lunedì 28 maggio 2012

Imparare viaggiando, insieme ai piccoli maestri

Palmy mi ha invitata a partecipare al suo odierno love of learning, il tema è molto interessante: "imparare viaggiando".

All'inizio ho pensato: - ah, che bello: proprio il mio tema ideale! Poi però al momento di organizzare mentalmente il mio post mi son resa conto che sinceramente non sapevo da che parte cominciare!

Ho capito che il motivo per cui faccio fatica a circostanziare il tema è che penso che l'esperienza di viaggiare sia dall'inizio alla fine educativa e spunto per tante riflessioni.
Viaggiare è occasione di scoperta, meraviglia, conoscenza a 360 gradi, del mondo, degli esseri umani e soprattutto di se' stessi, perché confrontandosi con realtà diverse ci si definisce meglio, si struttura un'identità che va incontro all'altro.

Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone.
John Steinbeck



Bisogna per iniziare definire cosa si intenda per viaggiare, di questi tempi per molti un viaggio in terre lontane è una chimera, ma non occorre avere grandi possibilità economiche, ma solo la voglia di fare esperienze con occhi diversi. Quello che contraddistingue un viaggio è il movimento, anche solo del pensiero, e l'osservare con cuore e mente aperti  e attenti quanto ci circonda. Per me viaggiare è anche prendere i mezzi di una città qualsiasi, persino la propria, e osservare cosa ci accade intorno: dalle architetture agli esseri viventi con cui interagiamo, e perdersi per vie che non abbiamo mai percorso, con la testa all'insù o lo sguardo che cerca quello dei passanti, o strade nel bosco sconosciute, in cerca di alberi e animali da osservare, e vivere l'esperienza in modo intenso.

La nostra meta non è mai un luogo, piuttosto un nuovo modo di vedere le cose
Henry Miller

 
Viaggiare con bambini, specialmente se sono molto piccoli, poi è un'occasione incredibile: arricchisce ogni esperienza di nuovi significati e prospettive, oltre alla propria si può - e perchè sprecare questa occasione? - esplorare quella ad altezza metro, e vedere tutto sotto una luce diversa, spesso più colorata e attenta ai piccoli particolari. Tornare a vedere con un bimbo qualcosa di conosciuto è un po' come riscoprirla. La meraviglia e la curiosità del piccolo accendono nuove curiosità, nuove possibilità di confronto e arricchimento.

Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere occhi nuovi
Marcel Proust 
Poi, ovviamente, potendo è bello ampliare il raggio delle proprie esplorazioni, per mettersi in gioco, sperimentare, e contaminarsi con culture diverse, cosa peraltro oggi possibile in piccolo in molte città vicine grazie ai flussi migratori.

Chi viaggia senza incontrare l'altro, non viaggia, si sposta
Alexandra David-Néel

E dall'incontro con l'altro c'è sempre da imparare, soprattutto su di se'.

Mi sono chiesta cosa eSSe, che oggi ha 4 anni e mezzo e ha già viaggiato per vari motivi (tra cui seguire il papà nelle trasferte di lavoro più lunghe) più di molti adulti, abbia imparato, cosa l'abbia toccata nel profondo e ne influenzi la crescita.

Penso (e spero) che abbia imparato che tutto è relativo, che non ci sono definizioni e canoni fissi per molte delle esperienze del quotidiano: non c'è una solo modo per dormire, mangiare, spostarsi, vestirsi, esprimersi, scandire gli impegni della giornata... Mi auguro soprattutto che dai viaggi che fa impari l'elasticità, le rimanga una buona propensione al cambiamento, e la curiosità di conoscere ciò che è diverso. 

