venerdì 2 agosto 2013

Libri: E a mio nipote Albert lascio...


Cari amici del  Venerdì del libro,

oggi cambio registro e dopo una serie di letture decisamente in rosa passo ad altro, sempre una lettura estiva doc, ma di tutt'altro genere e decisamente unisex - anzi quasi più maschili a dirla tutta -. Voglio infatti parlarvi di

E a mio nipote Albert lascio... di David Forrest, tradotto da I. Omboni

Prima di preparare questa recensione non sapevo fosse un classico dell'umorismo inglese, scritto addirittura negli anni '60!.

Wikipedia ci dice infatti:

E a mio nipote Albert lascio l'isola che ho vinto a Fatty Hagan in una partita a poker è un romanzo di David Forrest scritto nel 1969 e pubblicato in Italia nel 1977.




La storia è sicuramente curiosa: un giovane rimasto orfano da bambino e cresciuto con uno zio un po' squinternato eredita da quest'ultimo un'isoletta vicina alle  isole Scilly, vinta a poker. Si prende qualche giorno di ferie, dal suo impiego in una sala cinematografica dove coccola gli anziani della comunità con molte entrate gratuite - un vero bravo ragazzo ma anche sveglio -, e va a vederla scoprendo che è poco più che uno scoglio roccioso in mezzo al nulla. Ci trova però una bella ragazza nuda a prendere il sole, anche lei cresciuta solo con il padre, dedito a frequentare i pub come lo zio del protagonista ed educata in un istituto femminile. Le affinità sono molte, e anche fisicamente i due si piacciono subito: è attrazione a prima vista.
Più che le avventure tra i due, peraltro [tragi]comiche per certi versi, sono interessanti quelle a contorno e di scenario: l'isoletta si trova in un territorio stratetigico e viene letteralmente divisa tra USA e blocco sovietico dopo un tragico[mico] incidente: una nave russa si incaglierà sull'isoletta a causa di un banco di nebbia e da quel punto si inseguiranno rocambolesche situazioni, dai tentativi dei due ragazzi di appartarsi allo sfiorare un incidente diplomatico tra superpotenze che potrebbe portare ad un conflitto mondiale. Non voglio svelarvi molto altro, potrebbe togliere piacere alla lettura, se siete curiosi potrete farvi un'idea leggendo la scheda di wikipedia

Non ricordo come sono arrivata a questo libro, ho iniziato a leggerlo senza saperne molto, ma ho passato piacevoli ore sull'isola di Roccamalora, sempre più divertita, fino a ridere a crepapelle in un paio di occasioni, tanto che mio marito ha voluto leggerne qualche passaggio - è veramente difficile che io rida fino alle lacrime, questo libro è riuscito dove mediamente i comici più famosi non arrivano - e ha convenuto che è un classico della comicità.

A posteriori mi son sorpresa di non essermi accorta subito di alcuni dettagli che avrebbero dovuto farmi capire dalle prime pagine in quali anni fosse ambientata la storia, ben prima che la trama scoprisse lo scenario storico politico contemporaneo ai fatti, a partire dall'assenza di parolacce come di dispositivi tecnologici moderni.
I due personaggi principali sono così border line con quelle famiglie così destrutturate alle spalle da risultare in un certo modo contemporanei, quasi dei tipi umani universali, perfetti a rappresentare un certo tipo di teen ager o 20 enne occidentale di qualsiasi epoca post guerre.
Mi è poi piaciuto come sia stato sottolineato il tema dell'umanità delle persone, sotto le divise, qualsiasi siano, una dose di quei buoni sentimenti che non stancano mai.

Una lettura leggera e ben scritta, a mio parere una lettura da relax doc, che da lo stesso effetto distensivo di quei vecchi film che parlano di sottomarini rosa e avventure piene di inventiva.

Personalmente lo promuovo a pieni voti come lettura divertente da ombrellone (4 su 5 stelline, e sapete che son di manica stretta... ;) ).
 

Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.  
Qui potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa idea, l'elenco dei blog che aderiscono all'iniziativa e le istruzioni per partecipare.

8 commenti:

  1. Vado a nozze con l'umorismo inglese e mi pento di non conoscere il libro che presenti, rimedierò al più presto.

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  2. Questo libro è decisamente la mia cup of tea! Me lo cerco e me lo porto al mare. I classici del British humour, anche quando sono dei divertissement come mi pare in parte questo, riescono sempre a essere piccoli capolavori. Grazie!

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  3. mi hanno parlato dell'autore di cui non ho ancora letto mai nulla: questo potrebbe essere un inizio!

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  4. Ah, dovrei proprio ripristinare la rubrica sui libri del buonumore: questo ci starebbe benissimo!

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  5. Avrà il mio scalpo. Un ringraziamento, perché non l'avevo mai sentito nominare ^__^

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  6. @tutti: grazie!
    @povna: decisamente, son quasi certa ti piacerà.
    @Silvia: sì, dai!
    @Murasaki: :) prego. Ormai ci sono così tanti libri che a volte scappa qualcosa, però anche io son stata stupita perchè anni fa questo genere l'avevo ben setacciato a partire dai libri di mio padre. ;)

    ciao!

    ps: sono a web ridotto: perdonate gli strafalcioni - non avevo potuto rileggere -, le risposte tardive e spesso le visite senza commento ai vostri blog, mi sto appoggiando a un wifi aperto, molto affollato!

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  7. Mi sembra davvero divertente... lo cerco su e.book

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