venerdì 4 novembre 2011

libri: la morte presentata ai bambini

Cari affezionati del Venerdì del libro,
oggi desidero presentarvi un libro molto delicato che mi è stato consigliato da una amica di mouse (grazie elle) quando è mancato mio suocero, nonno della piccola eSSe.
E' anche la soluzione all'ultimo quiz con citazione misteriosa.

L'anatra, la morte e il tulipano
di Wolf Erlbruch 
Già da molto tempo l’anatra aveva come un presentimento.
«Chi sei? E perché mi strisci alle spalle di soppiatto?».
«Bene, finalmente ti accorgi di me» disse la morte. «Sono la morte».
L’anatra si spaventò. Non la si può certo rimproverare per questo.
«E adesso vieni a prendermi?».
Mi è molto piaciuto per la delicatezza e naturalezza con cui il tema viene affrontato. Nulla è taciuto, la vita - e quindi la morte - viene raccontata con realismo e ma la schiettezza con cui si affronta il tema non è mai shockante.

La morte segue l'anatra nei suoi ultimi giorni "casomai capitasse qualcosa", e quanto infine capita non è altro che il naturale avvicendarsi delle stagioni e l'arrivo della fine per l'anatra.

La morte, che ha un'espressione imperturbabile, col volto inespressivo di un teschio, con fattezze però quasi umane, accompagna i (piccoli) lettori per tutte le pagine del libro e presenta loro una costante della vita di cui i grandi faticano a parlare ma che, a mio parere, non va taciuta, nemmeno in tenerissima età.

Si impara a conoscerla questa morte, che a tratti è sarcastica ma che alla fine prova dispiacere a salutare l'ennesimo essere vivente, compagno di viaggio per qualche giorno, da cui si accomiata con delicatezza, con gesti carichi di rispetto e tatto.
L'aveva accettata come compagna l'anatra, dicendo che era molto gentile, non fosse stato per quello che era.

Smettendo di essere qualcosa di astratto forse può spaventare meno. Il diventare un personaggio con paure, sentimenti e dubbi, proprio come noi, qualcosa o qualcuno con cui ci si può anche confrontare, pur non fornendo mai risposte ai grandi dubbi sul cosa ci sia dopo, perché "nessuno lo sa", l'avvicina alla nostra esperienza.
Qualcuno ha scritto che si tratta di un libro che rompe l'ultimo tabù: parlare di morte ai bambini in un libro illustrato con immagini non usuali per il pubblico cui è dedicato, e forse è vero, non sono a conoscenza di altri che lo facciano. Come è vero che questo sia un tema non facile da trattare, ma io penso sia bene parlarne. Morire fa parte del ciclo vitale, semplicemente, "così è la vita", come dice la morte alla fine del racconto. 

Le illustrazioni sono perfette per lo scopo che il testo si propone e ne rafforzano in modo efficace il messaggio con delicatezza e garbo. I colori seguono la trama, è davvero come se l'autore ci prendesse per mano e ci facesse affacciare al confine del mondo che conosciamo con i suoi disegni.

Per chi volesse ulteriormente approfondire, questo articolo fa un'analisi molto puntuale.
Vi segnalo anche una carrellata di immagini dell'autore per esplorare il suo stile.

Il libro sfogliato su youtube:



E' difficile per una adulto metabolizzare la morte di un caro, è forse altrettanto difficile parlarne a un figlio, specialmente quando è molto piccolo. Cosa può arrivare a un bambino? Come spiegare cosa è successo e che quella persona cara non sarà più fisicamente tra noi senza spaventare o investire dei propri sentimenti? E nel nostro caso: come rispondere ai tanti perchè che un bimbo di 3 anni pone?

La nostra bambina è sempre attenta a tutto, dettagli insignificanti per molti sono per lei motivo di mille domande, ha colto sicuramente il nostro stato d'animo. Non l'abbiamo portata al funerale, ma è a conoscenza di cosa sia successo. Spero questo non significhi che per amor nostro ha rinchiuso i suoi sentimenti da qualche parte, ogni tanto indago in tal senso, sarebbe profondamente ingiusto se così fosse.

Non pratico il culto dei morti in modo canonico e al cimitero non vado mai, se non ai funerali, per rispetto di chi c'è ancora: non è ai resti umani che voglio vincolare il ricordo di una persona, ma al ricordo delle esperienze che abbiamo condiviso, solo così, io credo, le persone care restano sempre con noi, anche quando muoiono. Tenendo però conto delle sensibilità diverse e che è importante trasmettere le proprie matrici culturali, sono stata molto contenta di accompagnare eSSe al cimitero in questi giorni quando me lo ha chiesto e alla fine ci siamo state due volte in pochi giorni.

