venerdì 10 ottobre 2014

Libri: Piccolo fratello Vento Veloce

Carissimi, rieccoci a venerdì, di corsa vi lascio un consiglio di lettura.
Oggi vi parlerò dell'ennesimo libro che arriva dalla biblioteca scolastica di eSSe (che nel frattempo è andata in seconda, elementare - come la chiamavamo noi -, quindi cambiano tante cose, l'autonomia di lettura più ampia, esigenza di testi più strutturati e messaggi più complessi, ma terrò la tag "prime letture" ancora per un po', di questo si tratta ancora).

Piccolo fratello Vento Veloce, di Rolf Krenzer e Anatoli Bourykine, tradotto da N. Gherardi, ed. Arka, inizialmente non mi aveva colpito.

Colori un po' cupi, un testo che non mi intrigava, anche per le ricorrenti semplificazioni e un linguaggio molto essenziale (d'accordo, il target non sono io, 5 anni li ho compiuti da un po'...). Mi sono chiesta perché avesse colpito eSSe e perché la maestra glielo avesse consigliato e ho fatto attenzione alla storia, allora ho finalmente capito.


Una piccola indiana d'America, Bambina Selvaggia (i nomi dei protagonisti proprio non mi sono piaciuti, perché non mi sembra fungano da soprannomi connotanti, come accadeva agli indiani che nella nostra infanzia ci facevano sognare, ma siano etichette! Questo della protagonista, per esempio, non mi soddisfa per niente, forse Bambina Coraggiosa o Libera sarebbero stati più calzanti, ma ancora non ci siamo, un "Bambina che non teme la Notte" forse sarebbe andato meglio), si prende cura di un giovane puledrino malato. Nella sua tribù solo i maschi sono destinati ad averne uno, ma lei spera che il padre alla fine le accorderà di poterlo cavalcare e prendersi cura di lui e il padre, che ci aspetteremmo custode dei sacri costumi della tribù, dimostra di essere molto aperto di vedute, anche se non sappiamo come andrà a finire si sospetta fortemente che quel puledrino verrà cavalcato appena in salute dalla sua affettuosa accuditrice.

Le premesse mi facevano sinceramente innervosire, confesso, non c'era un-accenno-uno di critica allo status quo, nemmeno velata, semplice accoglimento, non fotografia, del maschilismo di quella società, peggiorato dall'accentuare che la speranza di quella bimba di poter fare qualcosa come i maschi, forse, cioè essere libera, anche di far avverare i propri sogni, si basasse sul fatto di non aver fratelli maschi, se cogliete la sfumatura non è un dettaglio da poco.

Tuttavia mi è piaciuta la figura del padre, uomo così affezionato alla figlia dal trasmetterle un amore incondizionato, e darle il permesso (in una società dove alle donne questo occorre) di non seguire le tradizioni, e della madre, che pur discretamente, semplicemente la appoggiava.  Dei genitori che amano e sostengono i figli senza se e senza ma regalano sempre loro ali forti per volare lontani.

Inaspettatamente il libro ci ha fornito l'occasione di parlare di come in tanti luoghi del mondo alle donne serva il permesso per tante cose che nel nostro quotidiano sono scontate: dallo scegliere come pettinarsi (ala bimba viene dato il permesso di non fare le treccine come tutte e le ho spiegato perché ogni tanto vediamo donne velate, qualcuna per sua scelta, altre forse no), all'andare dal dottore o guidare, uscire da sole o con le amiche, chi frequentare, chi sposare, ecc.

Poi ho anche capito che a lei forse era stato assegnato perché è una delle bimbe che ama giocare anche con i maschi, lei più spesso non sceglie con chi ma cosa in quel momento le piace fare, e, spesso le viene detto che non può perché è una femmina. Lo so, è ben diverso, e penso anche spesso sia una scusa, ci sono dinamiche da monitorare con attenzione anche secondo le maestre nella scuola, ma forse qualche aiuto l'ha dato: per mia figlia è inconcepibile che si facciano distinguo nei trattamenti alle persone in base al fatto che siano diversi, e distinguo di genere in particolare, aveva una faccia allibita quando ne parlavamo...

