per le seterie del comasco per trovare "Il Tessuto ideale", anzi "I Tessuti", per il mio abito da sposa.
Scoraggiata dopo alcune visite infruttuose - avevo le idee chiarissime, il disegno dell'abito era mio - sono capitata per caso in un negozio di sete sulla strada del ritorno, dove ho finalmente trovato quello che cercavo, tessuti che mi hanno colpita al primo sguardo:

Il mio abito da sposa: dettaglio di stola e gonna
Il mio abito da sposa, un dettaglio della stola che appoggia sulla gonna.

Dal basso: doucesse bianca per la sottogonna, morbida, avvolgente; mikado di seta azzurro chiarrissimo per la gonna e il corpetto, un tipo di seta molto spessa ideale per dare forma e sostegno; pizzo con fiorellini in rilievo, che ho subito amato per l'originalità, per la fattura alla maniera antica, per i colori, i miei colori: azzurro chiaro, mauve tenue, argento, usato per la stola e per rivestire il corpetto con una cascata di fiorellini delicati.

I tessuti del mio abito da sposa: mikado, doucesse, pizzo lavorato in rilievo
I tessuti del mio abito da sposa

Da bambina avevo visitato con interesse il museo della seta di Como, la mia passione per la seta parte da lì forse, e per questo mi sono diretta in quelle zone, a colpo sicuro, per realizzara il mio abito più importante.

Negli anni poi ho avuto la fortuna di andare in Ladakh, sul crocevia tra Cina, India, Pakistan, dove passava un tempo la via della seta, e poi di visitare anche a Varanasi, un tempo Benares, città simbolo religioso per il passaggio del fiume sacro, il Gange, ma anche tempio della seta, dove ancora oggi si tessono i più preziosi filati indiani, con fili di puro oro zecchino e di seta impalpabile.

Non mi sarei mai perdonata di mancare la visita di una seteria artigianale, dove antichi saperi vengono trasmesse di generazione in generazione e l'attenzione alla qualità è massima, e il risultato è un capolavoro di artigianato e tradizione. Ecco qualche scatto di quel viaggio:

La tessitura della seta a Benares con filigrana d'oro
La tessitura della seta a Benares

Per arrivare in Ladakh, via terra come abbiamo fatto noi, si passa da Manali, un centro nevralgico che è noto per le sue tessiture di pashmine e tappeti, e anche di sete. Impressiona vedere come il tempo si sia fermato.

Una tessitrice all'opera a Manali
Una tessitrice a Manali

Una filatrice all'opera a Manali
Una filatrice a Manali

Un tessuto può aprire una finestra su un mondo che per noi è molto lontano, non solo geograficamente. In India, nelle regioni rurali e tra le caste più povere, capita ancora molto spesso che una donna rimasta vedova si trovi in gravissime difficoltà economiche a causa di consuetudini che non si scardinano. Spesso sono, malgrado il divieto della legge, spose bambine destinate ad una vita senza diritti. Qualcosa si muove e la realtà cittadina è sicuramente diversa (edit: vi invito a leggere i commenti al post), ma il fenomeno è decisamente ancora preoccupante come testimoniano i dati delle ONG, queste invisibili sopravvivono con immensa fatica (se non l'avete ancora visto vi consiglio per approfondire il film "Water"). Associazioni e movimenti a loro difesa lottano da anni, osteggiati dai fondamentalisti, e in alcuni casi si è riusciti a dar loro modo di lavorare, per esempio producendo questi bellissimi copriletti, fatti di vecchi sari, come questo che viene dal Rajastan, una delle regioni che abbiamo visitato. Ogni volta che veste la mia camera da letto mi fa tornare alla mente tante cose. 

Dettaglio di un tipico copriletto fatto in Rajastan
Dettaglio di un tipico copriletto acquistato in Rajastan

Dalla mia finestra entra il sole ad illuminarlo, per molte donne, in tanti paesi del mondo, godere della luce del sole è ancora una chimera. 


