mercoledì 25 luglio 2012

Librerie scompaiono

Quando torni più di una volta in un luogo fai caso a come cambia e cosa resta uguale: il tal locale che ha cambiato gestione, quel negozio dove non entrava mai nessuno scomparso, vetrine vuote, vetrine nuove, le stesse bancarelle al mercato e qualche new entry, lo staff che ritrovi in biblioteca o nelle attività di cui sei cliente.

Con dispiacere ho saputo prima di partire che il negozio del mio book shop preferito - nonché unico - qui a Los Gatos non c'era più.

il punto vendita Borders di Los Gatos




La catena Borders è fallita e si è ritenuto di chiudere il punto vendita locale che in altre città era stato rimpiazzato da Barnes&Noble.

Era una bella libreria su due piani, ospitata da un edificio storico in Old town, un vecchio teatro, evidentemente per l'America una piccola realtà, o forse non hanno saputo stare al passo con i tempi come altre catene. Facevano lettture per i bimbi ogni settimana, c'era un angolo reminders che ho molto frequentato e tanti bei libri che mi hanno fatta viaggiare più pesante tornando a casa le ultime due volte. Adesso quando vedo un libro che mi piace in biblioteca devo recuperarlo on line, che va beh, a volte è anche più comodo ed economico, però... in libreria ne scoprivo anche altri.

Oggi ricevo una mail di commiato del responsabile di una piccola libreria, abbastanza vicina a dove abito stabilmente, che ho sempre ritenuto un piccolo gioiello: La libreria dei ragazzi di Monza, figlia della più nota capostipite milanese fondata da Roberto Denti.

Chi mi conosce sa che io leggo, ma anche acquisto, tanti libri e alcuni dei più belli che ho recensito nei venerdì del libro e sono negli scaffali in camera di eSSe provenivano da lì (per esempio questo e questo), sono siceramente dispiaciuta.

Ogni tanto ci andavamo, era il luogo dove andavo sicura in caso dovessi fare un regalo particolare, certa che avrei potuto acquistare un bel libro che ancora non conoscevo, e c'erano tante iniziative carine, come laboratori tematici, la mattina del cestino montessoriano per i piccolissimi, letture in inglese, e tanta gentilezza nel personale. Spesso ho ritrovato Paolo, il giovane che ne era l'anima, alle iniziative più belle dedicate ai libri in Brianza. Ricordo in particolare una serata dedicata a Munari in una biblioteca in cui lui ha portato tanti di quei libri che fatichi a vedere in giro, di editori decisamente di nicchia - e purtroppo costosi - che ho potuto sfogliare dal vivo.

Spesso acquisto on line e sono sensibile agli sconti - ammettiamolo, nei tempi in cui i principali book shop on line facevano il 40% di sconto noi bookaholic siamo impazzite e abbiamo fatto scorte peggio che gli animali del bosco che si preparano al letargo... - questo non aiuta le librerie "tradizionali". Ogni volta che andavo in quel negozio, però, qualcosa acquistavo, sperando che non chiudesse mai, perchè un libro non è una merce qualsiasi e il libraio non è un commesso qualsiasi - con tutto il rispetto per chi lavora nei megastore e supermercati, specialmente chi lo fa la domenica, le feste, la sera... -, ma un vero consulente e il suo lavoro, la sua preparazione, la sua passione, meritano una remunerazione, meriterebbero di poter sopravvivere, o spariranno come altri saperi antichi persi con le botteghe di un tempo che non è più.

La tristezza non mi abbandona pensando che comunque sono tempi duri per tutti...
Tardivamente, grazie Paolo!

14 commenti:

  1. Capisco perfettamente e condivido il tuo stato d'animo dinanzi a situazioni analoghe....è un pò come se si trattasse di vecchi amici che scompaiono, vero?
    Ciao, un bacione!

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    1. Sì ti senti un po' spaesato, e per me la "morte" di una libreria è perdere un pezzettino di cultura tutti. E poi sì, mi spiace umanamente per chi faceva un lavoro utile e sicuramente con passione e non lo potrà fare più.

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  2. Mi hai fatto scendere la lacrimuccia, sono particolarmente sensibile all'argomento: ho avuto una libreria di varia ma specializzata in libri per bambini, con annesso baby parking dove ogni settimana organizzavamo letture animate con laboratorio creativo a tema. Ma l'affitto ci stava strozzando e ai proprietari non importava che chiudessimo. Ora c'è uno studio di design e si sono anche decisi ad abbassare l'affitto...va beh...doveva andare così. Mi resta la ricchezza dell'esperienza e la soddisfazione di incontrare degli ex clienti che mi parlano del vuoto lasciato dalla chiusura di Lilliput.
    P.s. Visto che sei una lettrice mi permetto di consigliarti un libro bello "La libreria dell'armadillo", Alberto Schiavone, Rizzoli, è una lettura davvero piacevole, di quelle che vorresti non arrivare mai alla fine...e la libreria di cui parla è proprio la mia Lilliput :)
    Un bacio e sempre buona lettura!

