giovedì 24 novembre 2011

Ninestrone di affetti

Oggi partecipo al contest di Io&Nina, Ninestrone 2011:

"Raccontate dunque, inventate, disegnate, fotografate, cucinate o silenziosamente mostrate la vostra sinfonia-minestrone, un tutti insieme appassionatamente che è attorno a voi, di fronte agli occhi, o nei meandri dei pensieri. Quell'insieme di ingredienti che vi fa sentire a casa anche quando non ci siete dentro,che vi conforta con piacevole tumulto, un disordine armonico che voi ben riconoscete, perché contribuisce alla riuscita della vostra personale sinfonia."

Mi è subito piaciuta l'idea, ma a lungo non ho trovato un filo di pensieri che mi portasse a focalizzare quali ingredienti mettere nel mio ninestrone, un po' perchè ero in altre faccende affacendata un po' non riuscivo a darmi una risposta: cosa mi fa sentire a casa? ... sì, perchè "casa" per me è un concetto sempre più slegato dal reale e sempre più vago e che nel tempo si è evoluto.

In questi giorni stiamo ultimando la prima parte dei lavori di ristrutturazione di casa ed è stato in pratica come traslocare, rinchiudendo 11 anni della nostra vita in scatoloni finiti a DDD nel garage e poi son stati spostati da un piano all'altro; in mezzo una lunga trasferta all'estero, al ritorno casa non era più la stessa: che strano effetto. Devo dire che mi piace avere una casa nuova, piena di vecchi oggetti, che ospiterà ricordi senza tempo. Finendo di riempire i mobili della cucina nuova al piano di sopra pensavo a questo contest e mi interrogavo sul significato di "casa", per me, oggi.

Mi risuonava nelle orecchie questa canzone:



(non riesco proprio a caricare la versione italiana, la trovate qui)
che però mi ricordavo tutta diversa e nelle mie orecchie suonava più o meno così:
voglio andare a casa, ma casa dov'è?
La casa è dove posso stare in pace, posso stare con te... 
La casa è dove possiam stare insieme, stare insieme con te... 
(si intuirà che non pensavo a connessioni col Divino, ma molto più terra terra con le persone che amo, con mio marito, che è spesso via, e la nostra cucciola).

La nostra dimora, come coppia e ora famiglia, è cresciuta con noi ed è diventata casa solo col tempo. Era il luogo dove far crescere il nostro amore, crescere noi, coltivare sogni che poi ha ospitato davvero e si è adattata con un'impressionante duttilità. Le siamo molto legati, sotto sotto, è il nostro nido e sentire gli uccellini che cantano al mattino quasi in ogni stagione - anche oggi, anche se fa freddo! -, o aprire la finestra e vedere molto verde oltre alle case anche se siamo a pochi chilomentri da Milano ci ha spinti a ristrutturare anzichè lasciarla.

Spesso in questi ultimi anni siamo stati via, anche per mesi, come chi mi segue avrà letto, e abbiamo imparato una gestione nuova degli spazi, abbiamo scoperto che ce ne serve meno di quanto credessimo per essere felici, anche per questo ha smesso di avere senso cercare una casa più grande, ora. Anche prima capitava di andare in trasferta per lavoro (sia io che lui), ma mai così a lungo, non così spesso e non così lontani. E quando ho chiesto anche a mio marito che significasse per lui "casa" mi ha risposto che anche lui non avrebbe saputo dirlo... perchè ormai siamo sempre meno legati agli oggetti, alle abitudini, a quello che è stato familiare per una vita e poi d'improvviso ha un valore diverso. I miei muri colorati, i miei utensili da cucina, le piantine di aromi freschi, non mi mancano più quando sono via, c'è sempre qualcosa di nuovo da vivere e scoprire che mi distrae da tutto. E questo da un certo punto di vista è confortante, perchè ti accorgi che conta davvero altro, dall'altro ti lascia un po' spaesato, quasi avessi potato rami secchi ma anche qualche radice... ma è lo straniamento di un momento: la pianta cresce florida e nuovi getti lo testimoniano, sarà una di quelle piantine grasse senza spinte che mettono radici ovunque, appena appoggi una fogliolina al terreno e in estate diventano un manto di fiorellini colorati.

Casa diventa una casa in affitto o un micro appartamento in un residence per qualche settimana, perchè ...ci siamo noi tre.

Casa per me oggi è sentire la voce di mia figlia che riempe di parole ogni luogo!
Casa è stare insieme, casa è dove porta il cuore... e il nostro è un cuore nomade, anzi migratore, perchè ritorna sempre alla base.

Casa sono gli affetti, per me, è una sottile armonia fatta di piccoli elementi variabili è tante cose che ci accompagnano, oppure nessuna perchè solo le persone sono insostituibili.

Se penso alla mia infanzia casa era tornare da scuola e trovare mia madre, sempre, che mi chiedeva come fosse andata. Poi pranzare con mio padre, se gli orari coincidevano. Casa era anche sentire l'odore di pipa. Della mia prima casa ricordo il mio letto cassapanca un poster con tante belle colline verdi piene di fiori... Poi sono nati mio fratello e mia sorella, e casa è stata a lungo un ...casino (e chi ha fratelli capirà...)! Ci siano trasferiti in una casa più grande. Da adolescente casa era anche accendere la radio sulla mia stazione preferita... la ascoltavamo tutti nel palazzo, qualcuno incise anche il nome sulla porta dell'ascensore, c'è ancora. Oggi ascolto la stessa radio, qualche volta anche via web quando soggiorniamo all'estero, così come quando torno faccio lo stesso con alcune radio a cui mi sono affezionata.