Alcune delle mie tende della camera da letto, sempre indiane, hanno piccoli specchietti, caratteristici della lavorazioni rajastane, che ricordano l'interno delle antiche regge del Rajastan, riccamente decorate e illuminate da sole candele e giochi di specchi, dove le donne del palazzo erano praticamente relegate. La condizione della donna, complessa e in divenire ormai ovunque nel mondo, in India in certe zone non è molto evoluta.

Gli specchietti sul muro servivano ad illuminare le stanze con la luce di candele
Le dimore reali in Rajastan
 Mentre acquistavo anche delle stoffe, come questa, usata per fare le tende del mio bagno,

Seta indiana bianca, luminosissima
Seta indiana bianca, luminosissima
mi hanno convinta a provare un sari, l'abito più elegante e femminile che esista secondo alcuni. E' sicuramente vero che indossandolo ti senti una regina, anche se è di cotone come questo, un'altro dei miei ricordi di viaggio:

Sari indiano, il pallu, la testata impreziosita di fili d'oro
Sari indiano, il pallu, la testata impreziosita di fili d'oro

Sari indiano in cotone, azzurro intenso
Sari indiano in cotone, azzurro intenso

Sari indiano dettaglio: il bordo alto impreziosito di fili dorati e lavorazioni
Le bellissime lavorazioni sul bordo del sari

Alcuni dicono che anche il sari sia in realtà una gabbia dorata, sia perché in India, in certe zone e classi sociali, una donna è ben vista solo in abiti tradizionali, sia perchè è l'abito con cui si mette in mostra quando la famiglia cerca di combinare per lei un buon matrimonio.
Resta però un abito molto affascinante, che oggi viene anche vestito con molta disinvoltura.

Il viaggio in India è stato uno dei più attesi, preparati, emotivamente sconvolgenti, per questo ho molti ricordi e mi accompagnano ancora vivissime sensazioni, ma per viaggiare con i tessuti basta anche un taglio di organza brillante che si può trovare anche nel negozio dietro casa, che si può usare per giocare o per fare un tocco di colore.

La tenda alla finestra della stanza di eSSe, leggera e brillante, come la fantasia dei bambini
La tenda alla finestra della stanza di eSSe
E' incredibile come una tenda possa dare un'impronta forte ad un ambiente.
Nella mia stanza i toni del verde acqua della tenda più sottile in organza evocano i mari tropicali, e lasciano filtrare la luce intensa per tutta la giornata, mentre tirando la tenda più spessa, blu scuro in seta pesante, con un decoro sulla parte bassa, ci si predisponde al riposo, si va incontro alla notte.

Nella cameretta di eSSe che abbiamo arredato insieme, lo scorso anno durante la ristrutturazione di casa nostra, lasciando a lei la scelta dei colori, una tenda doppia di due diverse sfumature tinge di rosa la luce del pomeriggio e la trasforma in un piccolo angolo dove si può sognare ad occhi aperti di fate, principesse intrepide desiderose di respirare la vita a pieni polmoni, e mondi di fantasia (ma un domani chissà potrebbero essere reali ... se ci impegnamo tutti!), dove ognuno possa essere quel che desidera e vivere libero e felice.


Grazie per aver pazientemente terminato questo lungo post, i tessuti della mia vita sono tanti, ho faticato a sceglierne solo alcuni, anche ora una pashmina in toni pastello simili a quelli della mia stola nuziale, dono di un'amica cara, mi scalda in una sera fresca di fine estate.