Personalmente associo queste importanti qualità all'estate in cui ho fatto l'inter rail con i miei compagni di liceo: soldi pochi, zaino con sacco a pelo in spalla (niente cellulare, e a casa genitori fiduciosi, felici del nostro viaggio iniziatico), idee ed energie davvero tante. Abbiamo dormito ovunque, spesso in treno viaggiando, ma anche per terra nelle stazioni quando arrivavamo troppo tardi per trovare una sistemazione (niente web, si girava con appunti e guide cartacee e dovevi trovare un telefono pubblico per chiamare); abbiamo mangiato a volte la colazione degli ostelli per pranzo o comprato le cose più assurde (perchè non è facile capire certe lingue...) o totalmente nuove nei supermercati, per poter stare via qualche giorno in più, visitato tanti musei, ma anche camminato camminato camminato, senza una meta, per il piacere di esplorare, guardarsi in giro, vivere, in una città sconosciuta; abbiamo partecipato a festival di piazza, ne ricordo uno in cui c'erano tante tele e pennelli e colori a disposizione (ora è un'esperienza abbastanza comune, ma 20 anni fa no) e poi giocato nei parchi come bambini...

Abbiamo portato a casa il mondo! Il carnet dei biglietti del viaggio con tutti i timbri delle stazioni ...e un pacco di improbabili cartoline di una città sperduta nel nord della Norvegia scattate prima che nascessimo, che ci ha venduto un ambulante pakistano a prezzo affare stordendoci con la parola "BARGAIN!"  - ecco come si imparano le lingue e a contrattare sugli acquisti! - , devo averne ancora qualcuna...


eSSe ha già imparato che se ha sonno può dormire ovunque, ma anche che se sta sveglia per vedere una cosa interessante, o cambia fuso orario, non muore nessuno, recupera il giorno dopo... Sa per esperienza che assaggiare cose mai viste è divertente, più era piccola più questa cosa le veniva naturale e ci stupiva, chissà come sarà in futuro. Si è divertita a imparare a mangiare con le bacchette, e quindi non escludiamo alcun tipo di ristorante quando siamo in giro. Sa che in certi posti fa un caldo allucinante di giorno e poi la sera si gela, ogni volta che un fenomeno naturale si affaccia chiede interessata. Sa che i musei sono luoghi divertenti e in molti ci sono degli spazi dedicati ai bimbi.

Museo di Nottingham, UK


Sa che il mare è bello ovunque ma in certi posti non si può fare il bagno perchè è così grande che è pericoloso e che si parlano tante lingue diverse nel mondo, ma non è detto che il nome sia simile a quello del Paese ("mamma ma in Germania perchè non parlano il germaliano se in Italia si parla l'italiano?"). Sa che in certi posti ci sono animali caratteristici che dovrebbero rimanere lì, ma spesso sei fortunato ché c'è una web cam che ti permette di vederli anche quando torni a casa o anche se non vai proprio nel loro habitat naturale, e ha sperimentato la soddisfazione di riconoscerli sui libri. Ha notato che ogni città ha parco giochi diversi, che i bimbi hanno giocattoli differenti, ma alcune cose piacciono a tutti ovunque (tipo le bolle di sapone o disegnare con i gessi per terra) e non serve parlare la stessa lingua per giocare insieme... (e la mamma ha notato che ci sono popolazioni più solari ed aperte e altre decisamente meno, chi ti accoglie curioso e chi un po' diffidente, ma che sempre quando viaggi con un bimbo ti sorridono di più ed è più facile rompere il ghiacchio).

Cosa ricorderà di queste esperienze?
Tutti pensano che i bambini piccoli non ricordino, invece lei ricorda moltissime cose, alcune suo padre ed io tendiamo a dare per scontate e non ricordiamo puntualmente, perchè ogni tanto se ne esce con frasi come "quel giorno che eravamo in Grecia, ti ricordi quella pianta fuori dalla nostra stanza con quel fiore che saliva.... " Ce la ricordiamo la prima bouganvillea che abbiamo visto, o il primo gabbiano? :)

In viaggio eSSe ha vissuto alcune tappe di autonomia importanti: ogni volta che prendiamo un aereo è una scoperta continua, cambia tutto in pochi mesi. La prima volta che ha avuto un posto aereo assegnato per lei è stata una gioia immensa! Così come si era spaventata un po' a vedere le nuvole dall'alto la prima volta che aveva consapevolezza di viaggiarci sopra.

