venerdì 22 gennaio 2016

Libri: l'albero azzurro

Un giorno della scorsa settimana una delle mie compagne di letture a scuola mi ha chiesto se volessi vedere un libro che le era molto piaciuto prima che lo riconsegnasse in biblioteca. Dopo l'ovvia risposta affermativa, soprattutto per la curiosità di capire cosa l'avesse colpita tanto da parlarmene, ho potuto sfogliare il bellissimo libro che oggi voglio presentarvi, un prezioso albo illustrato di grandi dimensioni:

L'albero azzurro, di Amin Hassanzadeh Sharif, Kite edizioni.

Sinossi.
Un albero di decise tonalità di azzurro intenso, meravigliosamente vitale, cresceva al centro di una cupa città, con forza e vigore.
Ospitava numerosissime famiglie di uccellini, ma soprattutto si inseriva nella vita di quelle umane. Con i suoi rami attraversava finestre, testimoniava relazioni e intrecci, accoglieva i sogni e l'amore di tutti. 


Tutti tranne il re, decisamente invidioso del suo consenso. A nulla valsero i suoi tentativi di arginarne la crescita, l'invadenza dei rami nelle strade della città finì per mettere alla berlina il tiranno già indispettito, per attraversarle un giorno dovette chinare la testa e venne per questo deriso. Fu l'ultima goccia: il sovrano ordinò ai suoi soldati di abbattere l'albero. La popolazione provò ad opporsi ma l'albero venne tagliato alla radice e al suo posto fu eretta una statua del re.
L'albero però non fu estirpato: i rami rimasti nelle abitazioni ricominciarono a crescere, diventando ognuno nuovo albero, trasformando quella città buia in una foresta azzurra e luminosa.

L'autore ci regala un'ultima tavola significativa nella terza di copertina, rappresenta la statua del re che alza la testa, immersa tra i rami, e osserva, con aria di chi si è ormai arreso all'evidenza, il prosperare dei rami colorati.

Mi sono innamorata di queste immagini che incantano e catturano, vien voglia di sfogliare risfogliare questo albo, in cerca di nuovi particolari.
Osservando le tavole ci si addentra in una seconda narrazione, costruita su dettagli minuti e contrasti macroscopici.

Amin Hassanzadeh Sharif all'inizio ci offre uno sguardo di insieme: rappresenta il contesto in cui si svolgerà la storia, una città fatta di case squadrate, senza balconi, senza giardini, senza un solo fiore alle finestre in cui è cresciuto un imponenete albero che è soprattutto una macchia di colore.

 
I toni cristallini di azzurro dei rami si stagliano sulla neutralità dei toni dei marroni usati per tratteggiare la città e i suoi abitanti.

Pagina dopo pagina si entra nel vivo della storia, mettendo a fuoco tutti i personaggi.
L'albero, protagonista e simbolo, viene rappresentato come ospitale, luogo dove si rifugiano animali e umani.

Poi si passa alla descrizione degli abitanti della città. Dentro le case, così rigorose all'esterno, ci sono persone con visi segnati dalla fatica, come in ogni dove regni un tiranno, ma che al riparo da sguardi ostili coltivano passioni e affetti, per questo l'albero ramifica e trova linfa vitale in queste case, non è la luce a nutrirlo ma l'energia indomita degli esseri viventi con cui vive praticamente in simbiosi.




“L'albero è azzurro, il colore del cielo e della libertà. Tutte le tavole sono realizzate con la tecnica dello scratch: posiziono dell'inchiostro nero sul foglio di carta patinata e, man mano che si asciuga, gratto il disegno su carta carbone che vi ho posizionato sopra. Per ogni tavola ci sono tre disegni preparatori. Spesso utilizzo colori ad olio, molto densi per l'illustrazione, perchè sono quelli che si asciugano più tardi e mi permettono di realizzare immagini con maggiori dettagli”.
Amin Hassanzadeh Sharif, in occasione di un evento dedicato agli illustratori iraniani durante la Fiera del libro per ragazzi 2014. Dal comunicato stampa diffuso da La Wunder 

Ci sono poi i soldati, totalmente alieni alla popolazione, tratteggiati con una gamma di colori diversi, arancio mattone, burattini inespressivi guidati dal loro capo. E infine lui, il sovrano: solitario e monolitico, interessato solo a proteggere il proprio ruolo, rappresentato come un spettro. 