E ora? Andiamo a scoprire come hanno interpretato il tema gli altri blog partecipanti alla staffetta, un'iniziativa che invita a interpretare con originalità uno stesso argomento numerosissimi blogger ogni mese.  
Eccoli:


Casa Organizzata
Alessia scrap & craft
La diva delle curve
Simona Elle
Palmy Learning is experience
Monica e lo Scrapbooking
Il pampano
Mamma che casa!
Vivere a piedi nudi
Una mamma per due
Accidentaccio
Ostuni Magazine
Cardamom
Mavie
Le avventure della Pandfamily
Anna Disorganizzata
Il mondo di Ci'
Ero Lucy van Pelt
Fiori e vecchie pezze
Il caffe' delle mamme
La bussola e il diario
Gocce D'aria
The yummy mom
Dove gira il sole
Viaggi e baci
Due Mori Travel Blog
Il blog di MammaGabry
Parola di laura
Rabarbaro e Patate
Ferengi in Addis
Pattibum
Elegraf
Hobbyimpara
Passe-partout
Design Therapy
Cristina
Home-Trotter
Debora
Verdeacqua
Mamme fai da te



Trovate qui tutti i miei post per la staffetta di blog in blog.
Arrivederci al prossimo appuntamento, il 15 ottobre, con un nuovo tema!

29 commenti:

  1. ciao grazie del tuo commento e ho apprezzato molto soprattutto le foto dei tessitori. L'unica cosa su cui non sono in parte d'accordo è il presentare la situazione della donna indiana come estremamente drammatica insistentemente. A parte che in India molte donne hanno anche potere politico e sono più influenti delle nostre donne nella politica (e non parlo di ex veline hehe), ma poi certamente la donna ha meno libertà d'azione al di fuori della famiglia come in molte culture tradizionali, ma anche se ci sono alcune vedove in condizioni tragiche non è la situazione di tutte le vedove indiane. Rispetto a molti paesi orientali e mediorientali la donna indiana (che ha sempre particolare cura nel vestire e scegliere gli abiti) la donna ha vestiti molto più comodi e freschi, con schiena e ventre abbastanza scoperto. Più che altro non capisco perché parlare di India debba sempre solo richiamare situazioni tragiche. Non voglio sembrare assolutamente polemica, ma spesso in India vedo che la gente soffre per l'immagine 'disperata' che se ne fa costantemente in occidente, oggi l'India è una grossa potenza economica e la donna porta la sari perché è orgogliosa delle tradizioni del suo paese (recentemente la moglie del console ha invitato me con i miei allievi e altri docenti per mostrarci orgogliosa la sua pregiata collezione di sari) e non è solo una gabbia dorata (tra l'altro solo le giovani la vedono male, ma come una ragazza da noi può vedere un tailleur). Certo, il matrimonio combinato sussiste ancora fortemente e in una società oggi molto più occidentalizzata comincia a stare stretto ai giovani, ma le spose bambine non esistono più se non nei villaggi sperduti, l'età media per sposarsi è almeno 20 anni, quasi tutte le donne vengono fatte laureare e nelle grandi città quasi tutte lavorano. A me dispiace invece che nelle città spesso le ragazze preferiscono gli abiti occidentali e si stia perdendo un artigianato prezioso e antico, quella sì secondo me è una cosa tragica. Gente che possiede conoscenze raffinate che andranno dimenticate e perdute. Non dico non si debba dire anche il negativo, ma perdonami se l'ho trovato un po' persistente. Comunque molto bello il tuo copriletto e la sari.

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    1. Grazie per il tuo commento, che, venendo da esperienza personale conta molto. Tornerò sul tuo blog per approfondire - me lo ero già ripromesso stamattina - e soprattutto capire in che zona stai tu in India. L'idea che mi sono fatta è che, un po' come l'Europa, o gli USA, ogni Stato abbia realtà diverse.
      Il mio viaggio risale a una decina di anni fa, e ho cercato di vedere la realtà locale provando ad andare oltre gli schemi di un tipico viaggio in un paese esotico, anche perchè il mio era organizzato in autonomia con appoggi di guide locali, che spesso ci hanno portato a casa loro e ci hanno raccontato nelle tante ore insieme ognuno il suo vissuto - ma essendo questo ormai un esperienza molto diffusa, mi rendo conto che ti fanno vedere e raccontano cosa pensano desideri l'occidentale medio, un po' come quando in Italia in certe strutture per turisti fanno la pasta scotta e poco salata alla maniera di tedeschi e americani. Mi sono fermata solo un mese e ho visitato solo 3 stati, quindi c'è sempre il rischio di restare in superficie, questo l'ho messo in conto, però io ho visto cose molto vicine a quello che raccontano i film di Deepa Mehta o i libri di Anita Nair. Leggo molti libri di autrici indiane (di tanti generi diversi, anche Dé Shobhaa per capirci), prendendo per buono cosa scrivono e in tutti io vedo una condizione della donna abbastanza vincolata. Ieri ho riverificato se in 10 anni le cose fossero cambiate e ho trovato documenti Unicef, ecc. Sono sicura che tu hai vissuto quello che dici, ma probabilmente la condizione delle campagne è meno visibile in città e non è forse così ssecondaria. Se hai autori che descrivano la realtà più cittadina da suggerirmi prenderò nota volentieri. Grazie del lungo e interessante commento.

