venerdì 15 novembre 2013

Libri: L'iguana non vuole

Cari amici del Venerdi del libro 
oggi voglio a parlarvi di

L' Iguana non vuole, di Giusi Marchetta, Rizzoli

L'ho letto questa estate, incuriosita dalle recensioni che promettevano uno spaccato realistico del mondo della scuola contemporanea, affrontando anche un tema a me molto caro, quello delle differenze e dell'integrazione.

Il libro racconta dell'esperienza di un'insegnante di sostegno, arrivata a questo ruolo perché non ha mai ottenuto una cattedra per la sua materia, e del difficile rapporto della Scuola con alcuni studenti con bisogni speciali, in particolare due ragazzi autistici. In parallelo si snoda la sua vicenda personale, una storia d'amore, esausta, e una fotografia della vita dei precari fuori sede, persone che si trovano a cambiare vita e ambiente per cercare un lavoro lontano da casa.  


Le pagine sono volate veloci, ma a fine lettura mi sono rimaste alcune perplessità, curiosità insoddisfatte, e, un po' egoisticamente, ho pensato che avrei fatto bene a raccomandarmi alle divinità tutte di ogni religione conosciuta perché sul nostro percorso capitassero solo insegnanti degni di questo nome, perché in questo libro - come peraltro nell'esperienza di ogni studente, genitore di studenti, ed insegnante - emerge con chiarezza che la singola persona fa grande differenza nella vita di un alunno, nel bene e soprattutto nel male.

Un insegnante che taglia le ali, un insegnante che non è preparato, un insegnante che non si assume le sue responsabilità, non è all'altezza del suo ruolo e può fare danni gravi - lo sappiamo probabilmente tutti per esperienza personale o per averlo visto capitare a persone vicine - quando ci sono bisogni speciali questo è ovviamente ancor più grave e potenzialmente distruttivo. Nella storia che viene raccontata il lettore individua immediatamente i rischi sia per gli studenti con bisogni speciali, sia per gli altri, di una gestione che definirei discutibile di un alunno, autistico, quindi con bisogni marcatamente speciali, il cui primo bisogno, una spiccata umanità, non viene soddisfatto dalla maggior parte degli insegnanti, totalmente mancanti di empatia come di altri strumenti per un compito così delicato come insegnare (a chiunque). L'obiettivo di integrare gli studenti con esigenze speciali, facendone una ricchezza per tutti, è assolutamente nobile e giusto, ma in questo libro si evince che con le persone sbagliate nei ruoli chiave, la mancanza di fondi e personale realmente preparato per il sostegno nelle scuole, e un'etica del lavoro da rivedere per alcuni -, si arrivi a un disvalore per tutto il sistema. Quanto mi è rimasto e mi ha colpito di questo libro è la sensazione di precarietà che chi è già in difficoltà deve subire, l'assoluta dipendenza dall'arbitrarietà del fato che ti può far arrivare una persona preparata ad occuparsi di tuo figlio come uno che forse dovrebbe fare altro nella vita.

Un'altra cosa che mi ha colpita, è l'assenza dei genitori in queste pagine, a parte quelli degli alunni autistici, che però restano comparse, quasi a volerli escludere da ogni forma di possibile collaborazione costruttiva con la Scuola. Di autismo, come di altre realtà, si parla solo tangenzialmente, alcune delle dinamiche descritte - tipi umani, relazioni, giochi di potere - caratterizzano in realtà ogni ambiente di lavoro.

Dei problemi della Scuola, che dovrebbero interessare ogni singolo cittadino, e di differenze e integrazione è comunque bene sempre parlare, e, allora, lo consiglierei, magari solo come spunto da cui partire per riflessioni più ampie? Nì.

Di fondo mi è rimasta insoddisfazione per la mancanza di approfondimento, ma è dichiaratamente un romanzo, forse l'errore è stato mio, in base alle recensioni entusiastiche, di aspettarmi qualcosa di diverso.

Non riuscendo ben a capire cosa mi stonasse appena terminato il libro, ne ho parlato con una delle prof (e realmente lit)-blogger che più stimo che mi ha rassicurata: alcuni dettagli sono implausibili, mi ha detto la 'povna, che mi ha invitata a scrivere questo post e pubblica la sue riflessioni su questo libro anche lei oggi - e sono curiossisima di leggerla - ...e meno male! Che potessero verificarsi certi episodi in una scuola mi lasciava con un grande senso di ingiustizia e anche un po' d'ansia!