Ma è nelle piccole cose che si nascondono gioie grandi, pensiamo alla gioia delle prime gite descritta in tanti post delle ultime settimane. E ancora prima, le piccole conquiste: eSSe era entusiasta di scendere da sola dal "cavatappi" oltreoceano (poi ne ho visti anche in Italia), come lo chiamiamo noi, ma la prima volta che ha scalato un ponte tibetano decisamente alto per i suoi due anni e tutto da sola era nella Livigno ;).


Discesa dal "cavatappi" a due anni e mezzo

Lei ama molto viaggiare sui mezzi pubblici, certe volte ci chiede di portarla a Milano per andare in tram e metro... :) e una cosa per cui era impazzita letteralmente è la cable car di San Francisco!


Questa fotografia è stata scattata proprio a San Francisco, è un tram milanese di inizio novecento, con i porta lampade antichi, gli interni in legno, originale e ben funzionante, ci sono un paio di linee servite da mezzi di qualsiasi città del mondo, è divertente provarli tutti, ma quando abbiamo visto questo eravamo orgogliosissimi e l'abbiamo preso più volte per sentirci a casa :).

Una cosa che si impara molto bene viaggiando è il riconoscimento, e anche un attaccamento maggiore di quello di cui si è consapevoli, delle proprie radici, che si declina ritrovandosi a sorridere quando vedi qualcosa di familiare, e di cui immediatamente vai fiero e la sensazione di essere invistiti della responsabilità di portare con onore e rispetto la propria cultura e stile nel mondo (e fortuna che certe "divise" da turista non vanno più ;) anche se ho ancora il mio zaino del liceo da qualche parte in cantina...).

Viaggiare da' un maggiore equilibrio e consapevolezza, di questo sono sicura. Da obiettività e dota di una sorta di "sguardo dall'esterno" che aiuta moltissimo ad acquisire sicurezze e spirito critico e a volte smonta dannosi luoghi comuni.

L'Italia è così terrbile vista dagli stranieri? Anzi, tutt'altro, alcuni ci adorano e adorano il nostro Paese, pur rilevandone difetti e contraddizioni.

E' tutto così orrendo e vergognoso come ci sembra? Direi che in ogni Stato c'è del bello e del meno bello. Ero fiera di essere italiana quando al supermecato tedesco lo scorso autunno vedevo le sigarette dove da noi ci sono le caramelle, ad altezza bimbo, oppure in America vedendo per la prima volta un nursing cover a nascondere completamente il bambino (!) quasi fosse vergognoso allattare (intendiamoci, io credo basti una maglietta larga, o una sciarpa, a nascondere il seno quando allatti in giro, per pudore, ma anche per rispetto degli altri. Il seno, però, non il bimbo!) o certi cibi imbarazzanti e un numero impressionante di persone decisamente obese (non ce li facciamo mancare nemmeno in Italia, e il problema dell'obesità infantile è noto, ma per fortuna ancora si mangia alla Mediterranea in prevalenza...).
I confronti potrebbero continuare infiniti, ma è nei Paesi che ho conosciuto meglio, da migrante temporanea, e dove tante altre cose sono assolutamente meglio che da noi, che ho capito meglio alcune cose del nostro di Paese e del mio sentirmi cittadina del mondo ma anche Italiana.


Quando ho chiesto a mio marito di darmi il suo parere mi ha detto che eSSe sta imparando tante cose dai viaggi che facciamo, che sa i nomi di moltissime città e sa correttamente abbinarle allo Stato di appartenenza, e lo stesso vale per gli animali (è imbarazzante che abbini i topi ad una città di mare italiana, ma questo ha visto! del resto i bellissimi scoiattoli sono parenti, no? e a noi i topi piacciono); ha visto prima sorpresa e poi divertita molti fenomeni naturali, come lo spuntare di un simpatico bruchino (sarà stato goloso come quello di Carle? ;) ) dalla frutta non trattata di un agriturismo marchigiano.