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    2. e dimenticavo una cosa importante: mi fa tanto tanto piacere leggere di questa condizione della donna più serena. Non volevo assolutamente fare un post pietista o dipingere con pessimismo una situazione che conosco per quello che posso leggere a distanza, e si sa che e brutte notizie sono più pervasive che le belle, grazie per questo focus alternativo. Ciao!

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    3. grazie della tua risposta :) attualmente non sono in India, sono indologa e mi occupo di molti aspetti della cultura indiana, dalla lingua alle arti tradizionali, non ho comunque solo l'approccio -seppure approfondito, ma limitato- della studiosa, in India ci vado in genere 2-3 mesi ogni anno quando posso, raramente faccio la turista nel senso classico del termine se non nei ritagli di tempo, raramente sono stata in alberghi, ho vissuto con i locali di tutti i tipi, dal modestissimo al ricco alto-borghese (a proposito di Anita Nair, è amica di famiglia e spesso è stata nostra ospite, ti assicuro che per come vivono tutte queste scrittrici anglo-indiane alto-borghesi, l'India povera o tradizionale l'hanno vista e vissuta molto meno di me e te, parlano quasi solo inglese, hanno forte resistenza alla cultura tradizionale, non hanno mai fatto la spesa in vita loro, ma la rivendono all'occidente nei tratti che sanno o pensano piacciano a noi). Per me, come studiosa, per quanto ritenga qualsiasi indiano a qualsiasi livello pari espressione interessante e reale di un paese che amo, la letteratura è altra, è quella fatta non per essere venduta all'occidente, ma per amore della letteratura. Ci sono fior fior di poeti e letterati indiani, che scrivono in lingua locale, che non conosceremo mai e che fanno datica ad arrivare alla fine del mese e non sono Anita Nair, Anita Desai, Shobha Dé o Vikram Chandra. Non è solo questione di occidentalizzazione per quanto riguarda l'India, ma il fatto di essere una delle maggiori ex colonie inglesi, questo ha lasciato una tale impronta sulla cultura indiana che il problema è, per esempio, ok la scolarizzazione, ma la loro scolarizzazione viene fatta in inglese e questo come può crescerli nell'apprezzare la propria cultura? Nel villaggio indiano la povertà che si vede nelle metropoli non c'è mai stata, è una povertà diversa e più accettabile perché vissuta con dignità e nella consapevolezza che la comunità del villaggio non lascerà mai morire di fame il meno fortunato. Io non vedo l'occidentalizzazione indiana come un gran progresso, ma purtroppo è inevitabile, si è inserita bruscamente su una società troppo diversa.

      Comunque, sono contenta che alla fashion week di lakmé a delhi recentemente sia stata dedicata una intera giornata ai tessuti tradizionali.

      Ripeto che non è necessario negare le contraddizioni e gli aspetti negativi della realtà indiana, però mi sembrava un po' troppo ripetuto il focus sull'aspetto drammatico nel parlare di una cosa bella e di pregio come la tradizione artigianale indiana. Al limite avrei più parlato di come la situazione dei tessitori sia difficoltosa.