Giovedì scorso abbiamo accompagnato mia madre e mia nonna, e questa è stata occasione per ripercorrere tutto l'albero genealogico del ramo materno di mia figlia, visitando le tombe del ramo sepolto nella mia città.
In modo sorprendente, eSSe è tornata contenta dal cimitero e ne ha parlato con gioia al papà, sia perché l'abbiamo "trattata da grande" e abbiamo soddisfatto un suo desiderio (noi abitiamo vicine al cimitero e spesso ci passiamo accanto passeggiando verso il centro, dopo che è mancato il nonno per lei non è più stato solo uno dei tanti giardinetti che attraversiamo camminando ed aveva una certa curiosità), sia perché è rimasta colpita dalla quantità di fiori che secondo lei ne facevano "un bel posto". Era anche incuriosita - in alcuni casi un po' spaventata - dalle statue e tante altre cose che ha visto. Ha riconosciuto il monumento che commemora i caduti delle guerre, ne aveva visto altrove altri simili, per la presenza delle bandiere e per i muri alti con tante scritte (accidenti, i bimbi sono in grado di osservazioni incredibili).

Temevo di più la seconda visita, con il papà, qualche giorno dopo: il lutto è di pochi mesi fa e questo nonno che non c'è più è l'unico morto che ha conosciuto di persona, gli altri li conosce solo dai nostri racconti, invece è andata bene.

E' stato soprattutto qualcosa di positivo per gli adulti, che hanno visto il cimitero con gli occhi di mia figlia, per una volta. Anche se c'è stato un attimo di smarrimento quando abbiamo scoperto che accanto a mio nonno sono stati sepolti di recente due bimbi neonati.

Mi convinco ogni giorno di più che è vero che un bimbo porta con se' e diffonde generosamente tanta energia vitale. La sua presenza testimonia davvero che la vita è un ciclo e porta ottimismo ed energie positive nel mondo.

Gli altri Venerdì del libro sul mio blog sono qui.
Qui
potrete trovare quelli di Homemademamma che ha avuto questa meravigliosa ideea, l'elenco dei blog che aderiscono all'iniziativa e le istruzioni per partecipare.

14 commenti:

  1. non lo conoscevo..grazie della segnalazione...

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  2. O Cì! Che bel post, non conoscevo il libro e lo terrò presente, anche se ne avrei avuto bisogno in passato, purtroppo, ma la cosa non è mai metabolizzata del tutto, perché la morte altrui pone ad alice un'altra questione:"anche tu morirai quando sarai vecchia?" e in me si scatenano mille angosce, non per la mia morte a tempo debito, ma per il terrore di abbandonarla prima del tempo (negli ultimi tre anni sono mancate tante mamme giovani che hanno lasciato dei cuccioli, sia nel nostro asilo sia nella nostra scuola, sia tra conoscenti, di cui lei non sa nulla, ma che hanno turbato la sottoscritta). Sono pessimista? Forse. Fatto sta che il problema non è a volte accettare la morte, bensì la sofferenza prima della morte. E' qualcosa che mi strazia il cuore (se ripenso ai miei cari, solo mia nonna ci ha lasciati dormendo, ma dopo alcuni mesi di semi incoscienza). Però il tuo suggerimento libresco è un ottimo suggerimento per trovare le parole che spiegano semplicemente i fatti della vita, non c'è vita senza la morte e mia madre mi ha sempre ripetuto una frase (non so se sia farina del suo sacco o di altri): Dove muore un fiore presto ne nasce un altro, per ogni morte c'è una nascita... Lo stesso giorno in cui è morta mia nonna, è nato mio nipote... va bè ora scappo, forse ho scritto troppo... buona guarigione!

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  3. Tema molto molto delicato. I miei bimbi sono molto curiosi in merito. Mi chiedono spesso informazioni in modo più o meno diretto. Su chi andrà prima in cielo, chi ci viene a prendere, come si fa ad andare su, se si può giocare o mangiare... E soprattutto se ci rivedremo e come si fa se i bambini rimangono da soli senza mamma e papà... Fino ad ora non ho usato libri ed ho sempre cercato di fornire spiegazioni sincere ma delicate, a loro misura, cercando di non farlo passare come un trauma. L'anno scorso nella scuola materna che frequentavano entrambi è venuta a mancare la giovane mamma di una loro amichetta ed ammetto che in quei giorni hanno risentito parecchio della cosa anche se non li si è resi partecipi in modo diretto. Hanno vissuto i riflessi del fatto che quella mamma non andava più a prendere la bambina a scuola, che non la trovavano più a casa - abitava vicino a noi - e tutto il resto... E per un po' la mia bimba si è attaccata a me in modo morboso, come non mai. Poi è passata ma le domande sono continue... L'unica cosa che temo di questo libro è l'effetto delle illustrazioni: sono molto belle e delicate ma l'idea di un teschio a mia figlia piace davvero poco... anche se mi rendo conto che si tratta di illustrazioni delicate e fatte su misura per loro...
    Ps. hai la mia solidarietà per il mal di gola... Io sono giorni che non dormo perchè a furia di mal di gola e tosse (tossisco di continuo) sono sfinita ma appena metto la testa sul cuscino inizio a tossire com non mai... Guarisci in fretta, dai!!!