Sa riconoscere le lingue, alcune parole le ha imparate prima in lingue diverse dalla nostra, per esempio ha iniziato a contare in inglese, in quel momento eravamo all'estero. Le nostre trasferte sono brevi (al massimo un paio di mesi per volta se ci muoviamo per lavoro e anche un solo week end basta per vedere una città nuova quando ci si muove per piacere), eppure i risultati sono davvero interessanti e molto è stato fatto anche in Italia (di questo magari parlerò un' altra volta), ma penso che queste esperienze siano state un input molto forte per iniziare un percorso di conoscenza di altre lingue dalla tenera età.

Voglio invitare tutti, anche chi non viaggia spesso, a stimolare la curiosità dei bambini in tal senso, a fare giochi e letture in lingue diverse, per esempio, e potendo, provare l'esperienza di un viaggio low cost oltreconfine anche solo per un week end. Sapere le lingue permette di comunicare con la popolazione dei luoghi che si visitano, di partecipare alla vita di ogni giorno, di conoscere meglio una cultura.


La risposta di eSSe è quella che ho lasciato in coda perchè mi ha sinceramente spiazziata, come i bambini sanno sempre fare.

"eSSe cosa hai imparato viaggiando?" (e intanto pensavo: non sarà una domanda decisamente troppo astatta per un bambino di 4 anni? chissà che mi risponderà...) "...sì, quando andiamo in giro...."
"...che ti voglio bene!"


Piccoli maestri di vita.
:)


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15 commenti:

  1. "Abbiamo portato a casa il mondo!" in questa frase forse si può condensare questo ricchissimo post, quasi un trattato direi (!), denso di spunti, di riflessioni interessanti da conservare. Direi che non solo hai centrato l'argomento (suvvia, così però mi sento una proffa), ma lo hai fatto in modo molto personale e originale. Direi: 10!

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    1. Grazie "prof" ;)
      però stavolta era quasi come avere da svolgere il tema a piacere... (anche se ho faticato... perchè mi sembrava di non riuscire a tirare le fila del discorso!)

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  2. Ciao Cì, una maestra dolcissima la piccola eSSe! Grazie!

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  3. Ciao Cì, ho letto con piacere questo post, anzi, questo racconto della vostra vita familiare da viaggiatori.
    Mi sarebbe piaciuto partecipare a questa bella iniziativa di Palmy, ma per scrivere bei post, ci vuole tempo, e, l'idea di scrivere qualcosa che non mi convinceva per non avere tempo a sufficienza mi ha dissuasa. Preferisco leggere i vostri ;)
    Sono d'accordo con tutto quello che scrivi, il tuo post è molto completo. Ed hai ragione quando scrivi che non occorre fare viaggi a lungo raggio per imparare, a volte è sufficiente dedicarsi alla visita di uno scorcio od un monumento della propria città per ricavarne forti emozioni. La lettura di un libro a volte è un magnifico lungo viaggio solitario, che ci porta in posti lontani, e che possiamo poi decidere di condividere o meno con chi ci è caro raccontandolo (lo faccio spesso con i miei bambini!) la cucina etnica, anche a casa propria, o la cena in un ristorante etnico della propria città è anch'essa un' esperienza che può dare sensazioni molto simili. Ricordo una cena in un ristorante libanese, od un'altra ancora in un ristorante marocchino a mangiare seduti a terra direttamente con le mani. I miei bambini ne sono stati piacevolmente sorpresi, perchè rovesciò le loro aspettative. Imparando che da noi si usano le posate, ma in altre parti del mondo le mani ed altre ancora le bacchette. Gli atlanti, i mappamondo, i documentari. Tanti sono i modi di viaggiare se non abbiamo l'opportunità di farlo per davvero. Tutto ciò che può essere utile per creare curiosità ed interesse va incoraggiato,e, soprattutto non dar mai nulla per scontato, ed evitare che i nostri figli si convincano che tutto ciò che è diverso da quel che fanno od usano loro sia "meno giusto". Grazie, scusa se sono stata particolarmente prolissa ;)
    Michela

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    1. Grazie Milchela, mi hai aiutato a sintetizzare il mio pensiero. :)
      Ti capisco, scrivere mi piace molto ma ci vuole tanto tempo.
      A presto!