      P.s. Deepa Mehta è una delle mie registe preferite, ti consiglio anche Earth della trilogia, tratto tra l'altro dal romanzo di Bapsi Sidhwa tradotto in italiano come 'la partizione del cuore'.

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    4. vorrei anche chiarire che la mia osservazione è dovuta al fatto che ogni volta che si nomina l'India, immancabilmente, c'è qualcuno che mi dice 'non ci andrei mai, è troppo povera e arretrata' e sinceramente so che in parte ci sono delle situazioni e degli aspetti diffcili più che altrove, ma mi sembra molto riduttivo. Io conosco la situazione italiana e per esempio non nego che in Italia ci siano problemi per me macroscopici, ma se per esempio parlo di un aspetto bella della nostra cultura, anche volendo accennare a eventuali aspetti negativi, non metterò più il focus su questi ultimi. Spero di avere chiarito il mio punto di vista personale. A proposito, molto bello il tessuto del tuo abito da sposa.

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  2. A me il tuo post è piaciuto un sacco.. Ho trovato la tua interpretazione simile alla mia, ossia quel viaggiare con i tessuti che lascia ricordi intrecciati nel nostro animo. L'India è terra di contraddizioni per antonomasia. Certo si sta sviluppando a velocità supersonica, ma c'è molta strada ancora da fare. Io credo che sia giusto arrivare ad un equilibrio tra tradizione e modernità e credo che l'aumento della scolarizzazione aiuterà in questo. Quando una tradizione non è più imposta ma vissuta come un patrimonio culturale allora sarà orgoglio preservarla nel tempo.. Non so se ho reso bene il mio pensiero, sono temi complessi da racchiudere in poche righe..

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    1. Sì assolutamente e condivido tutto. Le politiche come diceva Ladivadellecurve, possono essere molto potenti, pensiamo al caso di Sonia Gandhi che è pure straniera, ma se poi le leggi vengono disattese per una forte opposizione culturale degli ambienti più retrogradi ci vuole più tempo. Le nostre guide ci raccontavano che malgrado l'istruzione per le bimbe sia gratuita ancora molti nelle campagne e negli stati più poveri preferiscono prometterle bambine in spose e non mandarle a scuola. Ci sono anche movimenti come "I sari rosa", ma sì in un post non si riesce a dire tutto. Grazie del commento! :)

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  3. L'ho detto io, che sei una donna dalle mille sorprese! Il tuo abito da sposa era sicuramente meraviglioso, adoro le tue tende e condivido il tuo commento di risposta a Marged. Sebbene non conosca affatto l'India, credo che si possa considerare ogni regione come una realta' a se stante. Le persone che hanno viaggiato li' mi hanno dato opinioni completamente opposte a seconda dei luoghi visitati. Saro' felice di leggere il tuo post a riguardo. Un abbraccio.

    p.s. anche noi italianii soffriamo molto per l'immagine che il nostro paese ha all'estero; forse, qualcosa di vero c'e', non sono solo stereotipi.

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    1. Grazie Lucy,
      mi ha fatto molto riflettere il tuo commento, in effetti è come dici, sarebbe bello scriverne. Prima o poi... devo ancora rifletterci un po', son tornata da troppo poco. Ciao!

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  4. Molto interessante! I tessuti sono bellissimi ed è bello sapere come sono stati prodotti...

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  5. Mi hai fatto venire voglia di
    -andare in India
    -cambiare le tende!!!!

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    1. Andare in India te lo consiglio, io dico sempre che voglio tornarci con mia figlia, chissà come sarà cambiata per quando lei sarà abbastanza gradne per capirci qualcosa...
      ciao!

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  6. Bella questa tua presentazione delle stoffe abbinata ad una riflessione sulla condizione femminile, mi è piaciuta molto.

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    1. Grazie Marilu, è un tema tutto da sviluppare... però come dice Alessandradopo parlarne è sempre una bella occasione di confronto e scambio di informazioni e vissuti. ciao!