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  4. Ciao Sly, grazie della visita. Sperando che non serva mai, è un titolo che è bene conoscere.

    Cara Monica, ti capisco eccome, poi tu, con una figlia allergica, avrai un carico extra di preoccupazioni! Tua madre ha ragione, ma sono comunque temi che turbano e non è detto vengano metabolizzati nemmeno dagli adulti, i bimbi di conseguenza captano la nostra tensione (tu non parli ma lei "sente" quando tu soffri, e questo è anche giusto, perchè come ti ho già scritto una volta la sofferenza va condivisa perchè un bimbo impari a conoscere tutto della vita, ovviamente con le dovute precauzioni)
    Anche io ho vissuto un periodo così e se ho scelto di prendere in carico la mia salute (se ti va leggi http://ilmondodici.blogspot.com/2011/10/considerando-leta-non-e-mai-troppo.html e il precedente linkato) più di un tempo è proprio perchè voglio essere in forma anche per essere una mamma presente e con la mente libera da preoccupazioni. Il mio blog è nato per questo: come presa in carico di alcune cose che trascuravo, tra cui la mia salute... :-)

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  5. Grazie Stefania! e grazie anche a Monica per l'augurio di guarigione. In realtà a casa nostra è passato un virus creativo: ha colpito per ognuno il punto debole :-( il mio sono le alte vie respiratorie... ora vediamo come si sveglia la cucciola che invece vomitava ed è caduta in letargo!
    Nel tuo caso ci penserei molto bene prima di proporre quel libro, anche se potrbbe darvi modo di parlarne. Forse questo è il suo motivi di paura del buio, sai? Guarda anche la proposta di http://creargiocando.blogspot.com/2011/11/idea-libro-topo-leo.html Io avevo scelto la strada di dire che ogni persona rimane viva per sempre nel nostro cuore, per ora ha avuto successo, ma la mia eSSe è molto più piccola.

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  6. Argomento delicatissimo che non si vorrebbe mai affrontare, molto spinoso quando bisogna spiegarlo ai bambini e non si riesce neanche a spiegarlo a se stessi; un libro può essere sicuramente un aiuto, però questo mamma mia questo ha delle illustrazioni che sono già belle forti, non è un po' difficile da proporre?

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  7. Kemate è sempre tutto molto soggettivo. Io l'ho ordinato in fiducia perchè una persona me l'ha suggerito e c'è una affinità di sensibilità con lei molto forte. Quando è arrivato volevo guardarmelo prima da sola ma la piccola era con me quando ho aperto il pacco e l'ha iniziato a sfogliare... All'epoca aveva 3 anni e qualche mese. Ieri l'ha rivisto ed è stato come se fosse un libro nuovo per lei, ma non le ha fatto paura. Il pregio è la schiettezza. Io non mi sento di proporre favole festose sulla morte, perchè non sarei credibile. La morte non è davvero qualcosa di bello, spesso è legata a sofferenza, di chi va via e di chi resta, certo possiamo elaborarla, possiamo regalare immortalità ai nostri cari nel ricorod ma il dolore del distacco è una realtà. Secondo me bisogna trovare una via per essere onesti coi nostri bambini, però per ognuno e ad ogni età occorre studiare qualcosa di "giusto per loro" e per noi per spiegare il ciclo della vita. Ho linkato apposta il video di you tube perchè è un libro che deve piacere e so bene che per alcuni semrerà molto cupo. ciao, grazie del commento

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  8. Io concordo con Kemate sul fatto che le illustrazioni di questo libro, già dal tema delicatissimo, sono piuttosto forti, ancorchè dalle tinte spente...
    Devo dire che stavolta c'è molto da meditare, Cì, hai segnalato un libro particolare sul serio....ma è nel tuo stile, tu sei una fonte incredibile di informazioni sul mondo della lettura, complimenti davvero!
    Un bacione, ciao!