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  4. mi è piaciuto moltissimo questo post.
    non ho mai avuto molti mezzi per viaggiare e in passato non ne avevo nemmeno alcun interesse....
    solo da adulta ho imparato a conoscere e scoprire, e pur continuando a non avere i mezzi per fare i viaggi che vorrei, viaggio lo stesso. A modo nostro Maritino ed io viaggiamo appena possibile: prendiamo la moto e facciamo minigite alla scoperta dei posti a tiro di 350 km al massimo ,c osì da poterli fare in giornata e conoscere, vedere, esplorare......

    e amare.
    sono d'accordo con tua figlia, fondamentalmente viaggiando reimpariamo ad amare.
    :)

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    1. Grazie Barbara, sei stata molto carina.
      Anche noi abbiamo fatto turismo in moto, pensa siamo arrivati fino a Tarifa!... con una borsa in due, una tenda piccola, due tappetini, e due schiene buone ;)

      La combinazione moto + tenda permette viaggi davvero in autonomia totale: un buco per una tendina piccola lo trovano sempre e in molti posti si spende poco, anche se quando lo facevamo noi molto meno.

      Avete considerato i voli low cost? Se segui le offerte puoi davvero girare l'Europa con poche decine di euro e volendo c'è lo "scambio di case" o il couch surfing. Non ho mai provato ma ci sono molte persone che lo fanno con soddisfazione.

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  5. Mi piacerebbe poter viaggiare di più tutti insieme, leggendo le tue righe mi pare davvero di sentire la ricchezza che avete portato a casa. Per molto tempo e' stato tanto faticoso, mio figlio non era in grado di apprezzare il "fuori", da ogni viaggio tornavamo un po' troppo appesantiti. Ma ora credo potremmo ricominciare con le esperienze, magari brevi, e vedere cosa ne esce.

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    1. Ogni bambino è diverso, il tuo poi è molto molto sensibile, però questa sensibilità potrebbe anche portarlo ad apprezzare tanto esperienze di scoperta, in ottica di conoscenza più che di affrontare qualcosa di nuovo, ovviamente quando sarà pronto , magari sfogliando un libro su un certo posto potrebbe esser lui a chiederti di andare a vederlo (io uso questa strategia a volte, lascio indizi come Pollicino in tutte le nostre attività quando devo preparare qualcosa per cui non so come reagirà e temo sarà "male"). Vivendo in Italia siamo fortunati in questo, ci sono svariate possibilità vicine ad ognuno e spesso ci sono manifestazioni che coinvolgono i bimbi, per esempio Ville Aperte (credo a settembre), con tanti labs o cacce al tesoro. E poi da cosa nasce cosa. Noi abbiamo "dovuto" iniziarla presto, per tenere unita la famiglia, e ci è andata bene, lei apprezza. Vi auguro esperimenti sereni e piacevoli per tutti e tre.

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  6. Cara Cì, quello che hai scritto mi è piaciuto moltissimo e lo condivido in pieno. Ma forse lo sai già!
    Mi ha colpito questa frase: Mi sono chiesta cosa eSSe, che oggi ha 4 anni e mezzo e ha già viaggiato per vari motivi (tra cui seguire il papà nelle trasferte di lavoro più lunghe) più di molti adulti, abbia imparato, cosa l'abbia toccata nel profondo e ne influenzi la crescita.
    mi ha colpito perchè è il modo con cui io ho interpreatato il tema lanciato da Palmy e trovarlo nel tuo post mi ha fatto capire quanto siamo in sintonia
    Monica

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    1. Ciao Monica, ero appunto "in giro" a festeggiare il mio compleanno :) scusa il ritardo nelle risposte.
      Sono contenta che sia diffuso questo modo di vivere l'esperienza del viaggio :)
      A presto!

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  7. che bel post...e la risposta di eSSe e' spettacolare!!!

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    1. ...vedrai quando little D inizierà a palrare come ti scioglierai ;) <3
      Grazie! ciao!

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