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  7. Bellissimo post, Cì. Associare la stoffa alla condizione femminile è stata un'idea vincente. La stoffa riporta a lavori tipicamente femminili, dove la pazienza e la creatività sono caratteristiche indispensabili.

    Non sono stata in India e non posso avere un'idea certa della condizione femminile, non basta aver letto molto (in questo momento mi viene in mente "cuccette per signora", libro che ho amato molto).
    Sono, pero', convinta che non si possa confrontare la condizione femminile delle donne che vivono in grandi città rispetto a chi vive nei piccoli paesi.
    Ho avuto una nonna siciliana e ricordo chiaramente quando si raccontava (e parlo degli anni '70, '80) dello stile di vita delle ragazze di alcuni paesi lontanti dalle grandi città come Palermo, Catania, Messina rispetto alle ragazze del nord.

    Non si può generalizzare, certo (in India ci saranno molte ragazze laureate) ma neppure non dire. Non aiuta nessuno.

    Non so, Cì, se mi sono spiegata: sto scrivendo di fretta ed è un tema che mi "prende".

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    Risposte
    1. Grazie Alessandra, sì, ho capito benissimo, dopo l'ho pensato anche io questo pomeriggio e anche ieri mentre scrivevo il post mi veniva in mente quando mettere i pantaloni in Italia non era socialmente accettabile e si parla di poche decenni fa. E poi c'è sempre il caso svizzero: diritto di voto alle donne solo negli anni '70! L'Europa non è sicuramente in grado di dare lezioni in giro, però come dici tu è bene sempre parlarne.
      Certo leggere non basta, però insieme a vedere film, leggere interviste, e seguire i resoconti delle associazioni, è uno dei pochi modi possibili per vedere cosa accade in un Paese molto lontano.

      Dopo vengo a leggerti con calma, quando dormono tutti.. :) ciao!

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  8. Grazie al tuo post, ho scritto un secondo post sull'emancipazione femminile.
    Non ho mai tempo per il blog ma ho detto ai bambini di lasciarmi un'oretta di tempo.
    Ti hi citata, naturalmente.

    alessandra

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  9. versamente interessante il tuo post, e che magnifiche stoffe, mi sono innamorata di quella seta bianca!! ciao Paola

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  10. Cara Ci, davvero molto carino il tuo post, che avevo lo già letto nella sua versione precedente e apprezzo molto che tu abbia modificato alcuni punti forse un po' eccessivi in negativo per la condizione generale della donna indiana, perché aveva tutta l'aria di un cliché. Sono la traduttrice italiana di tutte le opere di Anita Nair, oltre ad altre scrittrici e scrittori indiani e conosco Anita, che è una mia cara amica, spesso ospite a casa mia, da 12 anni, cioè da quando era una sconosciuta e l'ho lanciata in Italia con "Un uomo migliore". Posso assicurarti che il Congresso indiano è nato, con l'indipendenza dell'India, proprio sancendo la parità dei diritti delle donne e abolendo le caste. Ha concesso il voto alle donne nel 1947, alla sua nascita. Inoltre ha da moltissimi anni è vietato per legge la tradizione della dote e i medici non possono per legge fare esami che rivelino il sesso del nascituro né praticare aborti se non per gravi motivi medici. La prima cosa è per porre fine a quei matrimoni in cui un uomo si sposa solo per intascare la dote e poi ammazza la moglie, solo per sposarne un'altra e avere anche la sua dote e così via. Ovvio che in alcuni luoghi rurali e lontani avvengano ancora quegli orrori della sfigurazione col vetriolo e che il feticidio femminile non sia una piaga del tutto vinta, per quanto la legge punisca e sorvegli. Forse si potrebbe pensare ai nostri delitti d'onore così diffusi da noi al sud fino a che la legge contro i mariti assassini non è stata cambiata.
    Purtroppo anche se ci sono le leggi, certe mentalità arcaiche e retrograde non è facile cancellarle.