Non so se esser contenta (avrò coltivato bene?) o preoccupata (lo sono, per tante altre cose che vedo, leggo, sento in questi giorni), ma ho più consapevolezza che devo iniziare a fornire strumenti diversi, più complessi.
Crescono veloci i bambini.




Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa idea,
le istruzioni per partecipare all'iniziativa e i link agli altri blog che hanno aderito.
Su Pinterest tante board con le recensioni di tutti i partecipanti



12 commenti:

  1. sarà anche un linguaggio per cinquenni... ma poi bisogna avere una laurea per rispondere alle domandeeeeeeeeeeeeeeeeeee
    fantastico suggerimento, ovviamente!
    lo cercheremo!

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    1. E a volte nemmeno basta una laurea... Grazie Monica!

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  2. Capita sempre più spesso anche da noi che libri che a me non ispirano, piacciano invece ad Alice, spesso devo pensarci sopra bene per capire come mai la attirino...
    Il tema comunque interessa anche me, perchè fin dalla materna le maestre mi hanno fatto presente che Alice predilige la compagnia, o meglio le attività, maschili.

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    1. Forse dobbiamo rassegnarci all'inevitabile: ad un certo punto volano lontano anche in libreria... (Sperando non verso certi settori inguardabili ma tutti abbiamo peccati di gioventù da epurare dal proprio curriculum di lettori credo... ;)

      Dai racconti io ho l'impressione che siano i maschi a volte a non voler bimbe nei giochi. Accade però che quando ci sono non facciano nessuna differenza, loro: non conto le volte in cui mia figlia è tornata con le ginocchia dei pantaloni verdi...

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    2. Si, in effetti ho anch'io questa impressione, tra l'altro confermata anche da un'amica il cui figlio in classe con Alice quasi scappa se si avvicina una bimba, dicendo che lui non gioca con le femmine. Lei comunque non ci fa caso e rimane dove preferisce, come è giusto che sia...

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    3. E sai perché scappa? Chi simpatizza *troppo* con le femmine viene poi selvaggiamente preso in giro! Da noi c'è questo problema. E non è bello.

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  3. Alice prediligerà le attività che le piacciono, immagino - che ci siano attività maschili e femminili è una teoria cui gli adulti sono molto attaccati, ma non l'ho mai trovata molto credibile, nè da bambina né quando sono cresciuta. Il fatto che le maestre si siano sentite in dovere di farlo presente... mah.

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    1. Da loro in media va così: i maschi giocano con i bayblade o come si chiamano, le femmine alle winx. Mia figlia non ha ne l'uno ne le altre per cui va col gruppo che gioca allo sparviero in giardino o gioca alla corda. Lei ha bisogno di correre o saltare... Sono giochi abbastanza gendered ma c'è sempre qualcuno che bypassa e si mischia.
      Le maestre promuovono giochi di ruolo di gruppo ma ovviamente lasciano anche che almeno all'intervallo facciano i giochi che preferiscono finché non degenerano...

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  4. A me sembra che stai coltivando benissimo :-)

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  5. Secondo me, stai coltivando bene.
    Il fatto che questo libro abbia suscitato tante domande e sia stato il pretesto per affrontare temi non facili, come quello delle differenze tra generi stereotipate e della condizione delle donne nel mondo, secondo me compensa i difetti del libro.

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  6. @Silvia e MammaAvvocato: grazie della fiducia, anche se ultimamente mi sembra di rincorrere mia figlia che cresce troppo in fretta e quanto succede a scuola che spesso non riesco a metter a fuoco totalmente...

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  7. Eh si... il tempo passa in fretta ed i figli crescono alla velocità della luce!!!

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Grazie per il tuo commento, le tue impressioni per me sono preziose :-)
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