A tratti ho avuto l'impressione che ci fossero rimandi storici precisi, che sono allo stesso tempo universali, ho riflettuto poi. Se per esempio osserviamo la raffigurazione di questi edifici pensiamo a strutture progettate per diventare dormitori più che abitazioni destinate a ospitare esistenza individuali destinate a mutare, nel tempo, con chi le vive, ma questa idea che ha caratterizzato più contesti storici e situazioni molto diverse, accomunate dal malessere di chi le abitava. 

Nei piccoli lettori, cui mancano questi riferimenti, non è invece il senso di oppressione il sentimento più spesso evocato. I rami vivaci che descrivano curve irregolari ed intrecci imprevedibili riempono le scene e hanno risalto netto sullo sfondo di geometrie rigide.

Come ogni albo illustrato che offre più piani di lettura le suggestioni colte sono diverse a seconda di chi si avvicina a queste immagini, per un bimbo si tratta solo di una rappresentazione un po' misteriosa, sui toni del marrone - e non del nero, o del grigio -, qualcosa che evidentemente soffre l'assenza di luce e che è in attesa di un cambiamento.

Mia figlia, che ha 8 anni, era certa fin dalle prime pagine che questo gigante ostinato avrebbe avuto la meglio e i colori sarebbero esplosi alla fine della storia. La figlia dell'amica che mi ha consigliato questo libro, che ha un anno meno di eSSe, l'ha voluto leggere prima di addormentarsi per più sere consecutive perché se ne era innamorata.

È successo anche a me: sarà difficile restituirlo alla biblioteca...

 
Quest'uso dei contrasti nella narrazione per immagini comunica con una tale immediatezza ed efficacia che, a mio parere, sarebbe stato altrettanto efficace fare di quest'albo un silent book.

Nessun ottuso regime può fermare la forza vitale di chi vuole essere libero, afferma l'Albero azzurro, dal primo sguardo, e con lui tutti quelli che l'hanno fatto entrare nelle loro case e hanno abitato i suoi rami.

Entrerà sicuramente nella mia selezione di letture sugli alberi.
Di albero in albero ho scelto di parlarvi proprio oggi di quest'albero azzurro perché me ne ricordava un altro, quello di Anne, che purtroppo ha tutt'atro epilogo.

La Giornata della memoria si sta avvicinando, vi segnalo un paio di link degli scorsi anni che potrebbero interessarvi:
La giornata della memoria ad altezza metro e venti
Come raccontare la realtà - ed episodi storici da non dimenticare - ai bambini?



Buon fine settimana e buone letture!


Con questo post partecipo al Venerdì del libro.

Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa idea, l'elenco dei blog che aderiscono all'iniziativa e le istruzioni per partecipare.
E non dimenticate la nostra biblioteca su aNobii  



10 commenti:

  1. Bello... bellissimo! Lo devo cercare!

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  2. E' davvero un libro meraviglioso! L'avevamo preso anche noi in biblioteca e davvero abbiamo faticato a restituirlo... fortuna che si può riprendere! ;-)

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  3. Ma è bellissimo! Lo terrò presente per il prossimo regalo a un bambino. Consigli sempre dei gran bei libri :-)

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  4. uauuuuuuuuuuu
    e ora? devo comprare il libro:-D
    bellissima recensione
    parola chiave: il senso di oppressione... quanti bambini già lo conoscono ma non sanno dare un nome...

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    Risposte
    1. Hai ragione Monica, magari non hanno negli occhi le immagini di casermoni tutti uguali dove molta gente ha sofferto ma il senso di opprressione lo conoscono, a riprova che sia un sentimento universale, sebbene non lo possano ancora focalizzare.
      Grazie del tuo commento.

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  5. Mi sembra stupendo, lo devo cercare assolutamente! grazie per averlo condiviso :)

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    1. Lo è davvero. :-) Grazie a te per il commento.

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Grazie per il tuo commento, le tue impressioni per me sono preziose :-)
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