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  11. (Segue)
    Tuttavia, la condizione della donna indiana è molto variegata e per certi versi è perfino più avanti persino della nostra. Nel 1947 la grande poetessa e politica Sarojini Naidu fu eletta Governatore dello stato dell'Uttar Pradesh e nel processo verso l'indipendenza, Gandhi coinvolse moltissime donne, che ebbero un grande ruolo politico. La maggior parte delle donne indiane, dalla piccola all'alta borghesia, compiono studi superiori e poi si laureano. Magari poi anche si sposano e non usano la laurea. Tu dici di essere stata in India 10 anni fa. In effetti in 10 anni le cose in India sono cambiate in modo incredibile e ora esiste una diffusa media e alta borghesia (quella benestante o anche molto ricca descritta nei romanzi di Anita Nair e di molte altre scrittrici angloindiane e a cui lei appartiene) che ha stili di vita di tipo occidentale e molto benestanti.
    L'India ha avuto un Primo Ministro donna, Indira Gandhi, mentre noi non abbiamo mai avuto un presidente donna e molte donne politiche o manager sono potenti e rispettate.
    Forse la vera miseria (più miseria che povertà) in India non si trova nei villaggi o nelle campagne, dove comunque esiste una grande solidarietà e qualcosa si coltiva sempre, ma nelle megalopoli, per via della gente che lascia i villaggi e spera di trovare di meglio, ma finisce negli slums o per strada. E' lo stesso fenomeno della Londra della prima rivoluzione industriale.
    L'altra piaga indiana è la corruzione diffusa nelle istituzioni (esattamente come da noi). Ma è vero che mostrare solo l'aspetto più deteriore di questa realtà immensa e estremamente variegata significa non darne un'immagine realistica. Un po' come bollare tutti gli italiani di mafiosi e mandolino.
    Un appunto a proposito dei romanzi della Nair. A parte degli accenni al problema del feticidio femminile in L'arte di dimenticare, la donna indiana che descrive è quella istruita e benestante della media e alta borghesia. Una donna che è già nel futuro, ma si porta dietro dei retaggi antichissimi che non sa più come gestire, come del resto l'India. Ma l'istruzione in India è solo in inglese, la stessa struttura scolastica e accademica è quella imposta dalla dominazione inglese e anche buona parte della mentalità.
    Però non dimentichiamo che un numero impressionante di Nobel per le scienze e l'economia sono indiani e la tecnologia che questo paese sta sviluppando va ben oltre quella che troviamo in Italia. Dunque è un paese con grandissimi contrasti, come tutti i paesi postcoloniali, solo che l'India è stata culla di civiltà altissima da cui nei millenni passati l'Europa ha attinto.
    Insomma, all'India dobbiamo moltissimo e infatti è all'India che l'Europa si è rivolta, fin dagli anni '50 e in seguito, per ritrovare quella spiritualità e quella profondità che l'occidente ha perso.
    Nel guardare all'India, poi, non dovremmo usare il metro di valutazione occidentale, perché il nostro modello di economia - quello capitalista - non è il solo buono e non deve per forza essere imposto o adottato ovunque.

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  12. Non sono molto ferrata sulla condizione della donna in India, purtroppo non ci sono mai stata, ma è bello vedere dei commenti ad un post così sentiti.
    Il tuo post mi è piaciuto molto, è bello leggere come un tessuto possa accompagnare situazioni così diverse e scoprire come alla fine sia importante!!!

    Complimenti, mi è piaciuto davvero molto

    a presto
    Moni

    ^_^

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  13. Ciao!
    Anche io non sono mai stata in India e non sono studiosa di cultura indiana, nonostante sia un paese che amo molto per cultura, persone sapori e artigianato. Le riflessioni sulla condizione della donna in India sono interessantissime anche quelle nei commenti e credo che sia un paese in netto miglioramento dove però convivono ancora realtà molto diverse. Ma questo avviene anche in Italia...
    Per quanto riguarda i tessuti.. io adoro i tessuti indiani! Amo lo stile indiano e in casa ho molti complementi e tessuti che riportano a questo paese.. ho apprezzato molto i tessuti che ci hai mostrato!