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  9. Quante corde hai toccato. ultimamente sono nelle condizioni di Monica: un po' angosciata dall'idea di una morte precoce ma non so perchè. Spero passi.
    Le immagini mi hanno un po' impressionato ma in questo periodo, forse per carenza di sonno, sono ipersensibile. Il tema ci tocca, ho perso mio padre quando ancora non avrvo il pupo, ma ogni tanto lo porto al cimitero vicino al mare in cui è seppellito e allora, mentre a me scende una lacrima alla canaglietta scattano le domande. La morte delle persone lontane da noi non lo toccano mentre mi ha dimostrato la paura di potermi perdere. Lo segno e ci medito su. Grazie Ci per un altro spunto non banale.

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  10. Il libro ha delle illustrazioni a tinte molto tenui, ma di effetto molto forte.
    Per ora abbiamo avuto la fortuna che non mancasse nessuno vicino a noi da quando ci sono le bambine, a volte mi fanno domande sulla morte, ma non me la sento di dare loro una spiegazione così dettagliata... almeno non per ora dato che non ne abbiamo avuto bisogno.

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  11. Cara Cì, è un tema molto forte. Forse, penso, che bisogna averlo già "risolto" in noi prima di poter dare delle risposte ai nostri piccoli.
    E per me la strada da fare è ancora tanta, e ultimamente sento le stesse paure di Monica/mimangio e di Mammozza...

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  12. Grazie dei vostri commmenti, mi hanno fatto riflettere. Hai ragione Robin sono argomenti che prima di affrontare coi nostri bambini dobbiamo aver risolto.

    Anche rileggere le risposte che ho dato a caldo mi ha fatto pensare.
    Parto da "non mi sento di proporre favole festose sulla morte, perchè non sarei credibile". In realtà se riflettiamo sul significato autentico di Halloween in un certo senso lo abbiamo fatto un po' tutti. Scheletri e fantasmi che danzano sorridenti popolano tutti i libri che vi ho presentato la settimana scorsa. Mi sento di sdrammatizzare le ricorrenze dei defunti in questo senso, perchè per me equivale a separare il dolore per la separazione da una persona cara dal tema della ricorrenza dei defunti e della morte come fatto della vita.

    Ogni volta che ho perso una persona cara è stato diverso perchè sono anche cambiata io intanto, molta della nostra reazione su questo tema credo dipenda dal momento di vita in cui siamo.

    Ad oggi e per quello che è stato il mio percorso penso sia meglio affrontare il tema della morte come naturale componente del ciclo della vita il prima possibile perchè più si aspetta più sarà difficile affrontarlo.
    Crescendo i bimbi diventano sempre più consapevoli e spaventati dal dolore che si prova per il distacco da una persona cara, voi me lo confermate.

    Questo secondo tema, invece, mi preoccupa molto di più e l'ho al momento "congelato", sperando di non doverci tornare a breve.

    Devo invece ancora riflettere su come e soprattutto quando (non ora che ha meno di 4 anni) condividere che la morte può essere sicuramente meno serena di quella descritta in questo libro, che è la cosa che provoca un me il maggior senso di ingiustizia e rabbia che mal gestisco.

    Nel libro è in pratica raccontata una morte molto naturale, di vecchiaia, molto serena devo dire, con la consapevolezza e infine accettazione dell'anatra che sia nel suo destino a breve. La morte che forse vorrebbero tutti, non vi pare? Questo è uno dei motivi per cui mi è piaciuto il libro, ma sì, è un tema ostico e mai mi sarei sognata di trattarlo se non fosse morto un nonno di eSSe. :-(

    Penso che ognuna di noi possa trovare un libro come questo uno spunto interessante o qualcosa di troppo forte in modo molto soggettivo.
    Se a voi per prime crea disagio non è il libro che potete proporre ai vostri bambini.
    Per come lo ha preso in mano e sfogliato eSSe io ho pensato che fosse per lei una lettura non traumatizzante, diversamente sarebbe subito sparito.
    Sicuramente altri bimbi più grandi e più consapevoli delle conseguenze pratiche della morte (perdita di una specifica persona cara) o già turbati dal tema della morte possono esserne spaventati, questo sì.

    A margine: vedo che in molte abbiamo sperimentato la paura di lasciare i nostri bimbi, prendetevi cura di voi e passerà almeno in parte. Un abbraccio.

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  13. Ciao Cì, se il libro, come dici tu, tratta l'argomento in modo naturale sono sicura che i bambini lo possono apprezzare- per quanto ci sembri difficile. Ho la sensazione che faccia molto più male, da bambini, vivere una realtà epurata, artificale che poi può crollare facilmente, alla prima perdita...

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  14. Grazie Jessica, è esattamente quello che mi spaventa di più, per questo dicevo che occorre parlarne il prima possibile, prima che sia già doloroso, però è da trovare il giusto equilibrio per cui non diventi una violenza farlo. Che fatica essere genitori... :-)

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