Per me è stata comunque un'occasione di proficuo confronto con la 'povna - ed è ormai una blog amica, ma è anche un prezioso riferimento -, e di riflessione sia sul mondo della Scuola che su come si vivano nella società le differenze, che ora abbiamo deciso di condividere con voi e invitandovi a un confronto su quanto vedete o avete vissuto.

Ripensando a cosa ho letto negli anni sui blog delle varie insegnanti - tra cui alcune amiche dei VdL - ho provato rabbia, tristezza, ma anche preoccupazione e sdegno. Mettendo insieme anche cosa avevo già sentito raccontare o letto altrove mi sono chiesta: davvero vengono trattati così gli studenti con esigenze speciali? Davvero c'è questa carenza da parte del sistema - i tagli sono un realtà ('povna nei commenti ci dice che la tendenda è stata invertita, un ottima notizia), ma la mancanza di preparazione specifica da parte di chi se ne occupa anche? e la mancanza di controlli sul loro operato? e la mancanza stridente di empatia? nel libro sono stupefacenti e incredibili certi episodi, davvero tutto è nelle mani del singolo e della sua iniziativa personale, della sua preparazione, delle sue capacità?

Preoccupa entrando nel reale del mondo della Scuola l'impressione che sia così ovunque e per tutti gli studenti, normodotati e non - una provocazione: e che importa poi in che categoria la società o la sorte ci inserisce? siamo tutti speciali, siamo individui, siamo unici, meriteremmo tutti insegnanti (e colleghi) empatici e preparati -.
La buona notizia, invece, è che, anche se la classe politica - tutta - trascura da troppo tempo la Scuola, alcune persone non smettono di occuparsene in modo costruttivo, e che questo avviene dal basso, sul campo, dove serve di più. Ci sono tanti insegnanti meravigliosi e appassionati che svolgono ogni giorno il importantissimo e fondamentale lavoro con etica, preparazione, amore per i loro studenti, ci sono tante famiglie attente che cercano la via del dialogo e della cooperazione, ci sono - e spero sempre di più - persone che si rendono conto che per crescere un bimbo ci vuole un villaggio e cosa accade alla Scuola riguarda la società tutta, si tratta di impegno civico, e non solo chi ha figli in età scolare.

Non è ancora nemmeno il minimo per sentirsi un Paese civile, dove dovrebbe esser garantita un'Istruzione con iniziale maiuscola, PER TUTTI, ma è molto, considerando le premesse, davvero.


Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa idea,
le istruzioni per partecipare all'iniziativa e i link agli altri blog che hanno aderito.
Su Pinterest tante board con le recensioni di tutti i partecipanti

Arrivederci al prossimo appuntamento! 

24 commenti:

  1. Che bello, hai legato la tua recensione a una riflessione più generale sulla scuola e sul suo valore di cittadinanza per tutti, un principio che non dovrebbe essere mai messo in discussione. Quest'anno per la prima volta da sette alla scuola sono dati fondi e non tagli. Sono pochi? Sono tanti? Sono giusti? Sono sbagliati? Per la prima volta sono. Che sia un auspicio per il futuro.

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    1. Speriamo davvero sia un auspicio per il futuro, la povna! Anche se vista la nostra pessima esperienza in prima elementare, finché ad insegnare ci saranno persone prive non dico di competenze minime di psicologia dell'età evolutiva, ma per lo meno di buon senso, servirà a poco aumentare i fondi per la scuola.

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    2. Grazie 'povna, a me pare di esser stata come sempre un po' prolissa, adoro la tua sintesi, ma son temi che per me sono caldi oggi e al contempo da sempre nel cuore. I principi sono spesso messi in discussione, purtroppo, c'è l'istinto a occuparsi solo del proprio orticello specie in tempi di crisi dove la "legge della coperta" diventa impietosa quando le coperture vanno tagliate per stringenti necessità di budget. Ci - penso saranno in molto ad esserne contenti - dai una notizia bellissima! Non riesco a seguire le politiche dei vari ministeri come vorrei, e ho visto tagli rispetto allo scorso anno nella nostra piccola realtà, sapere che si è invertita la tendenza (e consapevole dei tempi del Burosauro) mi conforta non poco. Grazie!