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    1. Crì, mi spiace anche per voi. E so che anche per i designer è dura, ho molti amici nel settore - il proprietario sarà arrivato tardivamente a capire che i tempi richiedono aggiustamenti nel suo obiettivo di guadagno sugli affitti, peccato per voi non ci sia arrivato prima -. Cercherò sicuramente La libreria dell'armadillo, titolo che non mi è nuovo peraltro, ed è bellissimo che Lilliput vivrà per sempre in quelle pagine...

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    2. Beh tutto va come deve andare...Sì è possibile che tu ne abbia sentito del libro, è stato recensito parecchio e, come ti dicevo, è proprio un bel libro!

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  3. Ho presente La libreria dei ragazzi originaria, che è stata uno dei miei punti di riferimento costanti quando vivevo al nord... Capisco il tuo dispiacere: quel posto è un pezzo di cuore...

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    1. In quella di Mi ci sono stata solo una volta, la sede di Monza era piccola ma direi che non le mancasse nulla, salvo forse clientela, malgrado tante iniziative, ma in quella città ci sono tante librerie grandi e più centrali, non deve esser facile resistere.

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  4. L'anno scorso Borders ha chiuso anche qui. Sono riuscita a fare incetta di libri a prezzo stracciato, Barnes & Noble mi piace un sacco, ma un fallimento, o un assorbimento, sono sempre un dolore.

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    1. pensa che io non sono ancora riuscita a entrare in una vera libreria quest'anno (escludiamo alcuni negozi tristi che vendono libri nei centri commerciali, che sono simili a quelli in aeroporto con i soli best seller e giochi vari), purtroppo B&N non è subentrato nelle 3 più vicine a Los Gatos, e quando son stata a San Francisco nel week end non ne ho viste sulle nostre strade abituali. Ho fatto in tempo a vedere la chiusura di quella più grande vicino allo stadio di baseball due anni fa, ma ormai era rimasto poco...

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    2. Ieri sera sono poi andata da B&N, e anche se ho lo spettro dei 23kg da rispettare e ormai posso ordinare dall'Italia quasi tutto allo stesso prezzo ho fatto una spesona. Quella in cui sono stata è davvero bellissima, c'erano scaffali interi di libri che fatico molto a trovare; a maggior ragione è veramente un peccato che molte città in cui prima c'era Borders siano rimaste orfane di librerie...

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  5. Temo la crisi delle librerie: mi domando se è solo un momento passeggero di crisi o se qualcosa di più duraturo in generale...
    Mi dispiace...

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  6. Ciao Cì,

    il caso ha voluto che ieri sia incappata sia in questo tuo post (solo oggi trovo tempo per un commento) sia in quello di Giulia di lelibrerieinvisibili.wordpress.com, che commentava la chiusura di una libreria nella sua amata città pugliese, sostituita da un punto vendita di un marchio di lusso. Lei si chiede: moda al posto di cultura? Borsette al posto di libri?

    Ci sono per fortuna ancora librerie che resistono, con librai che sono veri librai e non commessi qualsiasi (anche se ogni tanto qualche ragazzo mi stupisce per la passione e la competenza: mi stupisce, sì, perchè un po' prevenuta sono).

    A Milano alcune tengono dure, ma è a Piacenza che ancora c'è e resiste la mia preferita: a proposito, da quanto tempo non vado! Devo rimediare quanto prima...

    Un sorriso
    Grazia

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    1. Ciao Grazia, prima di risponderti mi sono presa il tempo di leggere il post che segnali, per fortuna dice che non chiuderà la storica libreria, ma si sposterà l'ingresso, immagino ridimensionando lo spazio, per cedere le vetrine migliori del "salotto della città" a una nota griffe. C'è da dire che se questo escamotage in tempi di crisi come questi terrà aperta la storica libreria io mi scandalizzerei poco, anche se capisco lo sgomento e il dispiacere, ma bisogna esser realisti: i soldi dell'affitto magari eviteranno la chiusura in tempi di magra, o di poter tenere in negozio quei volumi costosi che però se non vedi, se non sfogli, non comprerai mai. Ho visto crescere e ampliarsi librerie che sinceramente non meritavano (sono un po' snob, lo so, ma se una libreria vende SOLO best seller io non la frequento, quelli se voglio li compro al supermercato, sempre scontati, quando il libro più venduto nelle classifiche era quello delle barzellette di Totti o i mille sul delitto di Cogne mi sentivo un po' scorata: li possiamo ancora considerare "libri"? Vuoi mettere con un bel Le Carrè da portare sotto l'ombrellone - non dico i Dickens che propone la 'povna... - o un Munari qualsiasi da leggere insieme a figli e nipoti?) e chiudere altre che avevano un valore storico (anche in centro Milano). Il problema vero, forse, è che ci sono pochi lettori, ma quei pochi secondo me non saranno dispiaciuti di entrare da una via laterale, perchè per loro il libro resterà un genere di prima necessità.

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