Poi casa è stato dormire nel proprio letto, un letto vero, confortevole! Ho adorato fare la back packer da giovanissima e anche fare campeggio, ma dopo tanti giorni in giro, specie quando viaggiavamo in moto, era proprio bello tornare ad avere un vero letto in cui dormire! E quando i viaggi hanno iniziato a toccare mete extraeuropee diventava bello avere un posto dove non esser pieni di sabbia o fare una doccia decente senza insetti strani che sbucano dallo scarico della doccia o da inquietanti fessure nelle pareti, e avere vere mura intorno...
O riavere a disposizione la propria cucina, dove sperimentare con le spezie nuove, quando torno da un luogo per un po' la mia cucina è monotematica, voglio conservare i sapori nuovi che ho conosciuto, poi diventano cavalli di battaglia, e nel tempo ho collezionato un bel mix. Via via è stato meno importante di chi fosse la cucina: io cucino ovunque! Una volta il proprietario di un campeggio sapendoci italiani ci ha chiesto di cucinare pizza per tutti da lui ed è stato molto divertente! Chi mi conosce bene sa che quando vado a mangiare da qualcuno se me lo chiede o permette cucinerò anch'io.

Poi è nata nostra figlia e tante tante cose sono cambiate.
Noi soprattuto, io tantissimo.

Quella che ero aveva una tazza preferita, casa era anche farsi una tisana in quella tazza. Adesso ho tante tazze, la preferita di turno, viene dalla collezione di in una vita (alcune mi son state regalate regalate) e ogni giorno posso usarne una diversa, assaporare un tè speziato con la suggestione di un luogo visitato o raccontato dal dono di una persona cara.

Casa è stata per un lungo periodo scendere al piano di sotto prima di cominciare a studiare e andare a prendere il caffè dalla mia nonna paterna, e mentre chiaccheravamo berlo nelle tazzine con riccioli d'oro zecchino e in questi giorni ho ritrovato in fondo a un armadio. Che bello vederle così vissute, così consumate, così vive...



Adoro gli oggetti che tramandano una storia. L'altra nonna sa che se mi vuole rendere davvero felice a Natale o al mio compleanno deve regalarmi qualcosa di suo, qualcosa chiuso in un armadio che non usa più e raccontarmene la storia, e a volte mi arrivano in dono veri tesori, cose d'altri tempi, per esempio ricordi di quando c'era anche mio nonno e si facevano pranzi incredibili con tantissime persone. Come era bella la casa dei miei nonni il giorno di Natale, sempre con un albero enorme ai miei occhi di bimba, lo ricordo pieno di uccellini di vetro colorati.

I ricordi sono pieni di case...

Se conta quello che è nei meandri dei pensieri e conforta con piacevole tumulto, un disordine armonico che voi ben riconoscete, perché contribuisce alla riuscita della vostra personale sinfonia, casa sono sicuramente alcuni amici. Quelli che capiscono quando chiedi aiuto e te lo danno (quelli che ti caspiscono, punto), che ti accolgono, non ti giudicano, condividono cosa vivi arrivando al momento giusto, capendo da un silenzio che qualcosa non va e che ti serve un abbraccio. Quelli che resistono ai mutamenti, allo scorrere tempo, alle scelte che ti portano su strade diverse nella vita, quelli che reincontri a qualche tappa. Quelli dei piccoli gesti spontanei, degli sms che contengono qualcosa di sentito, e generosi, che mi mandano spezie quando vanno in qualche luogo esotico, questo affetto sincero mi riempe di gioia ogni volta.

Sì, casa sono sicuramente gli affetti, rileggendomi direi che è questa la mia ricetta.

Ninestrone fatto di ricordi, riflessioni e sentimenti, il mio.
Oggi sono romantica (troppo?), perdonatemi: oggi sono felice, sono ottimista, sono aperta al cambiamento, per primo mio.

Buona giornata, augurandovi di passarla con le persone che amate.

5 commenti:

  1. Grazie per il tuo racconto prezioso. I ricordi sono pieni di case, e sorrido.


    un bacio
    nina

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  2. Cara Cì, ecco un post preziosimmo, che racconta tanto di te.
    Io non ho ancora completato il percorso di distacco dai luoghi, però anch'io ho capito che è dov'è il cuore.

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  3. Grazie Nina, ricambio sorriso e bacio!
    Adoro la tua puntina emotiva su Bollywood!

    Grazie Robin, c'è molto di me e del mio cambiamento, è vero, ma non sto diventando minimalista come forse sembro, anche se posso affermare con gioia che ho gettato / venderò / regalerò a cuor leggero tante cose che non mi servono più durante il nostro anomalo "trasloco interno" e con orgoglio riciclato molto, però c'è anche tanto nuovo :-) un mix coerente e come sono ora... baci!

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  4. ahahahah avevo perso la puntina emotiva su Bollywood! :*
    intanto ti aspetto di là se ti va.
    casa per casa, da casa di nina a te.
    n

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  5. cara, se vorrai aspetto il tuo indirizzo!
    baci
    n

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