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    3. Murasaki, noi con le due maestre principali siamo state molto fortunate, però non riesco comunque gioire di una personale - e grande - fortuna, perché tutti i bimbi, o studenti di ogni grado, dovrebbero avere docenti preparati e umanamente di spessore. Da noi invece i tagli si sono tradotti nella sparizione di progetti che facevano della nostra scuola - pubblica - un piccolo caso virtuoso.Ho fino ad oggi capito che i progetti sono sempre legati ad un promotore, questo è stupendo da un lato - significa che ci sono professori appassionati e pieni di iniziativa -, ma preoccupante dall'altro - via loro i progetti muoiono? o c'è altro, di cui non si sa granchè, che non arriva fino alle famiglie? -. Devo capire dove si è inceppato il meccanismo da noi, sto cercando di diventare membro attivo del comitato genitori, ma sono una "primina", mi farò le ossa. ;)

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    4. Ecco, i progetti sono un altro tasto dolente. Nella nuova classe abbiamo un maestro che si "sbatte" per trovare progetti extra da fare: per esempio il 31 ottobre li ha portati a visitare un reparto di polizia a Milano e poi ha in programma due progetti uno sull'alimentazione e un altro sugli animali.

      Sono progetti gratuiti eh! Ma vedo che nelle altre classi nessuno degli insegnanti si interessa per attivarli...

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    5. Succede lo stesso anche qui, ma alcune maestre sono vere motori propulsori e il comitato tosto. Son sicura che passate le emergenze sui progetti contingenti si insagherà... Grazie dello scambio.

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  2. Post molto interessante, aspetto di leggere un bel dibattitto, io ho un amore/odio nei confronti delle insegnanti, a volte mi sorprendono tante altre volte mi deludono, ormai sono arrivata alla conclusione che se gli effetti negativi si bilanciano con quelli positivi va già bene.

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  3. [...]la singola persona fa grande differenza nella vita di un alunno, nel bene e soprattutto nel male.

    Un insegnante che taglia le ali, un insegnante che non è preparato, un insegnante che non si assume le sue responsabilità, non è all'altezza del suo ruolo e può fare danni gravi [...] una santa verità... un caro saluto, non mi sono persa, ma sono in balia degli eventi...

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    1. cara Monica, mi spiace! Ti mando tanti pensieri positivi

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  4. Cara Cì, ho già commentato da 'povna e dunque ricopio qui ciò che ho scritto da lei.
    Tenendo conto che si tratta di un commento davvero lungo ti prego sentitti libera di cancellarlo se lo ritieni eccessivo.

    Questo tema mi tocca assai da vicino.
    E’ il quarto anno (tre di scuola dell’infanzia e ora il primo di scuola primaria) che la mia monella ha l’insegnante di sostegno per via del suo disturbo pervasivo dello sviluppo (un disturbo dello spettro autistico).
    Oggi posso dire che la nostra esperienza è nel complesso deludente perchè per i primi due anni le insegnanti di sostegno sono state presenze inutili, donne forse di buon cuore ma di scarsa, scarsissima preparazione e con poca voglia di fare. Queste “dame di compagnia” non hanno giovato più di tanto alla mia monella ma per fortuna c’erano le due maestre “ordinarie” che, nonostante avessero l’intera classe da seguire, si sono fatte in quattro pur di coinvolgere e stimolare la mis bimba (che, detto tra parentesi, ha buone potenzialità evvivadio).
    Il terzo anno di scuola dell’infanzia,importante in vista del passaggio alla scuola primaria, è arrivata un’insegnante di sostegno per sua ammissione senza alcuna esperienza, ma almeno motivata, con grande spirito di iniziativa e desiderosa di approfondire le problematiche della monella per aiutarla in modo adeguato. E’ stato un anno scolastico abbastanza fruttuoso, ma le ore di sostegno erano solo 12 e quindi comunque la monella ha potuto fare meno di ciò che avrebbe potuto fare con una presenza più costante dell’insegnante. Tagli al personale, decisioni non dipendenti dalla singola scuola ma “dall’alto”, così mi hanno detto in direzione quando ho provato a protestare per avere un aumento delle ore. Poche ore, poche insegnanti, poca preparazione, poco tutto.
    E le nomine, poi, per tutti e 3 gli anni di scuola dell’infanzia sono avvenute tra fine ottobre e fine novembre, tanto che, assurdamente, al primo gruppo H dello scorso anno la maestra di sostegno non c’era ancora!
    Ero già preparata al peggio anche quest’anno, avendomi detto il dirigente scolastico in estate che le ore settimanali di sostegno anche col passaggio alla scuola primaria sarebbero rimaste non più di 12 (e forse addirittura meno).
    Ecco il quadro presentatomi: la scuola avrebbe dovuto far fronte alla necessità di 10 alunni disabili in diverse classi facendosi bastare 5 insegnanti di sostegno. Considerando che 2 alunni con disabilità piuttosto gravi avrebbero avuto il rapporto 1:1, per gli altri 8 alunni restavano solo 3 insegnanti con cui giostrare.
    Invece, per non so quale miracolo, grazie forse anche all’intervento delle maestre della scuola dell’infanzia che si sono battute (di loro iniziativa e le ringrazio di cuore) per la monella sostenendo il fatto che se guidata in modo adeguato potrebbe raggiungere buoni risultati, è iniziato l’anno scolastico e la monella ha avuto fin dal primo giorno la sua insegnante di sostegno e per il massimo delle ore, quindi con rapporto 1:1. E nel giorno libero dell’insegnate c’è comunque un’assistente di un consorzio di servizi sociali che affianca la monellina.
    L’insegnante di quest’anno mi pare abbastanza preparata, dice di aver anche già avutio un alunno con disturbo simile a quello della monella. Spero non mi deluda!
    E’ troppo importante che la scuola si faccia carico sul serio dei bisogni degli alunni disabili e che lo faccia con tempi, modi e persone adeguate!