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  14. mamma mia! che bello ... oltre alle immagini e ai testi interessanti anche un bel proliferare di commenti! Ecco i blog che piacciono a me ...

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  15. che bello avere come tende un racconto di vita, di viaggio...complimenti per i racconti e le foto!

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  16. Grazie a tutti per i commenti e i complimenti.

    Grazie in particolare a Divadellecurve e Francesca Diano per i lunghi e appassionati interventi, e per l'occasione di arricchimento e condivisione.

    Dopo il primo intervento di divadellecurve ho sentito necessario rivedere qualche passaggio nel mio post, invitando anche a leggere i commenti, ritenendo che offrissero molti spunti e informazioni che io non avevo.

    Personalmente sono stata colpita da alcune cose della realtà indiana, posso testimoniare solo quanto ho visto, ma sono ben consapevole di avere avuto solo un assaggio dell'India e di avere oggi un accesso limitato alla informazioni, malgrado la mia vogli di conoscere e approfondire, cosa che aveva anche motivato il mio viaggio.

    Convengo sul fatto che non sia mai giusto semplificare, e che sia importante porre l'accento su quanto di positivo c'è (grazie per l'ampia panoramica) anche dove ci sono ancora situazioni sicuramente critiche, che peraltro ritengo vadano denunciate. Sono comunque molto contenta che questo mio breve accenno, con tutti i sui limiti - non è facile parlare di qualcosa che ha tante sfaccettature ed è in continua evoluzione e si può seguire solo da lontano -, abbia permesso questo scambio così ricco, che forse ha allargato gli orizzonti di chi è passato di qui. Sicuramente a me ha lasciato la voglia di informarmi e andare oltre quello che ho visto e letto.

    Dalla mia visita e dalle mie letture ho avuto l'impressione che a fronte di una privilegiata minoranza di donne molto libere e anche potenti (se pensiamo a Sonia Gandhi che è addirittura straniera abbiamo immediatamente l'idea di come l'India possa essere avanti a noi per certe cose e ha sicuramente un impianto legale che tutela le donne e offre più possibilità) la maggioranza vivesse invece con grandi limitazioni nelle libertà personali e di espressione, complici anche questioni religiose (cosa che vale anche per altri Paesi ovviamente). Dalle vostre testimonianze colgo una situazione molto più dinamica e grandi potenzialità che forse iniziano ad esprimersi più concretamente che da noi.

    Quando sono all'estero soffro gli stereotipi negativi sull'Italia e gli italiani, o l'ignoranza di chi abita in altri continenti di quanto sia sfaccettata la realtà europea, quindi capisco benissimo l'importanza della questione che avete sollevato, per questo vi ringrazio di avermi fatto notare che le mie parole potevano dare una visione parziale e limitante, cosa che non era assolutamente mia intenzione fare, e per aver regalato a me e ai miei lettori una nuova finestra da cui guardare.

    Uno dei motivi per cui ho scritto pochi post sull'India è che la trovo una realtà molto complessa e articolata e sento il limite del mio averla solo visitata brevemente.

    Grazie ancora per questa occasione di confronto.

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  17. Decisamente un post ricco di emozioni oltre che di stoffe! Io non sono un'amante di stoffe, ossia adoro i colori ma non tessendo o cucendo non ne ho mai acquistati.
    La seta e' una stoffa meravigliosa ma se penso ai bachi da seta mi viene male al cuore e per questo il mio abito da sposa, se riusciremo a sposarci, sarà il più etico possibile rispettoso degli animali ma anche delle persone!
    Purtroppo lo sfruttamento avviene in ogni modo... :(
    L'India mi ha sempre affascinato ma so che oltre al fascino racchiude tanto dolore purtroppo e povertà!
    Speriamo che il tuo augurio si avveri... Liberi e felici tutti in ogni parte del mondo!
    Un abbraccio :)

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