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    1. Grazie Maris per il tuo commento, lo avevo appena letto da 'povna.
      Certamente io capisco le difficoltà pratiche (con i tagli, e speriamo presto arrivi a valle quanto povna ci dice sull'inversione di tendenza), però è veramente incredibile cosa accade. Sono contenta per voi, comunque, mi pare un ottimo inizio. Un abbraccio!

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  5. Bellissimo post Cì, un argomento molto importante e son felice che tu ne abbia parlato. Anche io, come Murasaki, mi chiedo se a volte a mancare non sia il semplice buonsenso. Una buona preparazione generale sarebbe davvero il top ma ci sono doti come la pazienza, la comprensione, la dolcezza, un abbraccio, che aiuterebbero tanto i bimbi mentre purtroppo a volte ci si trova davanti a persone fredde che svolgono il lavoro di insegnante come fossero ragionieri contabili. A parer mio sono due lavori completamente diversi. Per fortuna anche noi abbiamo incontrato maestre che per ora mi piacciono davvero tanto e quindi riescono a far sembrare una scuola priva si soldi, di aule carine, e materiale per laboratori e giochi più bella.

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    1. Grazie Claudia, mancano buon senso, risorse, ma secondo me anche etica e senso di responsabilità in alcuni. E' vero come dice Kemate che altri - come le maestre che abbiamo noi - compensano, però... continuo a pensare non sia giusto!

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    2. D'accordissimo con te! Tutti i bimbi dovrebbero avere pari diritti a scuola. Ad oggi non è assolutamente così. Basti pensare alle diverse offerte delle varie città, (e non dico regioni ma solo città): c'è chi può usufruire di prescuola, tempo pieno, ore di compresenza, insegnante di sostegno, ore dedicate a laboratori, gite... e chi no!

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  6. In Italia, troppo spesso si confonde il cosiddetto ‘buonismo’ con l’autentica solidarietà e col sostanziale lavarsene le mani, sia nel campo dei normodotati che in quello dei non, sia dal punto di vista fisico che psichico. Ho avuto a che fare con diversi studenti disagiati e devo dire che un bravo insegnante di sostegno può fare cose egregie, così come uno incompetente può fare molti danni.

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    1. verissimo. grazie di esser passata anche da me!

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    2. Grazie a te per le cose interessanti che hai scritto!

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  7. Collaborazione proficua e bella voce, Cì. Grazie.

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  8. Grazie della dritta, lo regalerò alle mie amiche maestre.

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    1. Sicura? Passa anche dalla 'povna se davvero lo vuoi regalare, ché è molto più brava di me a s-consigliare i libri...

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    2. Uhm, hai ragione. Allora consiglierò alle amiche mestre di scriverne uno loro :-)

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